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25 ANNI DA VESCOVO DI S.E. MELCHISEDECH: LA LETTERA DI CONCETTA, MISSIONARIA E AMICA

Le parole di Concetta Petrilliggieri, che ha condiviso e percorso tratti di vita e di evangelizzazione di Mons. Melchisedec e che lo ha conosciuto da giovane parrocchiano di San Pietro

Domani, mercoledì 2 agosto 2023, la Diocesi di Butembo-Beni (nella Repubblica Democratica del Congo) sarà in festa, in occasione del 25° anniversario di Consacrazione Episcopale del suo Vescovo, mons. Melchisedec Sikuli Paluku, avvenuta il 2 agosto 1998.
La Diocesi africana è gemellata con la Diocesi di Noto dal 21 aprile 1988, quando, in occasione del XXV anniversario di Episcopato dell’allora Vescovo di Noto, monsignor Salvatore Nicolosi, venne siglato ufficialmente un atto ufficiale, con il Vescovo di quella Diocesi, monsignor Emanuel Kataliko, per sancire il patto di comunione e di collaborazione tra le due Chiese.

Qui di seguito, la lettera che la nostra Concetta Petrilliggieri – missionaria per più di 40 in Congo, che ha condiviso e percorso tratti di strada, di vita e di evangelizzazione di Mons. Melchisedec e che lo ha conosciuto da giovane studente del Seminario di Roma e parrocchiano della Chiesa di San Pietro  ha voluto scrivere a S.E., in occasione del 25esimo anniversario della sua Consacrazione:

Il Vescovo Melchisedec fa memoria di 25 anni della sua grande carica di Pastore di una grandissima Diocesi: è stato un periodo molto travagliato da guerre, disordini, malintesi!

La sua presenza in Diocesi a Noto, non si limita a questi ultimi 25 anni!
Infatti, con la sua presenza come sacerdote, in tanti anni ha creato legami di amicizia sincera e duratura.
A Modica è stato parrocchiano a San Pietro. Padre Gambuzza è stato suo maestro, e ancora oggi non manca, nelle sue visite in Sicilia, di trovare gli amici “i picciotti ri san Pietro”!  per lui è come tornare a casa!

Dopo una prima visita negli Anni ’80, quando era a Roma per gli studi, ha trascorso parte delle sue vacanze in Parrocchia, e ancora oggi la sua amicizia resta solida.
Amicizia fraterna, rispettosa, reciproca in tutta libertà anche nei momenti più difficili !

Come Pastore ha cercato di “proteggere il gregge dai falsi pastori”: missione difficile per tutte le situazioni di guerre e  malattie, ma anche da segni di insofferenza all’annuncio del Vangelo!

Grazie Melchisedec  per la tua presenza!

 

Ricordiamo anche che per questa lieta ricorrenza, una delegazione della Diocesi di Noto, si recherà nella Diocesi congolese dal 30 luglio al 16 agosto 2023.

FARE STRADA INSIEME: È NATO UNO SPORTELLO MIGRANTI ANCHE A MODICA

Aperto due giorni a settimana, è un centro di ascolto e di supporto. Ma soprattutto un luogo in cui sperimentare la relazione. Ne abbiamo parlato con il nostro direttore Fabio Sammito

Anche a Modica, al nr 59 di via Grimaldi, è operativo da qualche settimana uno Sportello per migranti. Un percorso che rende visibile, nella cura quotidiana, l’attenzione di Caritas verso quei soggetti (volti, storie, famiglie… e non solo numeri) che scontano maggiormente difficoltà di orientamento (sociale, economico, burocratico) dentro le nostre comunità.
Aperto due giorni a settimana, con una mail (modicapresidio@gmail.com) e un numero di telefono (+ 39 379 1387 430) dedicati, lo Sportello intende essere un centro di ascolto e di supporto ma soprattutto un punto di riferimento anche per quelle realtà che si occupano di offrire servizi (sociali, di tutela sindacale, di supporto psicologico, di aiuto economico) agli immigrati che approdano e si stabiliscono nel nostro territorio.
Per conoscere più nel dettaglio il progetto, abbiamo posto qualche domanda al direttore di Caritas Noto, Fabio Sammito. Ecco cosa ci ha risposto.


Qual è il significato profondo di questo secondo Sportello per migranti, attivo a Modica, dopo quello che, da anni, opera a Pachino?

