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44° CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE

Con il titolo titolo “CONFINI, ZONE DI CONTATTO E NON DI SEPARAZIONE”, si svolgerà a Grado (GO) da lunedì 8 a giovedì 11 aprile 2024.

Il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dal titolo “CONFINI, ZONE DI CONTATTO E NON DI SEPARAZIONE”, si svolgerà a Grado (GO) da lunedì 8 a giovedì 11 aprile 2024.

Prevista la partecipazione di oltre 600 delegati, rappresentanti delle 218 Caritas diocesane di tutta Italia che, ripartendo da quanto emerso dal Convegno dello scorso anno a Salerno e guardando al Giubileo del 2025, rifletteranno insieme sul tema dei “confini” alla luce delle “tre vie” consegnate loro da papa Francesco in occasione del 50° dell’istituzione di Caritas Italiana (1° luglio 1971): la via degli ultimi; la via del Vangelo; la via della creatività.

Il “confine” di questo 44° Convegno è pensato non come la linea che stabilisce un dentro e un fuori, ma come una porta, che permette di uscire e di entrare, che si può però anche chiudere e bloccare. Proprio il confine segna il punto di contatto tra centro e periferia: può essere o diventare luogo di incontro e di annuncio o elemento che crea distanza ed esclusione; dipende da come si usa la porta.

Il Convegno si svolgerà sul confine che scorre nei pressi di Grado e Gorizia, tra Italia e Slovenia, reso permeabile dalla comune appartenenza all’Unione Europea, che però rimane a sottolineare come le differenze debbano essere valorizzate, messe in comunicazione, rese feconde. Gorizia che, assieme a Nova Gorica, nel 2025 sarà Capitale europea della Cultura.

La “carità” (in latino “caritas”) è “attraversamento di confini”, come ricorda mons. Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana. «Tutti i confini, a cominciare da quelli che abbiamo nel cuore e nella testa…». Vogliamo «farli diventare punti di incontro e di riconciliazione». «Molte sono le chiavi di lettura che la parola “confine” può dare», sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. «Vorremmo fornire prospettive di futuro piuttosto che analisi del passato. Il Convegno ci deve aiutare a fare un passo oltre. In sostanza, come ci ha invitato a fare papa Francesco lo scorso agosto alla GMG di Lisbona, dobbiamo ripensare i confini come “zone di contatto” e non di separazioni ed egoismi che portano inevitabilmente a conflitti».

Il 44° Convegno nazionale si aprirà lunedì 8 aprile 2024, alle ore 16.00, con i saluti delle autorità civili e religiose, e l’introduzione di mons. Carlo Redaelli. Dopo la preghiera di apertura, porteranno il loro contributo padre Luciano Larivera (direttore del Centro culturale Veritas di Trieste) e don Matteo Pasinato (direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Venezia).

Il programma completo dei 4 giorni qui 👉 http://www.caritas.it/44-convegno-nazionale-delle-caritas-diocesane-grado-go-8-11-aprile-2024/

TUTTO DA PERDERE: IN ITALIA LA POVERTÀ SI FA STRUTTURALE

l dati del rapporto Caritas 2023, con un focus sui lavoratori poveri che ammontano a 2,7 milioni su 5,7 milioni di poveri in totale. Gli stranieri, l’8,7 della popolazione, costituiscono il 30% dei poveri assoluti

In Italia, la povertà sta crescendo, consolidandosi come un fenomeno ormai “strutturale”. Dal 2021 al 2022, il numero di poveri assoluti è aumentato di 357mila unità, raggiungendo la cifra di 5 milioni e 674 mila persone, pari al 9,7% della popolazione (rispetto al 9,1% del 2021). Un residente su dieci attualmente non ha accesso a un tenore di vita dignitoso. Un quarto dei poveri assoluti ha un lavoro, evidenziando la critica situazione dei “working poor”, i lavoratori poveri. E alcune nuove forme di povertà, come quella energetica derivante dai costi delle bollette, si stanno affiancando alle vecchie problematiche.

