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Modica. Corso di educazione alla nascita rispettata. I BAMBINI SANNO NASCERE E LE MADRI SANNO PARTORIRE

 E’ da questo assioma che si vuole partire per raggiungere l’obiettivo della Nascita Rispettata. Il Corso di educazione alla nascita rispettata si prefigge di fornire ai partecipanti strumenti efficaci per: CONOSCERE i presupposti scientifici-biologici, emotivi, sociali della nascita, allo scopo di SAPER SCEGLIERE meglio per se è per il nascituro, utilizzando in modo APPROPRIATO i progressi scientifici e tecnologici della moderna assistenza sanitaria e nel RISPETTO della persona umana e dei suoi diritti e nella fattispecie delle madri e dei loro bambini . Il Corso si svolgerà utilizzando Metodi Interattivi e l’aiuto di professionisti del Percorso nascita ( ginecologa , ostetrica, neonatologo , psicologo) ma anche di coppie che hanno già vissuto la nascita dei propri figli.
 
Proprio con riguardo alle coppie partecipanti, si cercherà di favorire le loro esigenze lavorative fissando gli incontri con cadenza settimanale, dalle ore 19.30 alle ore 21.00. Le iscrizioni sono rivolte a coloro che attendono la nascita del proprio bambino nei mesi che vanno da maggio ad agosto. Il numero massimo dei partecipanti dovrà essere di sei coppie così da garantire un clima di intimità e disinvoltura.
 
Il Corso si terrà presso il Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana “Sac. G. Rizza” sito in Via Risorgimento n. 49 – 97015 Modica.
 
Chiunque fosse interessato può chiamare per prenotazioni o informazioni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 17,00 alle ore 19,00, al numero 0932 762713.

Modica. 20 febbraio ricordo del vescovo Mons. Nicolosi: “la fede si autentica nella carità”

 Senza Mons. Nicolosi la Casa don Puglisi non ci sarebbe stata. Nel marzo 1990 infatti, mentre il Comune si tirava indietro, lui volle che la Casa di accoglienza nascesse “perché la Chiesa non può tirarsi indietro se ci sono fratelli che hanno bisogno!”. Ci disse: ci si affida alla Provvidenza! E così fu. E volle che, per l’inaugurazione il 26 ottobre 1990, venisse Mons. Nervo a spiegare come la città diventa giusta e solidale. Intervenne ancora quando ci si trasferì in via Carlo Papa visto che i locali del Castello passavano al Comune (ma non va dimenticato che sono stati donati per l’aiuto ai poveri e in particolare ai bambini). Data la nuova collocazione nei locali del Piccolo Seminario, suggerì l’intitolazione a don Puglisi e volle che metà dell’Associazione di volontariato fosse formata dai seminaristi, per suggerire l’importanza di un modello di prete capace di farsi povero tra i poveri. All’inaugurazione, il 21 marzo 1997, partecipò il Ministro delle pari opportunità ma soprattutto volle che suor Carolina Iavazzo, collaboratrice di don Puglisi, raccontasse a tutti come questo martire fosse per tutti un esempio di vita vera e libera. E così la Casa diventava, non solo luogo di accoglienza, ma anche messaggio culturale e civico. Alla Casa donò la tavola in legno raffigurante l’ultima cena secondo i moduli dell’arte africana che era stata il primo segno del gemellaggio con Butembo-Beni, ora collocata in cappella. E più volte è ritornato, per momenti familiari come pure per l’inaugurazione del laboratorio dolciario in largo XI febbraio e poi degli appartamentini per la pronta accoglienza. Nella casa ha voluto la presenza dell’istituto di vita consacrata “I discepoli”, a cui appartengono pure le due consacrate che fino alla fine lo hanno premurosamente servito. Va ricordato che la Casa è solo uno dei tanti segni voluti da Mons. Nicolosi. Una particolare attenzione ebbe anche per i Piccoli fratelli che accolse, quando altri li contrastavano, con stima e affetto grandi, e così ha fatto sempre con tutti mostrando il cuore grande di Dio. Soprattutto Mons. Nicolosi lascia una forte convinzione espressa in opere e parole: la fede si autentica nella carità, e non in una carità qualsiasi, ma in una carità evangelica, fatta di affetto, relazione, giustizia, promozione della dignità della persona, cura attenta. E ancora: ha sempre aiutato a considerarsi sempre dentro un cammino più grande, il cammino della Chiesa, di una Chiesa come l’ha voluta il Concilio e la sta testimoniando papa Francesco: semplice, amica degli uomini, Chiesa povera e dei poveri. Temi e tratti di Chiesa che Mons. Nicolosi ha anticipato. Sono tutti motivi di gratitudine che saranno espressi durante l’eucaristia che sarà celebrata nel salone della Casa don Puglisi giovedì 20 febbraio 2014 alle ore 18, presieduta da don Gianni Donzello, nel giorno in cui il compianto pastore avrebbe compiuto 92 anni. Si invitano tutti a partecipare per fare memoria di un pastore buono, rinsaldare la comunione dei santi e sempre più camminare sulle orme di Cristo, che lui pensava importante “riscoprire lungo le nostre strade”. A Mons. Salvatore Nicolosi sarà dedicato il salone della Casa, o meglio “il riunirsi e accogliere amici come Casa fondata sul Vangelo vissuto nella compagnia degli uomini”.