Lo sportello è anzitutto un luogo in cui sperimentare la relazione. Quindi: uno spazio in cui ci si incontra da fratelli, per fare strada insieme. Non è un ufficio in cui si trovano tutte le risposte o tutti i servizi ma vuole essere invece un elemento collante che può aiutare i fratelli migranti presenti nel territorio a “orientarsi” nei meandri della burocrazia e dei servizi attorno a loro. È un segno della nostra Chiesa che sta a fianco, accompagna questi nostri fratelli troppo spesso vittime di emarginazione. È anche un faro e un punto di osservazione e raccolta di dati sul fenomeno migratorio nel territorio, che può aiutare a riflettere su bisogni e servizi. Infine, lo Sportello si inserisce all’interno del più ampio Progetto Presidio che sta per partire nella nostra diocesi e che prevederà altri segni di attenzione al territorio.

Se ne sentiva davvero la necessità?
Assolutamente sì. A poco più di un mese dall’apertura abbiamo già accolto 16 casi, anche molto diversi tra loro,  che testimoniano nell’immediatezza quanto sia essenziale ed importante la creazione di strumenti come lo Sportello per accompagnare i migranti nelle varie esigenze che ogni giorno devono affrontare.

Perché a Modica?
Nasce a Modica perché qui si sono create le condizioni adatte all’apertura ma anche perchè è la città più grande nella zona ragusana della diocesi. È comunque dedicato a fratelli che possono arrivare dalle altre città della diocesi, come Pachino funge da riferimento per la zona di Siracusa.

Quali sano le richieste più frequenti che state ricevendo?
A oggi, una delle richieste maggiormente emergenti è quella di poter usufruire di una scuola di italiano per stranieri. Insieme a questo ci sono poi numerose difficoltà legate al rinnovo di permessi di soggiorno, causate in buona parte da una mancanza di comunicazione negli uffici preposti. Ci accorgiamo che spesso sono anche problemi di semplice risoluzione ma se non correttamente seguiti possono poi diventare insormontabili. Altri temi frequenti: la ricerca di lavoro e della casa. Il tema dell’abitazione è ovviamente trasversare anche alle famiglie italiane ma nel caso di cittadini stranieri si manifesta in maniera ancor più virulenta ed urgente. Siamo, ad esempio, a conoscenza di molte famiglie, anche con minori, che vivono in “case” , che sarebbe più giusto chiamare “ruderi”, in cui a volte si annidano anche comportamenti di sopraffazione da parte dei proprietari . Un tema molto ampio, delicato e complesso: ne siamo consapevoli.

Operativamente, come funziona lo Sportello?
Lo sportello ha al momento due giorni di apertura: il martedì dalle 09.00 alle 11.00 e il mercoledì dalle 18.00 alle 20.00. È coordinato da una piccola équipe in cui è presente una mediatrice culturale, un giovane laureando in giurisprudenza che da anni si occupa di accompagnare i migranti dal punto di vista amministrativo, un operatore che si occuperà di aspetti logisitici (accompagnamenti presso uffici, visite a domicilio, altre varie ed eventuali). All’interno di questo team anche io stesso sarò presente, almeno nei primi mesi di apertura. Si è costituito anche un gruppo di circa 15 volontari che si incontreranno per la prima volta lunedì 3 luglio per un momento di formazione e di conoscenza.

Avete ricevuto feedback positivi alla notizia dell’apertura dello sportello?
Al momento dai vari uffici con cui ci troviamo a fare rete abbiamo ricevuto segni di apertura e di soddisfazione per l’avvio di questo progetto. Anche la disponibilità di volontari di cui sopra è un segno che c’è voglia di mettersi a disposizione da parte di uomini e donne di buona volontà. C’è da dire che lo sportello è partito da poco tempo, per cui ci renderemo conto giorno dopo giorno di come verrà accolto e visto dalla comunità modicana in particolare e del territorio diocesano in generale.

A quali difficoltà vanno incontro i migranti che scelgono di fermarsi nel nostro territorio? Riescono a inserirsi nella comunità? La comunità riesce a mettere in atto percorsi di accoglienza e integrazione?
Il fenomeno della migrazione è estremamente complesso e costituito da tantissime variabili. Guardando al nostro territorio, però, possiamo individuare alcuni temi ricorrenti in quanto a difficoltà: abitazione, lavoro, accesso ai servizi. È importante dire che il nostro sguardo è rivolto non solo al vicariato di Modica bensì, come detto sopra, a tutto il territorio diocesano. Ed è altrettanto chiaro che già spostandosi di vicariato in vicariato sono parecchie le differenze di natura sociale, economica, culturare.

