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“VOLERE VOLARE”. TRA CIELO E TERRA, CRESCERE PUNTANDO IN ALTO

Presentiamo il libro del e sul cantiere di Ispica, la cui pubblicazione è stata annunciata in occasione della conferenza su don Milani lo scorso 26 maggio

“Volere Volare”. Tra cielo e terra… crescere puntando in alto.
Dal titolo si intuisce già il motivo del nostro agire quotidiano e silenzioso tra i bambini e le loro storie, coltivando sogni col desiderio di crescere in una comunità che si fa tutta casa e famiglia.

In questo ci aiuta lo sguardo rivolto al cielo, perché stare in alto è possibile se tutti lo vogliamo: da lì su tutto diventa più leggero e bello, senza confini, differenze, diversità.
Il libro è il risultato di un lavoro artigianale fatto a più mani: descriverne la ricchezza risulta quasi impossibile, perché scritto da chi del cantiere ha fatto e continua a fare esperienza diretta.

Racconti, immagini, disegni e parole, toccano alcuni temi molto cari a tutti noi: la città, la scuola, lo sguardo dei bambini, le esperienze dei nostri giovani, l’uguaglianza: tutti aspetti che a Volere Volare sono quotidianamente vissuti, curati e coniugati attraverso la pedagogia dell’amore.

Il libro si conclude con alcuni articoli pubblicati su Annunziando, il giornale online della parrocchia SS. Annunziata e che ripercorrono momenti particolari vissuti al cantiere e testimonianze dei nostri giovani che vi hanno fatto esperienza.

Grazie allora a quanti hanno collaborato e reso speciale questo piccolo sogno che si realizza: insieme a noi animatrici del Cantiere, è stata preziosa la collaborazione di Evelina Barone, Marinella Sacchetta, Angela Micieli, oltre ai contributi iniziali di Fabio Sammito, Direttore Caritas della Diocesi di Noto ed il nostro Vescovo, Mons. Salvatore Rumeo.

Un vivo ringraziamento va alla Banca Agricola Popolare di Ragusa e alla sua Direzione, per aver creduto al progetto ed averne finanziato in parte la stesura e la pubblicazione del testo.

Volere Volare… una sintesi di un sogno, un’immagine di futuro, un luogo del cuore che mette radici in quanti proprio del sogno si fanno maestri, che mette le ali a quanti desiderano continuare a sognare.

Gli animatori di Volere Volare

VOLERE VOLARE: “LA PAROLA FA EGUALI: DON MILANI E LA SUA SCUOLA”

La conferenza al Cantiere Educativo di Ispica in occasione del centenario della nascita del priore di Barbiana

