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CeSi: Educare in Sicilia: risorse e problemi

Dal 28 al 29 gennaio 2011, presso l’Hotel Torre Artale a Trabia, si sta svolgendo il Convegno, organizzato dall’Ufficio regionale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l‘Università, sul tema “Educare in Sicilia: risorse e problemi”.

 All’incontro regionale sono presenti: il vescovo delegato Cesi per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università, mons. Michele Pennisi, e il direttore dell’Ufficio, prof. Alfio Briguglia. 

Nella due giorni interverranno: il prof. Giuseppe Verde, ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università di Palermo; Suor Mariella Lo Turco, Presidente regionale dell’Associazione Ciofs-Sicilia; il prof. Giuseppe Rossi, ordinario presso la Facoltà di Ingegneria di Catania; il prof. Giuseppe Savagnore, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Cultura; il presidente della FIDAE – Sicilia, Padre Francesco Beneduce. 

La Tavola Rotonda di sabato su “Le buone pratiche come Risorsa” sarà coordinata dal filosofo e sociologo Luciano Nicastro.  

Centinaia i  docenti, dirigenti, educatori e studenti che parteciperanno  all’ incontro che ha come “scopo – così dice mons. Michele Pennisi – quello di analizzare alla luce  degli ultimi documenti del Magistero la situazione dell’istruzione e della formazione professionale in Sicilia in vista  dei problemi  connessi con la realizzazione del federalismo fiscale in una regione  a statuto speciale come la nostra”. Un’occasione, inoltre, “per dare ascolto – dice il prof. Alfio Briguglia –  alle preoccupazioni giovanili, cercando di convertire i comportamenti di chi ha responsabilità”.

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Raccolti 20.000 euro con “Metti in moto la solidarietà” pro Butembo-Beni

Si è chiusa il 31 dicembre la campagna di GIAP Gruppo Minardo, denominata “Metti in moto la solidarietà”, il cui ricavato sarà utilizzato come contributo all’Associazione Pino Staglianò per la costruzione di un Centro Cardiologico nella regione congolese di Butembo-Beni, la cui
diocesi è gemellata con la diocesi di Noto.
Per tutto dicembre, GIAP ha donato un euro per ogni metro cubo di carburante venduto. La campagna ha permesso, attraverso l’impegno di GIAP, dei suoi gestori e, soprattutto, la partecipazione di quanti hanno fatto rifornimento nei distributori della rete, di raccogliere 19.729 euro che sono stati consegnati a S.E. il Vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò, presidente dell’associazione intitolata al fratello Pino, prematuramente scomparso. GIAP ha inoltre deciso di arrotondare la cifra a 20.000 euro ed ha colto l’occasione per ringraziare i suoi gestori, che hanno collaborato alla riuscita dell’azione solidale ed i loro clienti protagonisti di un gesto quotidiano che lascia un segno straordinario come ha recitato il claim dell’iniziativa.
“Come presidente dell’Associazione onlus Pino Staglianò, nata nove mesi fa e che vuole promuovere la tutela della dignità umana in Africa e, in particolare, la realizzazione di opere di sviluppo solidale nel campo della sanità e dell’educazione nella diocesi gemellata di Butembo-Beni – afferma Mons. Antonio Staglianò Vescovo di Noto – non posso che manifestare tutta la mia soddisfazione ed il mio grazie per gli esiti della campagna solidale “Metti in Moto la Solidarietà”. I 20.000 euro raccolti sono una cifra importante che permetterà un notevole impulso al compimento di quel grande progetto che la nostra associazione ha già avviato e per il quale sono finalizzate le sue iniziative: la costruzione del Centro Cardiologico di Butembo-Beni che farà parte, una volta ultimato, del complesso sanitario realizzato nei quattro lustri del gemellaggio fra la diocesi netina e quella congolese. Ci fa piacere ancora una volta evidenziare la grande umanità del Gruppo Minardo, del suo presidente Rosario, nello sposare e sostenere iniziative che hanno il solo scopo di rendere la vita migliore e più lunga a chi ne ha bisogno; e di farlo in modo semplice, sobrio, efficace e concreto, come necessita chi lotta ogni giorno per sopravvivere ma lo fa con gioia ed un sorriso di speranza sulle labbra. Voglio ringraziare l’impegno, la generosità e la grande sensibilità di GIAP, dei suoi vertici, dei gestori della sua rete, di quanti si sono impegnati per divulgare il senso di questa iniziativa e di quanti vi hanno partecipato, attraverso il quotidiano e semplice gesto di fare rifornimento”.
“Non è la prima volta e non sarà l’ultima che il nostro Gruppo, afferma Rosario Minardo Presidente di GIAP Gruppo Minardo, collabora con la diocesi netina in iniziative solidali importanti. La nostra
azienda, i suoi gestori colgono l’occasione per ringraziare quanti hanno contribuito alla riuscita della campagna solidale, rifornendosi nei distributori della nostra rete, senza alcun costo aggiuntivo per loro ma semplicemente scegliendoci e facendo in modo che un gesto quotidiano come quello di fare rifornimento, diventasse un segno straordinario per un grande progetto. Siamo ben lieti del suo esito finale che permetterà di mettere tanti altri mattoni nella costruzione del Centro Cardiologico di Butembo Beni e nel coronamento di un’idea che fortifica la saldezza di questo filo invisibile e robusto che ci unisce con la gente di Butembo-Beni ed al rafforzamento del quale, come azienda, abbiamo sempre contribuito con grande piacere. La scelta di fare rifornimento nella nostre stazioni di servizio ha aiutato, senza alcun costo per i clienti, a fare altri passi verso il grande obiettivo che l’associazione Pino Staglianò vuole raggiungere. E di questo siamo felici. La nostra intenzione è quella di proseguire insieme a S.E. il Vescovo dì Noto Mons. Staglianò questo cammino solidale e come azienda, non lesineremo sforzi ed ausilio verso questo ed altri progetti di tangibile solidarietà nei confronti di chi ha bisogno di aiuti concreti e reali”.