VOLONTARI SCU: COME AL PRIMO GIORNO DI “SCUOLA”

Sono i giovani che - dopo aver vinto il bando di concorso del 15 dicembre '22 e superato le selezioni - cominciano ora il lor percorso nei progetti Caritas

E così diamo il nostro caloroso “Benvenuto” ai giovani che – dopo aver vinto il Bando di Servizio Civile Universale del 15/12/2022 del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e e superato le selezioni effettuate in presenza, cominciano ora il loro percorso nei progetti SCU della nostra Caritas diocesana.

«Confortati dal sentirsi accompagnati, in movimento, in riflessione e condivisione», sono questi alcuni degli stati d’animo che i volontari hanno espresso alla fine della prima giornata di formazione generale. Un primo, necessario e fondamentale, momento di conoscenza e confronto su aspettative e timori che li accompagnano all’inizio di questo percorso.

Samantha, Maddalena, Miriana, Linda in servizio presso l’Associazione Piccoli Fratelli di Modica, (per il progetto di 12 mesi: “L’amore qui non passa”) hanno espresso il desiderio di riuscire ad avere un altro sguardo, più libero, sulla disabilità, augurandosi che questo percorso le ammorbidisca nella vita.


Egle, Federica, Alessia in servizio presso il Centro di ascolto di Pachino (per il progetto: “Diamo una mano“, in assistenza a donne con minori a carico e donne in difficoltà, della durata di 12 mesi), si sono augurate di riuscire a trovare il giusto linguaggio per comunicare con i più fragili e sensibilizzare il territorio.

Manuel, Giovanni e Ylenia in servizio presso l’Ass. Agape di Pachino (per il progetto di 12 mesi: “L’amore qui non passa”), hanno espresso la speranza di essere un valido sostegno per i ragazzi che accompagneranno.

Giulia, Gloria, Riccardo, Veronica e Arianna, in servizio presso la Casa Don Puglisi di Modica, (per il progetto “Il nome del padre e le benedizioni della madre”, in Assistenza a minori e giovani in condizioni di disagio o di esclusione sociale, della durata di 12 mesi), si sono augurati che questo percorso permetta loro di riuscire a vivere l’esperienza di servizio senza lasciarsi sopraffare dalle aspettative altrui, quanto piuttosto mettendosi in gioco per imparare ad essere presenza piena e sensibile.

Ognuno con una personalità diversa, ciascuno con le proprie aspettative e i propri timori che “messi in comune, sembrano più facili da affrontare”.
E allora, di nuovo: benvenuti, ragazzi! Buon lavoro e buona strada, perché «L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo» diceva Sofocle…

INTORNO ALLA CASA DI BETANIA: IL PODCAST DEL RITIRO CARITAS

L'audio delle due lectio della biblista Rosanna Virgili, al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso - Noto

1 e 2 giugno: al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso di Noto, due giorni di ritiro spirituale diocesano. Tema delle riflessioni: la Casa di Betania, in sintonia con il #cammino delle Chiese d’Italia.
Qui alcuni spunti che il nostro direttore, Fabio Sammito ci propone:
«Che differenza c’è tra i giovani volontari che spalano fango in Romagna e i volontari Caritas che si incontrano per ascoltare la Parola di Dio? Il fatto che Qualcuno ci ha chiesto di collaborare con Lui. Non si risponde solo a un bisogno dal basso ma a una richiesta di collaborazione da parte di Dio».
«Tutto parte, nella Bibbia, da un grido della terra, dopo che il fratello uccide il fratello. Il grido della terra, che è madre e non sopporta che il grembo diventi sepoltura, è ascoltato da Dio. Che, per questo, scende e chiede a Caino: “Dov’è tuo fratello?”».
«Un altro grido: quello del popolo d’Israele schiavo in Egitto. Dio lo ascolta e interviene, prendendosene cura. E la cura è la terra promessa, bella e spaziosa. Per questo chiama Mosè… Dio va verso i poveri e ci chiama a collaborare con lui, per loro. Con un’opera comune, perché Dio non si presenta come un leader ma come uno che chiede, un questuante».
«Ma Dio non può essere imprigionato nemmeno in un tempio. Ha accompagnato il suo popolo restando in una tenda. A Davide, che vuole fargli una casa, Dio dice di no. Sarà lui stesso a costruire come casa una discendenza».
«Quando Zaccaria nel tempio non trova fede, l’angelo di Dio va in una casa, quella di Maria. Che dice il suo sì, diventa alleata del Signore, e canta nel Magnificat la rivoluzione che Dio opera dalla parte dei poveri».
«La Caritas è proprio questo: andare con Dio verso i poveri e cantare il Magnificat, cantare la rivoluzione di Dio».
«Eccoci alla Casa di Betania, dove Marta vive l’ospitalità. Fede e ospitalità sono generate da un cristianesimo che nasce dal sud, dal Mediterraneo. È questo che rischia di mancare ai nostri figli se, come sta accadendo, si perde Dio, si perde la pietà e l’ospitalità proprie della fede cristiana».