TRIGESIMO MONS. NICOLOSI: UNA MEMORIA CHE RINSALDA LEGAMI E MISSIONE ECCLESIALE

 Lunedì 10 febbraio sarà il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò a presiedere a Noto in cattedrale l’eucaristia per il trigesimo di Mons. Salvatore Nicolosi, Padre conciliare e per ventotto anni vescovo di Noto. Si tratta di una memoria che rinsalda legami e missione ecclesiale: le grandi consegne di Mons. Nicolosi, infatti, sono state la sinodalità come essenza della Chiesa e la missione come irradiazione del Vangelo anzitutto con la propria vita. Un mese fa queste consegne sono state accolte con una forte commozione che testimonia come la Chiesa, coltivando le “cose essenziali della fede” (Parola, Eucaristia, fraternità e poveri) – diventa con i suoi pastori famiglia e segno della chiamata all’unità di tutto il genere umano. Una consegna specifica di Mons. Nicolosi è legata alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta che Mons. Nicolosi ha voluto come espressione concreta di quella carità continuamente raccomandata come la verità della vita cristiana. Una carità al tempo stesso ecclesiale e premurosa verso i più deboli. La Fondazione si è già avviata con alcuni piccoli passi ma, ora che Mons. Nicolosi ci ha lasciati, si avverte la responsabilità di consolidarli e di affidarli al sostegno di tutti, sempre attingendo alla grande eredità spirituale sintetizzata nel Testamento. Un primo passo è stato quello dell’attenzione ad alcuni ammalati segnalati dai Centri di ascolto, per i quali si sono fatti interventi concreti dentro un progetto di sostegno; il riferimento ai Centri di ascolto colloca il passo nella rete di aiuto della Caritas e quindi della nostra Chiesa locale. Un secondo passo è stato l’avvio di Casa Tobia per i diversamente abili che ora continueranno e intensificheranno le loro attività (due week-end al mese per una esperienza comunitaria) nella Casa di via Torino, abitata da Mons. Nicolosi. Si aggiungerà l’esperienza della catechesi. La Casa continuerà ad essere abitata dalle due consacrate indiane, Urmila e Clemencia, per essere centro di carità evangelica. Da qui l’impegno delle due suore nella visita agli ammalati e l’elaborazione di ulteriori passi. Al centro di tutto resta la preghiera, con un momento aperto anche ad altri il venerdì quando nella cappella della casa viene celebrata l’eucaristia. La Fondazione non trascurerà di conservare la memoria di mons. Nicolosi anche attraverso una ricostruzione della sua figura che sicuramente ha a che fare, non solo con la cronaca, ma anche con la storia. Sul sito (www.fondazionemadreteresa.org), ma anche attraverso il sito della diocesi e la “La vita diocesana”, la Fondazione non mancherà di aggiornare e rendere partecipe tutta la comunità diocesana.