Il Rapporto 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia, diffuso dalla Caritas italiana (ce n’è una sintesi, da scaricare in .pdf a fondo pagina) offre uno sguardo approfondito sulla situazione. L’Italia si distingue come il paese europeo con la trasmissione intergenerazionale più intensa delle condizioni di vita sfavorevoli, indicando che chi nasce povero ha maggiori probabilità di rimanere tale da adulto. I dati rivelano un aumento di 357 mila persone nella povertà assoluta tra il 2021 e il 2022.
«Gli stranieri», si legge sul rapporto, «pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione, costituiscono il 30% dei poveri assoluti. I lavoratori poveri che si rivolgono alla Caritas sono il 22,8% dell’utenza, di cui il 64,9% sono stranieri. Mentre la presenza di oltre 2,1 milioni di famiglie povere può dirsi una sconfitta per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per l’intera società, che si trova a dover fare i conti con la perdita di capitale umano, sociale, relazionale che produce gravi e visibili impatti anche sul piano economico. Tutti
possiamo dirci vinti di fronte a 1,2 milioni di minori in condizione di indigenza, costretti a rinunciare a tante opportunità di crescita, di salute, di integrazione sociale, e il cui futuro sarà indubbiamente compromesso».

Un focus è dedicato ai “working poor”, «caratterizzati da lavori in nero, part-time forzati e salari inadeguati», sottolineando la loro lotta per sopravvivere. I “working poor” in Italia ammontano a 2,7 milioni (11,5% degli occupati, rispetto al 8,9% della media europea). Il 47% dei nuclei in povertà assoluta ha il capofamiglia occupato, mentre questa percentuale sale all’81,1% nelle famiglie povere composte solo da stranieri.

Il rapporto evidenzia anche gli “eventi svolta” che possono portare alla vulnerabilità sociale, come diventare genitori, con l’80% degli utenti con figli minori. Riguardo alla povertà energetica, nel 2022 il 45% degli oltre 86 mila sussidi economici erogati dalla Caritas è stato destinato ai “bisogni energetici”, ovvero alle bollette.

Infine, il rapporto si esprime in maniera critica sulla riforma del Reddito di cittadinanza, sottolineando che l’abbandono del principio di universalismo selettivo e l’introduzione di nuovi requisiti lascia scoperte alcune specifiche tipologie di poveri. Le stime disponibili indicano in circa il 33% i nuclei già beneficiari di RdC che non avranno diritto all’Adi, per un numero di 400mila nuclei su 1,2 milioni di famiglie: « Nel 2022, tra i
beneficiari di Caritas, il 19% era percettore di RdC (17mila famiglie) con punte del 44% al Sud e del 50% nelle Isole. Vi sono inoltre molti dubbi sulla reale possibilità di trovare un’occupazione entro i 12 mesi di copertura economica per la formazione garantiti dall’SFL. Note positive riguardano invece i circa 50mila nuclei di stranieri che potranno accedere per la prima volta alla misura e il fatto che sommando gli importi dell’Adi con quelli dell’Assegno Universale Unico per i figli a carico, la nuova impostazione è sicuramente migliore per le famiglie numerose rispetto a quella precedente».


BANDO 15 DICEMBRE 2022

SELEZIONI PER SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

Ai sensi del Bando di Servizio Civile Universale del 15/12/2022 del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale,

SONO CONVOCATI

col presente avviso gli aspiranti volontari del Servizio Civile Universale che HANNO PRESENTATO domanda presso l’ente Caritas diocesana di Noto (Caritas Italiana), per i progetti “L’amore qui non passa_Noto” (Piccoli Fratelli Onlus, Modica e Agape Pachino), “Il nome del padre e le benedizioni della madre_Noto” (Casa Don Puglisi, Modica), “Diamo una mano_Noto” (Centro di Ascolto, Pachino).

Le selezioni si terranno SABATO 11 MARZO 2023, dalle ore 09.00 alle ore 19.00.

Sono previsti inizialmente un corso informativo e dinamiche di gruppo e a seguire, nella stessa giornatai colloqui individuali (che ricordiamo sono obbigatori) e le selezioni finali.

Le selezioni si svolgeranno IN PRESENZA presso il Convento Santa Maria di Gesù in via Roma 116, 97014, ad Ispica (RG). Clic qui per raggiungere il Convento Santa Maria di Gesù.