Qui a seguire i podcast delle due lezioni tenute dalla biblista Rosanna Virgili, docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense).👇

Ascolta “1 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

Ascolta “2 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

RITIRO DIOCESANO RESIDENZIALE: 1 E 2 GIUGNO ’23

Due giornate di spiritualità al Santuario Maria Scala del Paradiso. Iscrizioni entro il 26/05 tramite il form riportato nel testo

Carissimi,
anche quest’anno ci prepariamo a vivere due intensi giorni di ritiro diocesano al Santuario diocesano Maria Scala del Paradiso. Come sempre il ritiro è residenziale (l’1 e il 2 giugno 2023). Ricordiamo di portare la Bibbia.
Quest’anno sarà con noi la biblista Rosanna Virgili, laureata in Filosofia all’Università di Urbino, in Teologia alla Pontificia Università Lateranense e Licenziata in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attualmente è Docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense).

Il tema sarà la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia e in continuità con il ritiro di Quaresima guidato da fra Giuseppe Maria Pulvirenti.
Sarà anche un’occasione preziosa di incontro e preghiera insieme al nostro nuovo pastore Mons. Salvatore Rumeo.

Questo il programma del ritiro:
Giovedì 1 giugno
– Ore 15.00 arrivi
–  O
re 16 .00 introduzione e invocazione allo Spirito Santo
– Ore 16.00 -17.30 lectio
– Ore 17,30 pausa
– Ore 18.00 -19.30 condivisione
– Ore 19.30 vespri

– Ore 20.00 cena
– Ore 21.00 fraternità e compieta

Venerdì 2 giugno
– Ore 7.45 lodi
– Ore 8.15 colazione
– O
re 9-10.30 lectio
– Ore 10.30 pausa
– Ore 11.00
condivisione
– Ore 12.00 Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Rumeo
– Ore 13.00 pranzo

Per la registrazione è necessario compilare il seguente modulo 👇

https://forms.gle/C9vzXsQg2a8nDpME7

La quota, comprensiva di due pasti, colazione e pernottamento con lenzuola e asciugamano è di 40 euro (chi avesse difficoltà darà quello che può, la quota non dovrà essere un ostacolo alla partecipazione).
Necessario è, invece, iscriversi entro il 26 maggio contattando il Direttore della Caritas diocesana (cell. 334/6138705 – mail: caritasdiocesanadinoto@gmail.com).

Nell’attesa di incontrarci un fraterno saluto nel Signore

Il direttore della Caritas diocesana
Fabio Sammito

IL CAMMINO DELLA FEDE, DALLA STRADA ALLA CASA

Messaggio del Vescovo Salvatore alla Diocesi in occasione della Settimana Santa 2023

Carissimi,
vi raggiungo a pochi giorni dalla Sacra Ordinazione Episcopale e dall’inizio del mio ministero in mezzo a voi come padre, maestro, amico e fratello. Ringrazio il Signore, Padre delle misericordie per gli incontri di questi giorni, intensi e fraterni e per la bella testimonianza di vita cristiana che mi avete offerto con la vostra vicinanza e con le vostre premure.