A Noto. Zanotti: “Il giornalista nell’era digitale deve saper stare nelle periferie, nelle piazze e scrivere notizie”

 “Dobbiamo essere nelle piazze e non autoreferenziali. I giornalisti oggi, così come i cittadini, si scandalizzano per Papa Francesco: dovremmo scandalizzarci del Vangelo, ma lo abbiamo dimenticato”. Francesco Zanotti, presidente Nazionale della Fisc, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, parla di giornalisti che fanno il loro mestiere con coraggio, della necessità di confezionare giornali popolari e semplici ma pensati, non banali, parla della globalizzazione dell’indifferenza.
 
L’occasione è la Festa di San Francesco di Sales che la sezione di Siracusa dell’Ucsi, l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto e l’Ufficio della Pastorale per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con “La Vita Diocesana” di Noto e il settimanale diocesano “Cammino” di Siracusa, hanno promosso a Noto. Assente per improvvisi motivi familiari il vescovo, mons. Antonio Staglianò, a presiedere la celebrazione eucaristica nella cappella del Seminario, è stato don Ignazio Petriglieri, Vicario episcopale per la Cultura. 
 
A fare gli onori di casa don Rosario Sultana, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto, che ha consegnato il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. L’Ucsi, rappresentata dal presidente provinciale Salvo Di Salvo, e l’Assostampa, rappresentata dal segretario provinciale Aldo Mantineo, per dare concretezza al messaggio di evangelizzazione, hanno compiuto un gesto di solidarietà per la Caritas vicariale di Noto.
 
Il presidente Zanotti parlando del “Ruolo dei giornalisti nell’era digitale” ha citato il coraggio di Giovanna Chirri dell’agenzia Ansa, la giornalista che ha annunciato al mondo le dimissioni di Papa Benedetto XVI, che nel suo libro ha messo “nero su bianco le condizioni nella quale si trova a lavorare ogni giorno”. Sul ruolo del giornalista cattolico sono intervenuti Pino Malandrino del settimanale “La Vita Diocesana” di Noto e padre Giuseppe Lombardo. Per noi giornalisti la comunicazione deve essere un servizio di autentica cultura dell’incontro. Oggi è importante annunciare Cristo nell’era digitale che è un campo privilegiato per la comunicazione dove giovani e adulti si confrontano”. Il segretario dell’Assostampa Aldo Mantineo si è soffermato invece sulla difficile situazione che vive oggi la categoria, in rapporto alla crisi del mondo dell’editoria. Parole riprese da Santo Gallo, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha citato le tante vertenze che condizionano oggi il mercato. 
 
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha fatto arrivare il suo saluto ai giornalisti, ed ha ricordato loro la responsabilità che si devono assumere nell’annunciare la verità ogni giorno: una comunicazione che si deve rivolgere all’altro, con gioia, senza paura. Il vescovo di Noto, Mons. Staglianò, ha inviato un messaggio: “Avviare una comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro è possibile. Lo dimostra il Santo Padre: la sua comunicazione fatta non solo di parole ma anche di gesti”.

SAN FRANCESCO DI SALES. IL VESCOVO ANTONIO STAGLIANÓ SCRIVE AGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE DELLE CHIESE DI SICILIA

Approfondimenti su: www.chiesedisicilia.org
 
Nell’approssimarsi della Festa di San Francesco di Sales il 24 gennaio 2014, Papa Francesco renderà pubblico il messaggio per la 48ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che sarà celebrata il 1 giugno 2014 dal tema: “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”. Questo tema è stato scelto da Papa Francesco per porre l’attenzione agli ambiti propri del comunicare: la presenza del povero che abita nella porta accanto che dobbiamo sempre più attenzionare come pure il comunicare con il mondo, esigenza prioritaria del detenuto; comunicare con la tv, la musica, lo spettacolo, comunicare utilizzando il dialetto, vera lingua dei padri; comunicare le emozioni e la scienza.
Comunicare con la forza dell’incontro che nella relazione allontana la solitudine, provoca emozioni vigorose, muta il destino della vita, supera ogni banalità.
 