Si è svolta, lo scorso martedì 30 maggio, la conferenza su Don Milani, promossa e voluta dal nostro Cantiere Educativo “Volere Volare” in occasione del centenario della nascita del priore di Barbiana. Relatore della conferenza è stato il prof. Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, che ci ha condotto attraverso l’esistenza di don Milani alla luce dei suoi scritti.
La grandezza non si misura dalla grandezza del luogo in cui si è svolta”.
Questa frase, che don Milani scriveva in una lettera alla madre, ci fa entrare con forza dentro ciò che lo animava in tutta la sua vita trascorsa a Barbiana. Un esilio in un luogo con meno di cento abitanti, trasformato in vita che germoglia e rende nuove tutte le cose.
MANI allenate a sciogliere i nodi dell’esistenza umana e dei suoi drammi.
PIEDI che hanno camminato e accompagnato le fatiche del popolo.
LA PAROLA, donata e trasmessa, come mezzo per formare una coscienza critica e storica, diventa strumento di uguaglianza civile e sociale, di un pensiero critico, di espressione di ciò che si ha dentro per tutti quei bambini e ragazzi a cui don Milani dedicò l’intera sua esistenza.
«L’arte dello scrivere è la religione, il desiderio di esprimere il nostro pensiero e di capire quello altrui è l’amore. E il tentativo di esprimere le verità che solo si intuiscono le fa trovare a noi e agli altri. Per cui essere maestro, essere sacerdote, essere cristiano, essere artista, essere amante o essere amato, sono in pratica la stessa cosa».
Così l’esempio di don Milani e della sua cura diventano invito per tutti noi a fare nostro il suo CORAGGIO per avere a cuore la formazione e la crescita delle nuove generazioni.
La stipula della convenzione tra il nostro cantiere e gli istituti scolastici di Ispica Istituto Comprensivo “Padre Pio da Pietrelcina”  e Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci” Ispica non poteva essere inserita in una occasione migliore. L’impegno è di tutti, crediamoci!
Ha fatto seguito la presentazione del libro del Cantiere Volere Volare. Tra cielo e terra…crescere puntando in alto, che ripercorre questi primi tre anni di vita del cantiere a Ispica. A conclusione della serata è stata presentata anche una piccola mostra fotografica realizzata dai bambini del cantiere e che espone il loro pensiero sulla città, su come la vivono e come la vorrebbero: abbiamo voluto dare loro la parola perché arrivasse a tutti.
Grazie a quanti sono intervenuti: le maestre dei nostri bambini, compagne e sostegno del nostro operato, i volontari, le famiglie dei bambini, i cantieri educativi, gli insegnanti, gli amici, i presidi degli istituti scolastici, il prof. Alberto Moltisanti e la prof.ssa Elisa Faraci, il signor Sindaco, dott. Innocenzo Leontini, Fabio Sammito, direttore della nostra Caritas di Noto, il prof. Giovanni Peligra e il prof. Sergio Tanzarella per averci donato una bella, ricca e radicale conoscenza di don Milani.

VOLERE VOLARE: TESSERE COMUNITÀ

Nella scorsa settimana il cantiere educativo Volere Volare di Ispica è stato coinvolto in un importante progetto: “tEssere 2023” di Kromato Edizioni che ha visto protagonisti indiscussi i bambini, i quali sono diventati dei veri e propri artisti cimentandosi nell’intreccio di fili per la realizzazione dell’arazzo “Tessere comunità”, lavorando al Tappeto di Perline e realizzando dei disegni che hanno formato poi un grande arazzo di carta dai molteplici colori.

Al progetto hanno partecipato anche le mamme e alcuni volontari del cantiere. Insieme al tessere fantasioso e originale dei fili e dei ricami è emersa tanta ricchezza data dalla creazione di legami e dalla condivisione di valori che ha permesso di diventare l’uno per l’altro grembo accogliente, famiglia ospitale, ognuno con la propria singolarità ma tutti accomunati da un solo sentire, quello di essere un’unica comunità che mette in circolo l’amore, proprio come un grande mosaico costituito da molteplici tessere ma capaci di formare tutte insieme un armonico motivo.
Un grazie speciale a tutte le mamme e ai volontari che hanno partecipato con entusiasmo a questa iniziativa comunitaria e un grazie particolare alla curatrice del progetto Evelina Barone, all’artista Jonida Xherri e a Maria Rita Mauroni che sono riuscite a coinvolgere tutti, dai più piccoli ai più grandi, alimentando i sogni e le speranze di ognuno, contribuendo a portare la bellezza in ogni sua forma nel mondo a partire proprio dalla nostra Ispica.

AVVENTO 22 – LA RACCOLTA CARITAS

L'invito alle comunità della Diocesi è di rivolgere la propria sensibilità al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica

Per la raccolta dell’Avvento di fraternità la nostra sensibilità sarà rivolta  al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica e al loro servizio a favore dei fratelli migranti che vengono a visitare il nostro territorio in cerca di aiuto e sostegno.

Come donare

Oltre alla raccolta domenicale nelle comunità parrocchiali, sarà possibile anche donare attraverso il conto corrente bancario presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, intestato a Caritas Diocesana di Noto. Iban: IT22A0503684480CC0180032790 – Casuale: Raccolta Avvento di fraternità 2022.