I candidati sono tenuti a presentarsi:

  • soli e senza alcun bagaglio;
  • senza sintomi di sospetto covid19 e senza misure isolamento in corso;
  • con documento di identità valido e codice fiscale.
    L’ente Caritas assicura per tutta la durata delle selezioni il rispetto scrupoloso delle norme anti-contagio covid19.

NB: come indicato all’art. 6 “Procedure selettive” del Bando: “La pubblicazione del presente calendario ha valore di notifica della convocazione. Si ricorda che il candidato che, pur avendo inoltrato la domanda, non si presenta al colloquio nella data stabilita senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura”.

Per maggiori info (anche via whatsapp) > 3332514260


Quarto monitoraggio Caritas sull’emergenza pandemia e sulle risposte attivate nel territorio

COVID-19: A UN ANNO DALLA “FASE DUE”, UNA NUOVA SPERANZA

 

Dopo il lungo lockdown di primavera a cui ci aveva costretto la pandemia da Covid-19, il 18 maggio dello scorso anno il Consiglio dei Ministri approvava il decreto-legge che prevedeva una serie di misure per la ripartenza, la cosiddetta “Fase due”. A distanza di un anno da tale evento, e in considerazione della persistente situazione di emergenza che sta producendo effetti molto pesanti sulla situazione socio-economica dell’Italia e di altri Paesi, Caritas Italiana ha realizzato una quarta rilevazione sui bisogni, le vulnerabilità, ma anche le risposte e le speranze di questo tempo. La rilevazione, alla quale hanno partecipato 190 Caritas diocesane, pari all’87,1% del totale, ha avuto l’obiettivo di indagare ciò che è avvenuto nei territori diocesani da settembre 2020 a marzo 2021. Sette mesi nel corso dei quali, accanto al perdurare delle situazioni di contagio, sono emersi evidenti segnali di ripresa e l’attivazione di nuove forme di sostegno a favore di persone, famiglie e imprese colpite dagli effetti socio-economici della pandemia.

Nei 211 giorni che vanno dal 1 settembre 2020 al 31 marzo 2021, le Caritas hanno accompagnato 544.775 persone. Le donne sono la maggioranza: 53,7%, così come sono la maggioranza gli italiani (57,8%).

Quasi una persona su quattro (24,4%) è un “nuovo povero”, cioè non si era mai rivolta in precedenza alla rete Caritas. Si tratta di 132.717 persone in totale. In questo caso l’incidenza degli italiani è ancora maggiore: il 60,4% dei nuovi poveri è infatti un nostro connazionale. Uomini e donne sono in eguale numero.

Complessivamente, dal maggio 2020 ad oggi, in oltre un anno di pandemia, si sono rivolti alle Caritas 453.731 nuovi poveri.

Quasi tutte le Caritas diocesane interpellate evidenziano che, accanto a situazioni legate ai bisogni fondamentali della persona (il lavoro, la casa…), compaiono bisogni inerenti alla sfera formativa e al disagio psico-sociale, che colpiscono soprattutto le donne e i giovani:

–             difficoltà legate al precariato lavorativo/occupazione femminile (93,2% delle Caritas);

–             difficoltà legate al precariato lavorativo/occupazione giovanile (92,1%);

–             persone/famiglie con difficoltà abitative (84,2%);

–             povertà educativa (abbandono, ritardo scolastico, difficoltà a seguire le lezioni, ecc.) (80,5%);

–             disagio psico-sociale dei giovani (80,5%).

 

Anche altri fenomeni sono segnalati in aumento: il disagio psico-sociale degli anziani e delle donne (entrambi indicati dal 77,4% delle Caritas), la povertà minorile (66,3%), la rinuncia/rinvio dell’assistenza sanitaria ordinaria, non legata al Covid (66,8%), le violenze domestiche (51,1%). Le persone più frequentemente aiutate dalla Caritas sono state soprattutto: persone con impiego irregolare fermo a causa del Covid19 (61,1%); lavoratori precari/intermittenti che non hanno potuto godere di ammortizzatori sociali (50%); lavoratori autonomi/stagionali, in attesa delle misure di sostegno (40,5%); lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga (35,8%).