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Concluso il 24 gennaio l’incontro del Vescovo con gli operatori della Comunicazione

Si è tenuto come preannunciato il 24 gennaio l’incontro con il vaticanista Luigi Accattoli, incontro voluto  dal vescovo di Noto  Mons. Antonio Staglianò e coordinato dall’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. Luogo dell’incontro il salone parrocchiale del Santuario Madonna delle grazie di Modica, che ha visto la partecipazione di una rappresentanza di giornalisti che operano a cavallo tra la provincia di Ragusa e Siracusa. Il Dott. Accatoli ha iniziato la sua relazione mettendo in evidenza quei meccanismi che sottendono alla scelta della notizia e quindi alla comunicazione, una scelta condizionata dal mercato pubblicitario che a sua volta segue la scia del gusto del pubblico. Un pubblico che compra, vede e consuma quando si fa più forte il clima di scontro all’interno dei vari formatt o quando accade qualcosa di particolarmente violento come un delitto o un fatto scabroso. Il trend delle vendite è condizionato da questo, e a questo non si sottrae nemmeno l’ambito della nuova comunicazione che passa attraverso internet con i social network, i blog e tutta l’informazione free lance. Come fare allora a fare un informazione più cristiana o meglio semplicemente più umana? Questo si è chiesto il relatore insieme ai convenuti. Per fare ciò sono state tracciate alcune piste per vestire di dignità la notizia, tra le piste tracciate da Accattoli c’è quella del rispetto di ciò di cui si parla, sia esso un condannato, un assassino, un personaggio equivoco o altro per cercare di lasciare quella sospensione di giudizio che non spetta al giornalista. Il giornalista deve infatti informare e formare ma non giudicare. Altro ambito tracciato è il rispetto della verità che non dovrebbe mai essere manipolata a seconda delle intenzioni che chi scrive vuole raggiungere. E’ necessario andare contro corrente anche se questo “non Vende”. I giornalisti hanno poi preso la parola per porre qualche altra domanda ma nello stesso tempo per arricchire la  riflessione del relatore facendo il punto sulla difficoltà di una comunicazione capace di raggiungere davvero tutti e nello stesso tempo di una comunicazione che se non riesce a vendere seguendo i principi dell’etica come riuscirà a trovare spazio? A conclusione dell’incontro la parola è passata al Vescovo di Noto Mons. Staglianò il quale ha dato parole di incoraggiamento  e si è augurato sempre una maggiore sinergia tra le forze del territorio. E’ stato poi consegnato a tutti i presenti il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale sulle Comunicazioni Sociali al quale il Vescovo a rilasciato un suo personale commento. La comunicazione evidenzia oggi fenomeni contraddittori – scrive il Vescovo Staglianò – si espande tecnologicamente e sfugge il senso umano, i valori, la verità.  Funziona più come veicolo di notizie, di informazioni che non come trasmissione di esperienze. Benedetto XVI punta sulla verità e sulla persona umana per rompere “il cortocircuito comunicativo” di comunicazioni solo apparenti, ma in realtà non autentiche, dove c’è spazio solo per rapporti conflittuali. Conferma così la pretesa della fede cristiana di entrare nel sociale della comunicazione come energia liberante, forza di vita,  ragione di speranza e di gioia,  radice di solidarietà e di impegno: qui si parla il linguaggio della persona e non dell’individuo. Nell’individualismo delle nostre società, dominate dal narcisismo e dalla tendenza a dominare l’altro, trasformandolo in strumento per i propri scopi o merce da consumare sui mercati del mondo, i mass media devono accogliere la verità della persona, ad essa dirigersi, servendola con professionalità: ogni uomo riconosca gli altri come persona, creato da Dio, con diritti inalienabili, alla vita, alla crescita armonica, in una famiglia unita e in un ambiente morale che aiutino lo sviluppo della sua personalità. Conclude Staglianò nel suo commento al messaggio del Papa – il digitale diventerebbe per questa via strumento prezioso per una nuova era della comunicazione, quella veramente umana.