 

Ecco, a proposito, una lettera dei Frati per capire, in profondità, la loro perseverante e accogliente azione quotidiana e la fede che la ispira.

Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?»”. (Lc 10,33-36).

  1. Con questa icona evangelica ci presentiamo come fraternità di evangelizzazione dei frati minori di Sicilia, in Ispica. Una casa per le Missioni e l’Evangelizzazione che in questi anni, guidata dallo Spirito Santo, ha saputo docilmente modellarsi e adattarsi a quella forma che il Vangelo ha ispirato giorno dopo giorno, volto dopo volto: incontrato, accolto, conosciuto e salutato. Esperienza ricca, faticosa ma sempre creativa nell’annuncio della buona notizia, unico movente che ci ha tenuti uniti alla voce di Colui che ci ha costituiti fraternità. Oggi rivolgiamo a tutti voi fratelli e sorelle della Chiesa di Noto la nostra piccola testimonianza.
  2. Sentiamo forte il passaggio epocale che la storia dell’umanità sta attraversando e che, in piccolo, sta coinvolgendo la nostra fraternità lasciandola sulla soglia di una identità che va definendosi. Due i pilastri sorreggono l’architrave della nostra fraternità segnata dal sangue del redentore, pilastri che restano saldi e chiari ad ogni fratello che qui vive: la solidità della vocazione ricevuta e la bellezza profetica della fraternità, con la porta aperta all’esterno dove il buon Pastore continua a bussare e a raggiungerci attraverso quelle pagine di vangelo che ogni fratello pellegrino nel mondo porta in sé.Frati Minori di Ispica - Incontri per l'integrazione
  3. Assistendo al continuo e tragico flusso migratorio nel nostro mare mediterraneo, avendo vissuto, anche noi, l’esperienza lunga e dolorosa della pandemia, testimoni di una storia che mostra segni di regressione, la nostra fraternità continua a porsi in ascolto per trovare la risposta all’azione dello Spirito che ci interpella attraverso il mandato che il Cristo Risorto rivolge ancora oggi nei nostri cuori. Ne troviamo attuazione nell’accoglienza degli uomini in cammino che abbiamo incontrato durante questi tre anni. Facciamo esperienza di evangelizzazione “ad extra” poiché il nostro carisma ci chiama a stare tra la gente e ad “intra” poiché gli ospiti in viaggio che vivono con noi nutrono il nostro cammino di sequela.
  4. L’icona evangelica del Buon Samaritano, come dicevo prima, è ispiratrice per la fraternità. Ci riconosciamo nella figura del malcapitato soccorso da uno straniero che “era in viaggio”. Abbiamo, concretamente, fatto esperienza dello straniero che si accosta e ci visita bussando alla nostra porta, portando con sé il Vangelo della salvezza. Davvero, ciascuno dei nostri ospiti è stato portatore di un Vangelo incarnato nelle vite dell’uomo. Ci siamo così accorti che il Vangelo ci è arrivato dentro casa, un Vangelo senza l’etichetta di “migrante”, un Vangelo che contempla l’uomo in viaggio nella sua totalità e che sempre lo riconosce come portatore di salvezza.
  5. L’armonizzazione dell’annuncio del Vangelo tra le mura del convento con l’accoglienza e l’annuncio in strada tra la gente ci ha immersi nella bellezza dell’essere minori e non detentori di un messaggio. Riconosciamo, infatti, come molto spesso questo messaggio di Salvezza ci anticipa e porta in sé quel seme della Parola di Vita che il Seminatore ha già seminato prima del nostro arrivo.  Così, Evangelizzati dai fratelli che ci hanno visitato, riscopriamo la fatica di abbandonare la logica del fare per riscoprire la modalità di un annuncio semplice ed essenziale, vissuto nella preghiera, nella minorità e nella fraternità tra la gente, e nel riscoprirci testimoni del Vangelo che ci ha inseriti nell’eccedenza della misericordia di Dio.