Siamo ormai alle porte della Settimana Santa, giorni di grazia, tempo di vera preghiera, memoriale della Redenzione, occasione unica in cui possiamo rivolgere l’attenzione al fondamento della nostra fede: il mistero pasquale di Cristo. E vorrei condurvi, mentre si avvicina la Domenica delle Palme, all’ottavo giorno, «il primo della settimana», l’ora in cui Gesù trionfa vittorioso risorgendo dalle tenebre della morte.

«Per crucem ad lucem» affermavano i nostri Padri e di questa Luce, attraversando il buio del Venerdì Santo, vogliamo essere testimoni per una nuova primavera nello Spirito. Due giovani discepoli sulla strada. Pronti a partire e a lasciare la Città. Il cuore è stanco e pieno di amarezza. Il volto, triste. Adesso delusi, fuggono da Gerusalemme: tutte le loro speranze erano riposte in Gesù, il Maestro crocifisso come un malfattore, morto e sepolto. Tutti i sogni che avevano fatto, svaniti nel giorno della passione, dell’umiliazione. E ora… fuggono, col capo chino sulla via di Emmaus, lontano da Gerusalemme, la città della delusione, della sconfitta e della morte del Maestro. È tutto finito!
Quello che accade nella nostra vita quando tocchiamo il fondo, quando è difficile risalire o trovare la via del ritorno, quando non troviamo una mano amica pronta a sostenerci nell’ora della sofferenza e della prova!

Ed ecco la Speranza velata prende vita sulla strada: Gesù! Ma i loro occhi non riuscivano a vederlo, presi com’erano dall’angoscia. Gesù sapeva ciò che albergava nel loro cuore e, per questo, prima li interroga e poi lascia loro la parola, li ascolta e quindi interviene con forza: «Stolti e lenti di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E spiega le Scritture. I discepoli rimangono affascinati. Ed ecco che la loro tristezza va svanendo: hanno trovato un uomo che si interessa della loro vita, che sa condividere i loro passi, sa dare risposte convincenti, riesce a parlare al loro cuore, sa andare oltre le inutili e farisaiche apparenze.
Rialzano il capo. Quel pellegrino ha ridato loro fiducia. Ed ecco a Emmaus, un grido di speranza nell’animo: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». «Si fa sera», dicono. Nella loro notte, uno spiraglio di luce. Cambia la vita. «Egli entrò per rimanere con loro».

Ci siamo anche noi in quella struggente invocazione, ci sono le nostre attese, la paura di perdere tutto, le nostre notti e lotte interiori e le nostre fragilità. Tutto il buio che ci circonda nella speranza di una nuova alba di resurrezione.
Prima, lungo il cammino, ha parlato e spiegato le Scritture, poi, quando fu a tavola con loro, «prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro». Un gesto inconfondibile, il gesto eucaristico: i discepoli, in quel momento, avranno rivissuto la moltiplicazione dei pani quando «Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì» (Gv 6,11).

Il volto di Gesù sfolgorò in tutta la sua luce: lo riconobbero «nello spezzare il pane». I discepoli ritrovano la fede. Gesù li ha nutriti alla duplice mensa della parola e del pane e i loro occhi si aprirono. E, nel momento in cui lo riconobbero, «lui sparì dalla loro vista». Affrettarono i loro passi verso Gerusalemme: la meta non è più la città della delusione e della sconfitta, ma quella della vittoria e del trionfo. Da Gerusalemme erano partiti stanchi e sfiduciati, delusi. Ora è scomparsa la stanchezza, sono pronti a riprendere il cammino perché vogliono trasmettere la grazia ricevuta, devono annunziare che il Signore è davvero risorto. Da pellegrini stanchi divennero testimoni entusiasti e credibili.

Carissimi fratelli e sorelle, la fede è un dono prezioso che viene offerto da Gesù. Per questo cammina con i discepoli, si manifesta agli apostoli e, in mille modi, invita ciascuno di noi a lasciarsi guidare dalla Parola di Dio, ad ascoltarlo nel silenzio e nella preghiera. Parla Gesù! Parola vera.

Emmaus, città della speranza! La speranza di chi ritorna a vedere e a vivere, di chi sa guardare nel proprio cuore e riesce a calzare i sandali del cammino e dell’amore. La speranza di chi annuncia la sconfitta della morte! E tu sogna e cammina! Alleluia! Alleluia!

Buona Settimana Santa a tutti! Pregate per me!