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Unità dei cristiani. Una settimana da vivere, pregando

L’accorato e pressante appello “Ut unum sint”  ritorna ogni anno forte e incisivo nella storia della Comunità cristiana  durante la settimana dal 18 al 25 gennaio  ed ha il suo culmine nella giornata della conversione di San Paolo
Anche quest’anno il richiamo alla preghiera per l’unità dei Cristiani  secondo il monito di Benedetto XVI si carica di un forte  impegno  ne tradurre la preghiera  vivendo secondo la volontà di Dio.
“Sebbene non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo del movimento ecumenico, ha detto il Papa incontrando una delegazione  ecumenica della Chiesa Luterana di Finlandia, si constata come  nel dialogo sono maturati molti elementi di accordo e di avvicinamento, che ci rafforzano nel nostro desiderio generale di compiere la volontà di nostro Signore Gesù Cristo”’perché tutti siano una sola cosa ”.
Un risultato “degno di attenzione, raggiunto di recente”, ha ricordato, è stato il rapporto conclusivo sul tema della “giustificazione” nella vita della Chiesa, redatto dal gruppo di dialogo cattolico-luterano nordico in Finlandia e in Svezia, i cui membri si sono incontrati lo scorso anno.
  “Nella teologia e nella fede tutto è collegato e quindi una più profonda comprensione comune della giustificazione ci aiuterà anche a comprendere meglio insieme la natura della Chiesa e ricercare la sua “unità” in forma concreta e quindi nell’esporre la fede agli uomini di oggi che si interrogano e renderla loro comprensibile affinché vedano che Lui è risposta, che Cristo è il redentore di tutti noi”.
“In tal modo,  ha detto il Papa, resta viva anche la nostra speranza che, sotto la guida dello Spirito Santo, molte persone impegnate in ambito ecumenico, competenti e solerti renderanno il loro contributo alla realizzazione di questo grande compito ecumenico.
In questi ultimi anni   “il cammino ecumenico “ è divenuto più difficile e più esigente”, specie in riferimento al “metodo ecumenico” che si tenta di metter in atto e che spesso viene frainteso anche all’interno della stesse chiese.Ogni piccolo passo  di questo cammino appare una conquista  ed una tappa  che tende sempre verso  nuovi traguardi.
“Camminare insieme “  verso  Cristo,  che è via per l’umanità” è il compito di ogni cristiano, ma  l’ecumenismo non è opera nostra bensì frutto dell’azione di Dio” afferma Benedetto XVI.
La collaborazione fra luterani e cattolici si manifesta attraverso  rapporti  sinceri,  amichevoli e collaborativi  e  viene salutata come originale e innovativa la nomina  dell’accademico Werner Arber, professore emerito di Microbiologia all’Università di Basilea (Svizzera)come  Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze .  Il prof. Arber, biologo molecolare, Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 1978, di religione protestante, è il primo non cattolico chiamato da un Pontefice alla guida di questa istituzione vaticana, nella quale ad ogni modo sono stati già inseriti scienziati non credenti.
Sulla scia dell’ecumenismo si colloca la creazione del primo Ordinariato  che riunisce pastori e fedeli anglicani di Inghilterra e del  Galles, i quali hanno chiesto al Papa la piena comunione nella Chiesa cattolica      
L’Ordinariato Personale, affidato al Rev. Keith Newton, è denominato Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham eh ha come patrono il Beato John Henry Newman;  esso  mira a comporre da un lato l’intento di salvaguardare le venerande tradizioni liturgiche, spirituali e pastorali anglicane ed essere nel contempo  pienamente integrati nella Chiesa Cattolica. La normativa che regola l’Ordinariato è coerente con l’impegno per il dialogo ecumenico, che continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica ed è venuta da diversi gruppi di Anglicani, i quali  hanno dichiarato di condividere la comune fede cattolica così come  viene espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica e di riconoscere  l’autorità spirituale del Papa, così come indicato nel “Te es Ptetrus”.
L’itinerario della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani  che ha come tema “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”  muove i suoi passi da  Gerusalemme il giorno di Pentecoste, quando nasce la Chiesa ed i primi cristiani  “ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme”.
L’antica chiesa di Gerusalemme, presieduta dall’apostolo Giacomo, la chiesa madre per tutte le altre chiese,  è oggi  immagine e  icona  dell’unità dei cristiani  e, lottando contro la disuguaglianza e l’ingiustizia,  mantiene i “tratti” della prima comunità cristiana ci ricorda, infatti,  la fedeltà all'”insegnamento degli apostoli, la comunione, lo spezzare il pane e la preghiera”.    
La preghiera per l’unità dei cristiani non è separabile dalla preghiera per la pace e per la giustizia ed uniti ci si può ricongiungere  per  essere  forti nella predicazione e vivere l’evangelo della riconciliazione e della pace, ovunque vi sia parzialità ed ingiustizia.

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Famiglia Cristiana. Vivi e trasmetti il Vangelo?