 

Gli ambiti e i settori economici che hanno risentito maggiormente della crisi economica correlata al Covid sono stati soprattutto quelli della ristorazione, segnalati dal 94% delle Caritas diocesane, seguiti dal settore turistico-alberghiero (77,4%). La maggioranza assoluta delle diocesi segnala anche la difficoltà degli esercizi commerciali (64,2%) e delle attività culturali, artistiche e dello spettacolo (53,2%).

Sul fronte delle risposte, accanto ai servizi relativi ad aiuti materiali, vanno segnalate attività di tipo formativo e orientativo:

–             149 diocesi (78,4%) hanno attivato dei Fondi specifici di sostegno economico alle famiglie in difficoltà;

–             140 diocesi (73,7%) hanno svolto attività di orientamento e informazione sulle misure assistenziali promosse da amministrazioni centrali/territoriali (reddito di emergenza e di cittadinanza, bonus autonomi, bonus affitti, buoni spesa e bonus alimentari, cassa integrazione, vari benefit regionali, ecc.);

–             116 diocesi (61,1%) hanno attivato interventi specifici sul fronte del lavoro. Si tratta soprattutto di erogazione di borse lavoro, tirocini di inserimento lavorativo, tirocini formativi, percorsi formativi/di riqualificazione, convenzioni con aziende/ soggetti terzi per inserimenti lavorativi, sportelli lavoro/orientamento lavorativo;

–             116 diocesi (61,1%) hanno attivato interventi nell’ambito educativo: distribuzione tablet/pc/connessioni/device per famiglie meno abbienti, distribuzione tablet/pc alle scuole; acquisto libri e materiale scolastico; pagamento rette scolastiche/asili; pagamento mensa scolastica; sostegno educativo a distanza; aiuto compiti/aiuto per la didattica a distanza/dopo scuola online; borse di studio per l’iscrizione università o per sostenere la frequenza delle scuole superiori; abbonamenti ai mezzi pubblici per gli studenti; progetti contro l’abbandono scolastico; sportelli di supporto psicologico, ecc.

–             61 diocesi (32,1%) hanno attivato dei Fondi diocesani di sostegno economico alle piccole imprese.

Va inoltre evidenziata la presenza di progetti e attività innovative che, anche se in numero minore rispetto alle esperienze già descritte in precedenza, hanno saputo definire percorsi alternativi di presa in carico. È il caso del sostegno ai giostrai, ai circensi, ai venditori ambulanti, delle attività di recupero dei beni alimentari, delle nuove modalità di approccio al fenomeno delle persone senza dimora, dell’ascolto a distanza, degli ambulatori e dei servizi di tipo sanitario rivolti a coloro che non si possono permettere i costi della sanità privata.

Da sottolineare ancora una volta il grande contributo offerto complessivamente nel 2020 dagli oltre 93mila volontari operanti nei 6.780 servizi della rete Caritas, che hanno saputo dare un segno tangibile della presenza fraterna della Chiesa, accanto a tante situazioni di disagio e sofferenza. Tra questi, è bello evidenziare anche le attività svolte da 407 giovani del servizio civile, che si sono resi disponibili ad offrire il loro aiuto in diversi servizi e opere ecclesiali. Una delle lezioni apprese in tempo di pandemia si riferisce alla crescente consapevolezza che “nessuno si salva da solo”. La Chiesa si è fatta da subito segno di una comunità presente, con significative e diffuse esperienze di collaborazione operativa sussidiaria con vari enti pubblici o del privato sociale. Non si è trattato di esperienze occasionali, ma in buona parte proseguono in modo stabile.

Nel contempo si è rafforzata ancor di più la collaborazione intra ecclesiale: il 96,8% delle Caritas diocesane ha avuto rapporti stabili con le parrocchie, il 60% con il Volontariato Vincenziano, il 51,1% con gli Scout dell’Agesci, il 42,1% con i Centri di Aiuto alla Vita, il 36,8% con le Acli.

Solo lavorando uniti, “a tutti i livelli della società”, si potrà infatti, come sottolinea Papa Francesco “superare non solo il coronavirus, ma anche tanti altri virus che da tempo infettano l’umanità”, come “il virus dell’indifferenza, che nasce dall’egoismo e genera ingiustizia sociale”.

 

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito  www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Emergenza Coronavirus”) tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119