+ Salvatore Rumeo
Vescovo di Noto

SULLE TRACCE DI DON GIOVANNI E DON GIUSEPPE

Nella diocesi di Noto, Mons. Nervo e Mons. Pasini hanno lasciato segni importanti: ci hanno aiutato ad essere Chiesa - Il ricordo di Maurilio Assenza

don Giovanni Nervo e don Giuseppe Pasini, rispettivamente primo Presidente e Direttore di Caritas Italiana

Il 21marzo, nel giorno della scomparsa, ricordiamo nella preghiera e con gratitudine don Giovanni Nervo e don Giuseppe Pasini, rispettivamente primo Presidente e Direttore di Caritas Italiana, che ci hanno lasciato nella stessa data del 2013 e del 2015.

Come diocesi di Noto abbiamo avuto la grazia di vivere una convinta attuazione del Concilio da parte del vescovo Mons. Salvatore Nicolosi, maturando la consapevolezza della chiamata ad essere “Chiesa povera e dei poveri” già negli anni Ottanta. Per aiutarne il cammino, Mons. Nicolosi invitò Mons. Giovanni Nervo che divenne, intervenendo all’annuale convegno diocesano del 1986 “Dall’eucaristia alla missione” e ritornando più volte in diocesi, un sapiente consigliere lasciando tracce, non solo nella Caritas diocesana, ma nell’intera Chiesa di Noto.

Il primo aiuto fu a concepire la Caritas nel suo servizio pedagogico che diventa lievito nel comune cammino. Ci corresse, rispetto al rischio di Caritas cittadine troppo tese all’operare, insistendo sulle Caritas parrocchiali per animare il tessuto ordinario della vita cristiana, e noi abbiamo mantenuto fedeltà alla consegna strutturandole con chiaro impegno pedagogico raccordato con gli altri ministeri, distinguendole dal centro di aiuto. Quanto all’impegno nel territorio abbiamo sperimentato per alcuni anni la proposta di Mons. Nervo della Scuola socio-pastorale, e continua questa consegna nell’essere attenti a fare incontrare operatori sociali, educatori ed operatori pastorali per alleanze generative di tessuti di bene comune.

E grazie a Mons. Nervo, consultato da Mons. Nicolosi, abbiamo pensato il gemellaggio con la diocesi di Butembo-Beni in Congo come gemellaggio pastorale, nello scambio di visite e di presenze e nell’apertura ai drammi della famiglia umana. E Mons. Giuseppe Pasini, in un incontro, aiutò ulteriormente a non dimenticare che la carità deve affrontare le cause dei problemi e la giustizia sociale, mentre dialogando con lui abbiamo riscritto lo statuto della Caritas diocesana che ha recepito, insieme alle consegne sinodali sulla “Chiesa povera e dei poveri”, i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Per questo il nostro ricordo è commosso e grato: don Giovanni e don Giuseppe restano vivi come Padri della Chiesa del Concilio e parte della nostra famiglia diocesana! Il grazie diventa rinnovata attenzione alle loro grandi consegne: essere Chiesa come la Casa di Betania, capace di relazione e di coraggio; Chiesa che nella sinodalità non vuole dimenticare i poveri e dare loro, non qualcosa, ma anzitutto ascolto, voce, accoglienza fraterna, difesa!

MONS. RUMEO CONSACRATO VESCOVO DI NOTO IL 18 MARZO. IL SUO MESSAGGIO AI GIOVANI

La celebrazione alle ore 10.30, nella Cattedrale di San Nicolò. Il suo invito ai ragazzi: "Coltiviamo insieme l’arte del sogno"

L’Amministratore Apostolico della diocesi di Noto, monsignor Antonio Staglianò, annuncia alla comunità diocesana che il Vescovo eletto di Noto, monsignor Salvatore Rumeo, in data
18 MARZO 2023 alle ore 10.30
riceverà la Consacrazione Episcopale, nella Basilica Cattedrale di San Nicolò in Noto da S.E. Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta.
“Preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore – scrive Monsignor Staglianò – perché il Signore lo sostenga nei suoi propositi di bene e di servizio per la nostra amata Diocesi”.