Con l’ascesa delle nuove tecnologie comunicative, nella società di oggi, gli incontri interpersonali s’intrecciano e s’incrociano con quelli che sorgono nel mondo digitale, non più visto come luogo a parte, ma come ecosistema dove la vita si realizza di momento in momento. Lo stesso Papa Francesco, in merito alle nuove tecnologie, ha ricordato in una recente udienza con il Pontificio Consiglio per i Laici dal tema: “annunciare Cristo nell’era digitale”, che siamo in un campo privilegiato per l’azione dei giovani, per i quali la «rete» è, per così dire, connaturale. Internet – afferma il Papa – è una realtà diffusa, complessa e in continua evoluzione, e il suo sviluppo ripresenta la questione sempre attuale del rapporto tra la fede e la cultura. L’annuncio -asserisce Papa Francesco – richiede relazioni umane autentiche e dirette per sfociare in un incontro personale con il Signore. Pertanto Internet non basta, la tecnologia non è sufficiente. Questo però non vuol dire che la presenza della Chiesa nella rete sia inutile; al contrario, – dice il Papa – è indispensabile essere presenti, sempre con stile evangelico.
 
Avviare una comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro è possibile. Il Santo Padre, con la sua grande capacità mediatica che quotidianamente costatiamo, lo dimostra in maniera palese. La sua è una comunicazione fatta non solo di parole ma anche di gesti. Anche Monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, spiega la scelta del tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014, partendo proprio dallo stile comunicativo del Papa. “C’è in lui – dice l’arcivescovo – il desiderio di essere vicino, di condividere, di farsi partecipe di speranze, di sofferenze, di una ricerca appassionata per il senso della vita”.
 
Carissimi direttori diocesani per la Cultura e le Comunicazioni Sociali delle Chiese di Sicilia, con il presente messaggio, come Vescovo delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della CeSi, desidero sollecitarvi e raccomandarvi la piena e fruttuosa accoglienza del messaggio che Papa Francesco renderà pubblico per la Festa di San Francesco di Sales il prossimo 24 gennaio 2014. Invito pertanto tutti i direttori diocesani, ad attivarsi con diverse proposte ed iniziative, in base alla vostra singolare libertà creativa, per cercare di promuovere nella vostra diocesi la giornata del Patrono dei giornalisti e approfittare dell’occasione per diffondere e rilanciare il Messaggio del Santo Padre per la 48ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
 
Auspico che in ogni Diocesi si senta la necessità di animare questa giornata curandola e proponendola come occasione propizia per sostenere, guidare e accompagnare gli operatori della comunicazione verso l’inculturazione e l’annuncio del Vangelo, affinché la comunicazione coinvolga la persona umana nei suoi rapporti con gli uomini e le donne che la circondano nel suo cammino esistenziale.
 
 
 
 
+ Antonio Staglianò
Delegato CeSi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali
 

 

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il 24 gennaio, in tutte le Diocesi di Sicilia si organizzano momenti di riflessione e di confronto, occasioni perché i giornalisti e gli operatori delle comunicazioni possano incontrarsi, preghiera. Li firmano gli Ufficio regionali per la Cultura e le Comunicazioni sociali, spesso insieme con le associazioni giornalistiche, soprattutto – ma non solo – cristiane. Al centro del ritrovarsi sempre le indicazioni di Papa Francesco.

L’Arcivescovo di CATANIA, mons. Salvatore Gristina presiede oggi, venerdì 24 gennaio, una solenne celebrazione in onore del patrono dei giornalisti, degli operatori di comunicazione sociale, degli scrittori e autori, nonché dei salesiani. “L’Ucsi regionale e i salesiani – afferma don Paolo Buttiglieri, consulente ecclesiastico dell’Ucsi Sicilia – nel promuovere questa festa regionale sul territorio catanese, s’impegnano per una ‘comunicazione’ foriera di verità e giustizia, atta a diffondere la ‘cultura dell’incontro’ auspicata da Papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2014”. Nell’occasione della festa di san Francesco di Sales “i giornalisti cattolici – osserva Giuseppe Vecchio, presidente regionale dell’Ucsi – riflettono sul ruolo che la professione svolge nella società globalizzata della comunicazione; è, questa di venerdì 24, un’occasione d’incontro e confronto con quanti, credenti e non, svolgono la non facile attività di comunicatore. La scelta di Catania per la festa regionale vuole segnare il rilancio della sezione provinciale dell’Ucsi”. Saranno presenti, tra gli altri, Francesco Zanotti, presidente nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), il presidente regionale dell’Ucsi, presidenti e giornalisti cattolici delle sezioni di Sicilia. 