“Peccato che molte famiglie, prese dalla routine quotidiana, si siano perse questo appuntamento interessantissimo, una vera grazia di Dio”.
E’ questa la considerazione che, a caldo, si sentiva fare da moltissime coppie alla fine del convegno organizzato dall’ Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia che si è tenuto a Rosolini Domenica 16 Gennaio u.s. sul tema “Famiglia cristiana, vivi e trasmetti il Vangelo? ”
“Peccato…”, sì perchè abbiamo avuto la fortuna di ascoltare un relatore d’eccezione, uno sposo e padre di famiglia, il prof. Gioacchino Lavanco, il quale da vero esperto della comunicazione, ci ha tenuti piacevolmente attenti per ben due ore.
Egli, facendo leva sul vissuto quotidiano di una comune famiglia, a volte della sua stessa famiglia, ci ha condotti, spesso con costruttiva ironia, su un percorso di indagine sulle reali dinamiche relazionali della famiglia, facendoci  scoprire come la nostra quotidianità fatta di difficoltà e di piccoli traguardi, di fatiche e di delusioni, di errori e di buone scelte, di incomprensioni e di cadute, trova e si riempie di senso solo con la fede. La famiglia, ha detto a più riprese il prof. Lavanco, è una esperienza che nasce nell’amore, cresce e si alimenta con l’amore. Amore che, come relazione, viene prima della quotidianità e del fare. Esso, fondamento della relazione di coppia e non sua conseguenza,  è governo di tutte le cose e per una coppia vuol dire invecchiare insieme, vuol dire pazienza, perdono, disponibilità. Nella vita di una coppia cristianamente fondata e motivata, amare non vuol dire non fare errori, ma discutere degli errori, avere pazienza, saper perdonare, saper ascoltare, dedicare tempo. Amare non è una routine, è comunicazione piena di libertà e di responsabilità. La famiglia può riuscire ad assolvere il suo mandato di educatrice primaria alla buona notizia del Vangelo solo se saprà adottare la pedagogia di Gesù con i discepoli di Emmaus. Essa deve camminare accanto, come Gesù con i due discepoli, stare accanto e dedicare il tempo necessario, sedere insieme e aiutare a dare senso alla quotidianità, senso al dolore e alle difficoltà, accompagnando le persone ad affrontare le fatiche della vita.   
Con numerose altre indicazioni preziose, l’amico Gioacchino (così ha preteso che ci rivolgessimo a lui) ci ha dato una ricarica di ottimismo e di speranza. Ricorrendo spesso al suo esilarante dialetto palermitano, ci ha incoraggiati a continuare il nostro cammino di sposi e di genitori cristiani acquisendo sempre di più consapevolezza del mandato ricevuto e facendo tesoro di tutto ciò che la grazia di Dio ci mette a disposizione per assolverlo.
Molto apprezzati da tutti i riferimenti al ruolo importantissimo che hanno anche i nonni nel processo educativo e di crescita della famiglia. Essi, diceva il relatore, sappiano essere discreti collaboratori, consapevoli della necessità di un doveroso e opportuno defilamento per lasciare posto agli altri.  Essi, inoltre, non cessano mai di essere genitori e quindi educatori.