E questo è il messaggio che Mons. Rumeo ha voluto inviare, il 2 gennaio, ai ragazzi e ai giovani della Chiesa di Noto:

Carissimi ragazzi e giovani
mi chiamo Salvatore, ho 56 anni e sono di Delia, un paese del centro Sicilia. Ho sempre vissuto a Caltanissetta e il Signore mi ha scelto come suo discepolo; infatti mi ha voluto sacerdote. Dal 22 dicembre 2022 Papa Francesco mi ha nominato pastore e guida della vostra Chiesa di Noto.
Ora anche mia!
Vi scrivo oggi, all’alba del nuovo anno, perché voi siete i veri custodi della vita e della pace e riuscite a conservare la capacità di stupire il mondo con la vostra gioia e spensieratezza.
Voi ragazzi siete la speranza del mondo e nei vostri occhi risplende la Luce del Bambino di Betlemme. Nei vostri sogni scorgiamo il volto di una Chiesa che accoglie con sentimenti materni e vive la gioia del Vangelo in semplicità di vita.
E voi giovanissimi e giovani «siete forti e con la forza della Parola di Dio avete vinto il maligno». Siete la speranza della Chiesa, perché sulla vostra strada, anche se avvolti da inquietudini e pericoli, siete sempre in ascolto del Maestro Divino, discreto e amorevole compagno di viaggio.
Coltiviamo insieme l’arte del sogno perché le nostre comunità diventino luoghi di incontro e spazi di condivisione.
Pregate per me! Perché il Signore mi dia la grazia e la forza di incontrare tutti voi e di incrociare i passi di chi si sente lontano da Lui o sconfitto dalla vita. Vi voglio bene!

QUALE ASCOLTO E QUALE POSTO PER I POVERI NELLE NOSTRE COMUNITÀ?

Incontro della delegazione regionale Caritas: programmazione e nomine

I direttori regionali Caritas

C’è un clima bello negli incontri regionali della Caritas, per la lunga tradizione di cercare insieme vie che aiutino una testimonianza credente e credibile del Vangelo ma anche di coltivare affetto fraterno. Giovedì 14 dicembre all’Oasi francescana di Pergusa, l’incontro della delegazione è iniziato con la preghiera comunitaria guidata dal segretario della Cesi, don Giuseppe Rabita, e quindi subito ci si è raccordati per essere insieme alla “tre giorni” di spiritualità ad Assisi promossa da Caritas italiana.

A dire l’attenzione alla “via del Vangelo”, una delle tre proposte da papa Francesco per i cinquant’anni di Caritas italiana. “Via del Vangelo” che diventa centralità della Parola nel servizio pedagogico delle nostre Caritas. E insieme la “via degli ultimi”, chiedendosi – con forti sollecitazioni del vescovo delegato, Mons. Giovanni Accolla – che posto hanno effettivamente i poveri nelle nostre comunità, quale ascolto diamo loro nel cammino sinodale, quale consapevolezza c’è della comune povertà che abbiamo sperimentato ultimamente nella pandemia e che ci aiuta ad accostarci agli ultimi restituendo, abbracciando, condividendo. E, quindi, la “via della creatività”, dei segni che interessano il territorio, dell’attenzione alla storia, della ricerca di un’economia diversa e di una comunicazione che abbia il tono della narrazione.

Su queste tre vie si lavorerà quest’anno, decidendo momenti comuni delle Caritas di Sicilia a febbraio (con la presenza del direttore nazionale), marzo, maggio, a cui si aggiunge ad aprile il convegno nazionale. Dopo la nomina da parte dei vescovi del delegato regionale nella persona di Giuseppe Paruzzo, della diocesi di Caltanissetta, si è votato per il vicedelegato ed è stato designato il direttore della nostra Caritas diocesana di Noto, Fabio Sammito.

Alcune nomine saranno definite in seguito, tra quelle già precisate c’è il nuovo referente per la mondialità, il diacono Girolamo Errante Parrino, della diocesi di Mazara del Vallo: un ambito in cui si prevede tra l’altro un gemellaggio con la Tunisia, che coinvolge anche la nostra diocesi che ha avviato contatti già qualche anno fa attraverso la partecipazione a una visita pastorale e la colletta della quaresima di due anni fa.

AVVENTO 22 – LA RACCOLTA CARITAS

L'invito alle comunità della Diocesi è di rivolgere la propria sensibilità al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica

Per la raccolta dell’Avvento di fraternità la nostra sensibilità sarà rivolta  al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica e al loro servizio a favore dei fratelli migranti che vengono a visitare il nostro territorio in cerca di aiuto e sostegno.