 

La diocesi di NOTO e l’arcidiocesi di SIRACUSA festeggiano insieme la ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. L’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) e l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali di Noto e l’Ufficio pastorale per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Siracusa, insieme alle giornali diocesani “La vita diocesana” e “Il cammino” onorano la festa con una celebrazione eucaristica alle ore 9.30 presieduta dal Vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la cultura e le comunicazioni sociali, e con un incontro con il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) Francesco Zanotti su “Il ruolo dei giornalisti nell’era digitale”. Momento conclusivo della festa è la lettura del tradizionale Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Il mestiere del giornalista – dichiara Salvatore Di Salvo, presidente dell’Ucsi siracusana – è scegliere quello che si deve stampare, pubblicare e prendersi questa responsabilità, in maniera responsabile, guardando, per noi giornalisti cattolici, al Vangelo”.

 

CALTAGIRONE, alle ore 17.00, presso l’ex parlatorio del Seminario di città, un incontro riunisce giornalisti ed operatori delle comunicazioni sociali. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.

Apre i lavori Chiara Di Grande, vicedirettore del citato Ufficio. Intervengono don Gianni Zavattieri, vicario generale della Diocesi di Caltagirone, e Alberto Cicero, segretario regionale dell’AssoStampa.

Durante l’incontro sarà presentato il messaggio di papa Francesco per la 48° Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che sarà celebrata il 1° giugno 2014, sul tema “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”.

“Sono numerose le suggestioni offerte dal papa in ogni intervento che riguarda la comunicazione e il servizio pastorale ad essa collegato – afferma Di Grande -. Ci sentiamo davvero chiamati, come ha suggerito papa Francesco “a comunicare la bellezza dell’incontro personale con Cristo”; e ad accogliere, come professionisti del settore, le istanze dell’autenticità e della verità”.

 

L’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali di ACIREALE e l’Unione cattolica della Stampa italiana, in occasione della festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, organizzano per oggi, 24 gennaio, alle ore 16.30, presso il salone della chiesa Sacro Cuore di Gesù in Acireale, un incontro sul tema “La comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”, titolo della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. A guidare la riflessione il giornalista Giuseppe Di Fazio, capo redattore del quotidiano “La Sicilia”.

Saranno presenti il Vescovo della diocesi mons. Antonino Raspanti, i direttori dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali don Marco Catalano e Mario Di Prima, il presidente regionale dell’Ucsi, Giuseppe Vecchio, e l`incaricata Ucsi della sezione di Acireale, Anna Bella.

All’incontro fa seguito in chiesa alle ore 18, la messa pontificale presieduta dal vescovo della diocesi mons. Antonino Raspanti per celebrare la festa di S. Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, che fu una sorta di precursore dell’informazione giornalistica moderna.

Nella medesima giornata l’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana pubblicherà per esteso il tema che caratterizzerà la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si svolgerà giorno 1 giugno 2014, nella domenica che precede la Pentecoste.