I numerosi interventi che sono seguiti alla fine della relazione del prof. Lavanco hanno mostrato il pieno coinvolgimento dell’assemblea e una maggiore presa di coscienza da parte dei genitori presenti di essere i primi educatori nella fede e nella vita dei propri figli.

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Presentazione degli atti del Convegno di Bioetica

A distanza di qualche mese dallo scorso 10 – 11 settembre 2010 che ha visto la nostra Chiesa di Noto impegnata nella realizzazione del primo Congresso Internazionale di Bioetica dal titolo “Senso umano e bioetica clinica: pensare la sofferenza nella dimensione della complessità”, il nostro Vescovo Mons. Staglianò, per dare continuità e serietà scientifica al lavoro già iniziato sul versante delle problematiche bioetiche, ha voluto pensare una pubblicazione che raccolga il lavoro annuale del Congresso (ormai istituzionalizzato) e tutta la serie di appuntamenti che dal prossimo 13 maggio troveranno il via.
Il prossimo 27 gennaio alle ore 17.00 presso la sala Gagliardi del Comune di Noto, verrà ufficialmente presentato a tutti i convegnisti e a quanti sono interessati il primo volume della serie dal titolo Quaderni Netini di bioetica nel quale sono raccolti gli interventi dei relatori della I e II sessione del Congresso scorso, in previsione del secondo volume previsto per il 13 maggio che raccoglierà le restanti sessioni III e IV.
Per l’evento saranno presenti: il nostro Vescovo Mons. Staglianò, il Vicario per la Cultura don Ignazio Petriglieri, il direttore e curatore della serie don Antonio Stefano Modica, il Prof. Pietro Grassi curatore e membro del nostro comitato scientifico.
Per la prolusione interverrà Mons. Ignazio Schinella presbitero della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, ordinario in Teologia Morale presso l’Istituto Teologico Calabro (Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale), da anni impegnato sul fronte delle questioni bioetiche, dal quale, grazie alla sua esperienza, ci lasceremo aiutare sul come innescare una svolta culturale per la nostra prassi ecclesiale, non sempre in prima linea nei “luoghi dell’umano”. Il nostro Vescovo ama pensare questi spazi di riflessione come «il “cortile dei gentili”, come un luogo per incontrarci e sfatare un pregiudizio, che vede la Chiesa chiusa e capace solo di anatemi proibenti, su questioni inerenti la vita; dimenticando – troppo spesso – il suo essere madre ed “esperta in umanità”».
Per tali ragioni, la serie dei Quaderni Netini di bioetica di cui si prevedono tre numeri annuali, vogliono dare vita a un dibattito, aperto ed interdisciplinare che con umiltà, in modo costruttivo e creativo, si propone di continuare il confronto e mantenere vivo il rapporto con coloro che in questa nostra epoca travolta dal tecnicismo, si interrogano -credenti e non- sul senso della vita e della morte, della malattia e della cura,  così da costruire una feconda comunità di pensiero e di progetto, capace di contemplare orizzonti più vasti e aperti.