Come donare

Oltre alla raccolta domenicale nelle comunità parrocchiali, sarà possibile anche donare attraverso il conto corrente bancario presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, intestato a Caritas Diocesana di Noto. Iban: IT22A0503684480CC0180032790 – Casuale: Raccolta Avvento di fraternità 2022.

 

Ecco, a proposito, una lettera dei Frati per capire, in profondità, la loro perseverante e accogliente azione quotidiana e la fede che la ispira.

Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?»”. (Lc 10,33-36).

  1. Con questa icona evangelica ci presentiamo come fraternità di evangelizzazione dei frati minori di Sicilia, in Ispica. Una casa per le Missioni e l’Evangelizzazione che in questi anni, guidata dallo Spirito Santo, ha saputo docilmente modellarsi e adattarsi a quella forma che il Vangelo ha ispirato giorno dopo giorno, volto dopo volto: incontrato, accolto, conosciuto e salutato. Esperienza ricca, faticosa ma sempre creativa nell’annuncio della buona notizia, unico movente che ci ha tenuti uniti alla voce di Colui che ci ha costituiti fraternità. Oggi rivolgiamo a tutti voi fratelli e sorelle della Chiesa di Noto la nostra piccola testimonianza.
  2. Sentiamo forte il passaggio epocale che la storia dell’umanità sta attraversando e che, in piccolo, sta coinvolgendo la nostra fraternità lasciandola sulla soglia di una identità che va definendosi. Due i pilastri sorreggono l’architrave della nostra fraternità segnata dal sangue del redentore, pilastri che restano saldi e chiari ad ogni fratello che qui vive: la solidità della vocazione ricevuta e la bellezza profetica della fraternità, con la porta aperta all’esterno dove il buon Pastore continua a bussare e a raggiungerci attraverso quelle pagine di vangelo che ogni fratello pellegrino nel mondo porta in sé.Frati Minori di Ispica - Incontri per l'integrazione
  3. Assistendo al continuo e tragico flusso migratorio nel nostro mare mediterraneo, avendo vissuto, anche noi, l’esperienza lunga e dolorosa della pandemia, testimoni di una storia che mostra segni di regressione, la nostra fraternità continua a porsi in ascolto per trovare la risposta all’azione dello Spirito che ci interpella attraverso il mandato che il Cristo Risorto rivolge ancora oggi nei nostri cuori. Ne troviamo attuazione nell’accoglienza degli uomini in cammino che abbiamo incontrato durante questi tre anni. Facciamo esperienza di evangelizzazione “ad extra” poiché il nostro carisma ci chiama a stare tra la gente e ad “intra” poiché gli ospiti in viaggio che vivono con noi nutrono il nostro cammino di sequela.
  4. L’icona evangelica del Buon Samaritano, come dicevo prima, è ispiratrice per la fraternità. Ci riconosciamo nella figura del malcapitato soccorso da uno straniero che “era in viaggio”. Abbiamo, concretamente, fatto esperienza dello straniero che si accosta e ci visita bussando alla nostra porta, portando con sé il Vangelo della salvezza. Davvero, ciascuno dei nostri ospiti è stato portatore di un Vangelo incarnato nelle vite dell’uomo. Ci siamo così accorti che il Vangelo ci è arrivato dentro casa, un Vangelo senza l’etichetta di “migrante”, un Vangelo che contempla l’uomo in viaggio nella sua totalità e che sempre lo riconosce come portatore di salvezza.
  5. L’armonizzazione dell’annuncio del Vangelo tra le mura del convento con l’accoglienza e l’annuncio in strada tra la gente ci ha immersi nella bellezza dell’essere minori e non detentori di un messaggio. Riconosciamo, infatti, come molto spesso questo messaggio di Salvezza ci anticipa e porta in sé quel seme della Parola di Vita che il Seminatore ha già seminato prima del nostro arrivo.  Così, Evangelizzati dai fratelli che ci hanno visitato, riscopriamo la fatica di abbandonare la logica del fare per riscoprire la modalità di un annuncio semplice ed essenziale, vissuto nella preghiera, nella minorità e nella fraternità tra la gente, e nel riscoprirci testimoni del Vangelo che ci ha inseriti nell’eccedenza della misericordia di Dio.