 

“Parole e sobrietà: la fatica di essere giornalisti oggi” è il tema dell’incontro tra il Vescovo di TRAPANI, mons. Pietro Maria Fragnelli, e i giornalisti, in occasione della Festa del santo patrono della categoria, San Francesco di Sales. L’incontro si tiene venerdì 24 gennaio con inizio alle ore 10, presso il Salone dei vescovi, nel palazzo vescovile di Trapani. Dal Bollettino ecclesiastico della diocesi si evince che il primo incontro, con la celebrazione di una Messa per i giornalisti, si sia tenuto in episcopio nel 1954. “San Francesco di Sales – ricorda una nota della diocesi – fu il vescovo di Ginevra che nel XVI secolo, per diffondere la dottrina cattolica, cominciò a stampare dei foglietti che distribuiva casa per casa; per questo motivo nel 1923 Papa XI lo proclamò patrono dei giornalisti. Per la sua mansuetudine fu un modello di sacerdote per san Giovanni Bosco che chiamò il suo istituto dei salesiani. È detto anche il santo dell’amabilità e dell’ottimismo”.

 

CALTANISSETTA, si fa memoria liturgica di San Francesco di Sales con la celebrazione eucaristica nella Cappella maggiore del Seminario vescovile, alle ore 11. 

Il Vescovo di MAZARA DEL VALLO, mons. Domenico Mogavero incontrerà giornalisti e operatori della comunicazione per un momento di confronto e riflessione sulla professione. L’incontro si terrà sabato 25 gennaio, alle ore 11,30 nella sala del trono, al primo piano del Palazzo Vescovile di piazza della Repubblica a Mazara del Vallo. A quanti interverranno, il Vescovo donerà una copia del libro della mostra di Orazio Coco “L’esercito della speranza”, che si è tenuta lo scorso anno a Marsala.

 

 

 

 

Noto. Il 24 gennaio in Cattedrale Festa di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti

L’Ucsi, sezione di Siracusa, l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto e l’Ufficio della Pastorale per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con “La Vita Diocesana” di Noto e il settimanale diocesano “Cammino” di Siracusa organizzano la festa provinciale di San Francesco di Sales, patrono dei Giornalisti, che si svolgerà venerdì 24 Gennaio 2014 a Noto.
 
Programma:
 
– ore 9,00 Arrivi ed accoglienza
 
– ore 9,30 Santa Messa nella Basilica Cattedrale presieduta dal Vescovo di Noto S.E. Rev.ma Antonio Staglianò, Delegato regionale della Cesi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Durante la celebrazione Eucaristica l’Ucsi e l’Assostampa compiranno un gesto di solidarietà per la Caritas vicariale di Noto.
 
– 10,30 Intervento di Francesco Zanotti, presidente Nazionale della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), sul tema: “Il ruolo dei giornalisti nell’era digitale”.
 
– ore 11,30 Consegna da parte del Vescovo di Noto del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
 
– ore 11,45 Saluti
 
L’invito è esteso a tutti, in particolare a giornalisti, fotoreporter, operatori Tv, responsabili degli Uffici stampa e delle Comunicazioni sociali.
 
N.B. Scaricate  e leggete il Messaggio inviato ai direttori diocesani dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò, delegato della CeSi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali in occasione della festa di San Francesco di Sales.

L’ultimo saluto a Mons. Nicolosi con la partecipazione dei vescovi di Sicilia. L’ABBRACCIO COMMOSSO DEL POPOLO DI DIO

Venerdì 10 gennaio è morto Mons. Salvatore Nicolosi, uno degli ultimi Padri conciliari viventi, per ventotto anni vescovo di Noto dopo sette anni a Lipari, di Lui certamente si può dire: “Un vescovo fatto Chiesa, Chiesa secondo il Concilio Vaticano II” per il modo con cui ha fatto il vescovo. Faceva crescere senza mai far emergere se stesso. In uno dei suoi ultimi discorsi ci ricordava: “è la sostanza del Vangelo che dobbiamo riscoprire nella sua integrità e nella sua freschezza sorgiva”.
 