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Il vaticanista Luigi Accattoli incontra gli operatori della Comunicazione

Comunicato Stampa>>

Il 24 Gennaio a Modica presso il Santuario Madonna delle Grazie con inizio alle ore 11,00 si terrà un incontro diocesano con i Giornalisti e gli operatori delle comunicazioni sociali, organizzato dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali. A questo incontro parteciperanno i giornalisti delle provincie di Ragusa e di Siracusa. Il Vescovo di Noto, S. E. Mons. Antonio Staglianò, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, invita tutti voi, giornalisti e operatori delle comunicazioni sociali ad un incontro nel quale affronteremo con l’aiuto di un noto Vaticanista, dott. Luigi Accattoli, un tema che sta molto a cuore alla chiesa locale di Noto “Sfida educativa e Cultura digitale”. L’UCS ha invitato tutti gli operatori del settore, giornalisti, redazioni e collaboratori tutti. L’intento del Vescovo e quindi della diocesi netina è quello di poter collaborare sempre più attraverso le professionalità presenti in diocesi per una crescita socio-culturale del territorio.

Una breve scheda biografica del relatore per meglio comprendere l’alto spessore del relatore che insieme
ascolteremo.

Alleghiamo il programma dell’incontro.

Programma:

Ore 11,00 Relazione di Luigi Accattoli su “Sfida educativa e Cultura digitale”.
Ore 11,30 Interventi in aula sul tema.
Ore 11,45 Conclusione di S. E. Mons Antonio Staglianò.
Ore 12,00 S. Messa in onore di San Francesco di Sales presieduta dal Vescovo.

Presiede: S. E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, membro della Commissione Episcopale Italiana per la cultura e le comunicazioni sociali.
Relaziona: dott. Luigi Accattoli, Vaticanista ed editorialista del Corriere della Sera.
Modera: don Rosario Sultana, Direttore UCS

A conclusione verrà consegnato ai presenti il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2011 – Verità annuncio e autenticità di vita nell’era digitale.

Allegato:

Scheda biografica

Luigi Accattoli è giornalista del Corriere della Sera dal 1981, scrittore e conferenziere. Nato a Recanati (Macerata) nel 1943, vive a Roma con cinque figli (Valentino, Agnese, Beniamino, Matilde, Miriam) e la sposa Maria Luisa Cozzi.
Dal 1975 al 1981 aveva lavorato alla Repubblica. Collabora alla rivista Il Regno dal 1973. Negli anni dell’Università (Lettere moderne a Roma), fece parte della Presidenza nazionale della Fuci, cooptato dai presidenti Giovanni Benzoni e Mirella Gallinaro (1968-1970) come redattore della rivista Ricerca. E’ autore del volume Giovanni Paolo. La prima biografia completa, San Paolo 2006 (una prima edizione di questo lavoro, Karol Wojtyla. L’uomo di fine millennio, San Paolo 1998, era stata tradotta in nove lingue). Altre pubblicazioni: Cerco fatti di Vangelo. Inchiesta di fine millennio sui cristiani d’Italia, SEI 1995; Quando il Papa chiede perdono. Tutti i mea culpa di Giovanni Paolo II, Leonardo 1997 (tradotto in otto lingue e ripubblicato negli Oscar Mondadori); Vaticano. Vita quotidiana nella città del Papa, Arsenale Editrice 1998 (tradotto in quattro lingue); Islam. Storie italiane di buona convivenza, EDB 2004. I mass media, la famiglia, la vita cristiana nella città secolare sono gli argomenti dell’attività di conferenziere. Di questi temi tratta nei volumi Io non mi vergogno del Vangelo. Dieci provocazioni per la vita quotidiana del cristiano comune (EDB1999, nove ristampe); Dimmi la tua regola di vita. Cinque tracce dell’avventura cristiana nella città mondiale (EDB 2002); Il Padre nostro e il desiderio di essere figli. Vademecum di un giornalista per abitare a lungo nella preghiera di Gesù (EDB 2005).