Chi fosse mons. Nicolosi lo si è visto alla fine dei funerali, quando la gente commossa si è avvicinata alla bara e sembrava non volesse lasciare la cattedrale. «Ha voluto una Chiesa dal volto familiare» – aveva detto il card. Paolo Romeo all’omelia. E nelle centinaia di saluti sul libro posto davanti alla bara l’espressione più ricorrente era “Per me sei stato un Padre”. Ma anche tante altre di gratitudine: “Grazie perché ti sei interessato direttamente di mio papà, per poter trovare un posto adatto alla sua malattia”, “Grazie perché, malgrado le tue preoccupazioni di vescovo, mostravi sempre affabilità e attenzione ad ognuno”, “Grazie perché quando tutti parlavano male della nostra esperienza, tu hai bussato alla porta e ci hai detto: sono venuto per condividere quello che devo fare con i poveri e per i poveri”, “Grazie per aver accolto i miei dubbi”, “Grazie perché hai fatto emergere tanti doni in questa Chiesa senza mai metterti in evidenza”, “Grazie perché ci hai sposato e sempre ti sei interessato di noi, dei nostri figli”.
 
E quando alla tumulazione, tra tanta gente che si accalcava quasi per stringersi per l’ultima volta attorno alle spoglie mortali di chi è stato per ventotto anni il proprio Pastore, si leggevano le date della sua vita e dei suoi servizi, non si poteva fare a meno di ricordare che la dedizione è stata totale, intelligente, generosa. E non si poteva non ricordare anche quanto fatto per la Chiesa di Noto: dall’attenta Visita pastorale al gemellaggio con Butembo-Beni, dall’aggiornamento continuo alla celebrazione del Sinodo diocesano.
 
La celebrazione era iniziata con la processione dei Vescovi di Sicilia e di tantissimi preti e diaconi della diocesi dalla basilica del Seminario alla Cattedrale, gremita di fedeli, con una significativa presenza di rappresentati delle istituzioni. Il saluto iniziale è stato dato dall’attuale Vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò, che ha ricordato come Mons. Nicolosi, Padre Conciliare, il Concilio l’ha attuato forgiando e quasi “rifondando” la Chiesa netina e come l’abbia aiutato ad essere, non Chiesa “ingessata”, ma Chiesa sinodale, Chiesa che cammina insieme, Chiesa che cammina cordialmente con gli uomini. «Ora, di questa Chiesa ne diventa – ha detto ancora l’attuale vescovo di Noto – l’angelo custode». Dopo la proclamazione delle letture (San Paolo sulla vita come una buona battaglia, il Vangelo del Buon Pastore) il Card. Romeo, presidente della Conferenza episcopale siciliana, ha sottolineato come era il momento di celebrare la pienezza di vita per Mons. Nicolosi, sul piano della fede come pure della gratitudine ad un pastore che con tanta sapienza ha guidato la sua Chiesa (e non va dimenticato che Mons. Nicolosi è stato anche lungamente vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana negli anni in cui il Concilio veniva attuato spingendo ad una pastorale missionaria sintetizzata nel motto “Una presenza per servire”).
 
Dopo la comunione è stato letto il testamento spirituale di Mons. Nicolosi con parole di affidamento alla misericordia di Dio e commoventi richieste di perdono, soprattutto ai preti se non si erano sentiti ascoltati o se non avevano trovato nel vescovo un esempio: parole che si possono dire solo da parte di un uomo autentico. Ed è questo che tanti, uscendo dalla cattedrale, continuavano a dire: «è stato uomo vero!» Ultimo particolare: in tutta la celebrazione continuamente risuonava la necessità di un amore particolare per gli ultimi, che si concretizza anche nelle ultime volontà di Mons. Nicolosi di istituire una “sua” Fondazione – intitolata a Madre Teresa di Calcutta – per i malati terminali, gli anziani (soprattutto se soli e non autosufficienti), i diversamente abili.
 
Anche le nuovissime generazioni ascoltavano commosse le parole di quest’anziano vescovo scomparso la mattina del 10 gennaio alle ore 6,00 che venivano lette all’inizio della veglia di preghiera tenuta in cattedrale la sera dell’11 gennaio e che ne costituiscono ora il “testamento”: “La Chiesa non è opera di singoli, fossero pure grandi santi. La Chiesa è comunione, e quindi cammino comune, “sinodo”, nella sua stessa essenza. Ogni gesto ecclesiale deve quindi nascere nel rispetto e nell’ascolto fraterno, nel confronto sincero e leale, nell’attenzione e nel servizio ai più piccoli, nella magnanimità verso i limiti e le necessità dei più deboli”.