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COMUNICATO STAMPA – Incontro diocesano con i Giornalisti e gli operatori delle comunicazioni sociali ‘Sfida educativa e Cultura digitale’

Incontro diocesano con i Giornalisti e gli operatori delle comunicazioni sociali ‘Sfida educativa e Cultura digitale’
Modica, 24 Gennaio 2011
Santuario Madonna delle Grazie – ore 11,00

 


Egregi giornalisti delle provincie di Ragusa e di Siracusa, il Vescovo di Noto, S. E. Mons. Antonio Staglianò, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, invita tutti voi, giornalisti e operatori delle comunicazioni sociali ad un incontro nel quale affronteremo con l’aiuto di un noto Vaticanista, dott. Luigi Accattoli, un tema che sta molto a cuore alla chiesa locale di Noto ‘Sfida educativa e Cultura digitale’.

 


L’altro fratello

Il tema dell’immigrazione non può risolversi in un intreccio di emozioni o a una questione di aiuti. Scrivono opportunamente i nostri vescovi al n. 4 del recente documento sul Mezzogiorno “Per un Paese solidale”: «La massiccia immigrazione dall’Europa dell’Est, dall’Africa e dall’Asia ha reso urgenti nuove forme di solidarietà. Molto spesso il Sud è stato il primo approdo della speranza per migliaia di immigrati e costituisce il laboratorio ecclesiale in cui si tenta, dopo aver assicurato accoglienza, soccorso e ospitalità, un discernimento cristiano, un percorso di giustizia e promozione umana e un incontro con le religioni professate dagli immigrati e dai profughi». Da qui l’importanza di una ricerca, come quella riportata nel secondo quaderno del nostro Osservatorio delle povertà dedicato all’immigrazione, che nel riferimento ad un territorio preciso – quello della nostra diocesi – aiuta a comprendere meglio come l’integrazione di culture diverse accade o non accade nella quotidianità della vita. Si focalizzano così domande che impegnano intelligenza, cuore, corpo: come l’antico vicinato del Sud d’Italia reagisce all’incontro con gli stranieri? come la cura per le nostre famiglie grazie alla badanti può comporsi con la cura dei loro figli? Quali sofferenze, come violenza sessuale e aborti coatti, non scorgiamo? Come si coniugano lavoro e diritti? Cercando di raccogliere elementi di discernimento si traccia una via – la via della relazione – che rende l’accoglienza dell’altro, come sottolinea nell’introduzione il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, elemento costitutivo di una «carità nella verità» e dell’educazione alla «vita buona e bella del Vangelo». Peraltro non si tratta di una semplice introduzione ma di una riflessione teologica che aiuta a cogliere nel rapporto con l’altro una dimensione ontologica, costitutiva del nostro essere, che impegna a fare dell’accoglienza il tratto costitutivo del nostro stare nella storia. Le due parti del libro, curate da Vincenzo La Monica (referente regionale Caritas per l’immigrazione e redattore per la Sicilia del Dossier sull’immigrazione curato ogni anno da Caritas Italiana e Migrantes) e da Salvo Garofalo (responsabile dell’Osservatorio diocesano delle povertà) intrecciano dati statistici, riflessioni su vita – lavoro – famiglia, interviste qualitative, offrendo significativi motivi al pensare e all’agire. Nel titolo – “L’altro fratello” – si condensano i vari elementi attraverso un forte invito alla consapevolezza della comune fraternità. Il libro sarà presentato venerdì 21 gennaio 2011 alle ore 18,30 nel salone della chiesa madre di Pozzallo.

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Gemellaggio con l’Aquila: ritrovare il senso vero del con-patire

Ha parlato in piedi Goffredo Palmerini lo scorso 4 gennaio nell’Aula Consiliare di Modica, per rispetto al luogo di espressione massima della democrazia in un territorio, lui che fino al 2007 è stato vicesindaco dell’Aquila e che ora segue le comunità abruzzesi nel mondo, continuando così il suo impegno civico e culturale (come scrittore, giornalista, membro dei consigli direttivi di varie istituzioni, tra cui l’Istituto cinematografico dell’Aquila). Ha parlato con commozione, ringraziando subito per i legami che si sono avviati e che sono continuati dopo il terremoto con l’Aquila, ed in particolare con la storica e popolosa frazione di Paganica. Ha subito spiegato che compatire, nel suo senso etimologico, dice passione condivisa. Andando così al cuore di gemellaggio, che ha preso il tono dell’incontro tra gente che coltiva passioni forti perché le città rinascano recuperando le proprie radici. Solo così potranno restare comunità e diventare, soprattutto per le nuove generazioni, luogo in cui poter sperimentare quella vita buona e bella che sarà, per l’Abruzzo la forza più vera di una ricostruzione che allo stato attuale non c’è. Condivisione di passione per il bene in cui entrano a pieno titolo gli italiani nel mondo: altri sessanta milioni di italiani che, con fatica, si sono conquistati stima e che spesso non capiscono la degenerazione in cui versa il nostro Paese. Italia che ripensiamo a cento cinquanta anni dall’unità attraverso legami che nascono dal dolore e fioriscono in amicizia, impegno per la giustizia, cultura. Ha fatto riscontro alle parole di Goffredo Palmerini il Sindaco di Modica Antonello Buscema, che ha ricordato come ogni terremoto porta lutto e devastazione ma anche dovere e possibilità di ricostruzione, da sempre pensare nell’ottica del bene comune. Poco prima nella chiesa di San Pietro c’era stato il momento liturgico, con l’adorazione eucaristica in cui si esplicitava come questa vicinanza che si è creata con l’Aquila ha a che fare con la vicinanza di Dio, con il suo farsi uomo, il farsi bambino. Nel suo intervento Federico, figlio di Goffredo e seminarista, ha offerto una sua lettura della vita che ci riserva doni, come l’amicizia nata tra Paganica e la diocesi di Noto, per i quali occorre conservare stupore e capacità di riceverli, e così permettere a Dio di entrare nella vita personale e comunitaria. Ha quindi ricordato come sia  importante ringraziare per la gratuità dei doni di Dio e di chiedere scusa quando li roviniamo, e questo per vivere bene la nostra vita e tutti i suoi tempi di dolore e di gioia. Così la storia riceve la luce di Dio, che resta una luce discreta, una luce offerta. Aprendo vie di salvezza, come i passi successivi del gemellaggio che si sono pensati nelle giornate di visita di Goffredo, Federico insieme alla sposa e madre signora Anna, e che domenica 10 gennaio saranno condivisi con la comunità di Paganica: continueranno incontri attraverso visite ma anche si programmeranno momenti comuni annuali in cui condividere discernimento e riflessione sui grandi temi della vita da riprendere poi durante l’anno; si penseranno iniziative di servizio ed educative (soprattutto per gli adolescenti) con scambi tra la parrocchia di Paganica e parrocchie della diocesi di Noto; si sosteranno iniziative di condivisione e di economia sociale nel segno della reciprocità; ci saranno momenti costanti di preghiera gli uni per gli altri e lettere di comunione per informarsi sul cammino delle due comunità. Man mano si cercherà di capire anche quali risvolti possono esserci per la vita delle due comunità sociali e civiche; intanto è stata compiuta una tappa importante che segna una svolta: dall’emozione per il terremoto alla fedeltà di un cammino in cui le due comunità si impegnano a dare e ricevere nel segno della vita buona e bella e di città ripensate mettendo al centro l’uomo.

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