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INTORNO ALLA CASA DI BETANIA: IL PODCAST DEL RITIRO CARITAS

L'audio delle due lectio della biblista Rosanna Virgili, al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso - Noto

1 e 2 giugno: al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso di Noto, due giorni di ritiro spirituale diocesano. Tema delle riflessioni: la Casa di Betania, in sintonia con il #cammino delle Chiese d’Italia.
Qui alcuni spunti che il nostro direttore, Fabio Sammito ci propone:
«Che differenza c’è tra i giovani volontari che spalano fango in Romagna e i volontari Caritas che si incontrano per ascoltare la Parola di Dio? Il fatto che Qualcuno ci ha chiesto di collaborare con Lui. Non si risponde solo a un bisogno dal basso ma a una richiesta di collaborazione da parte di Dio».
«Tutto parte, nella Bibbia, da un grido della terra, dopo che il fratello uccide il fratello. Il grido della terra, che è madre e non sopporta che il grembo diventi sepoltura, è ascoltato da Dio. Che, per questo, scende e chiede a Caino: “Dov’è tuo fratello?”».
«Un altro grido: quello del popolo d’Israele schiavo in Egitto. Dio lo ascolta e interviene, prendendosene cura. E la cura è la terra promessa, bella e spaziosa. Per questo chiama Mosè… Dio va verso i poveri e ci chiama a collaborare con lui, per loro. Con un’opera comune, perché Dio non si presenta come un leader ma come uno che chiede, un questuante».
«Ma Dio non può essere imprigionato nemmeno in un tempio. Ha accompagnato il suo popolo restando in una tenda. A Davide, che vuole fargli una casa, Dio dice di no. Sarà lui stesso a costruire come casa una discendenza».
«Quando Zaccaria nel tempio non trova fede, l’angelo di Dio va in una casa, quella di Maria. Che dice il suo sì, diventa alleata del Signore, e canta nel Magnificat la rivoluzione che Dio opera dalla parte dei poveri».
«La Caritas è proprio questo: andare con Dio verso i poveri e cantare il Magnificat, cantare la rivoluzione di Dio».
«Eccoci alla Casa di Betania, dove Marta vive l’ospitalità. Fede e ospitalità sono generate da un cristianesimo che nasce dal sud, dal Mediterraneo. È questo che rischia di mancare ai nostri figli se, come sta accadendo, si perde Dio, si perde la pietà e l’ospitalità proprie della fede cristiana».

Qui a seguire i podcast delle due lezioni tenute dalla biblista Rosanna Virgili, docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense).👇

Ascolta “1 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

Ascolta “2 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

SULLE TRACCE DI DON GIOVANNI E DON GIUSEPPE

Nella diocesi di Noto, Mons. Nervo e Mons. Pasini hanno lasciato segni importanti: ci hanno aiutato ad essere Chiesa - Il ricordo di Maurilio Assenza

don Giovanni Nervo e don Giuseppe Pasini, rispettivamente primo Presidente e Direttore di Caritas Italiana

Il 21marzo, nel giorno della scomparsa, ricordiamo nella preghiera e con gratitudine don Giovanni Nervo e don Giuseppe Pasini, rispettivamente primo Presidente e Direttore di Caritas Italiana, che ci hanno lasciato nella stessa data del 2013 e del 2015.

Come diocesi di Noto abbiamo avuto la grazia di vivere una convinta attuazione del Concilio da parte del vescovo Mons. Salvatore Nicolosi, maturando la consapevolezza della chiamata ad essere “Chiesa povera e dei poveri” già negli anni Ottanta. Per aiutarne il cammino, Mons. Nicolosi invitò Mons. Giovanni Nervo che divenne, intervenendo all’annuale convegno diocesano del 1986 “Dall’eucaristia alla missione” e ritornando più volte in diocesi, un sapiente consigliere lasciando tracce, non solo nella Caritas diocesana, ma nell’intera Chiesa di Noto.

Il primo aiuto fu a concepire la Caritas nel suo servizio pedagogico che diventa lievito nel comune cammino. Ci corresse, rispetto al rischio di Caritas cittadine troppo tese all’operare, insistendo sulle Caritas parrocchiali per animare il tessuto ordinario della vita cristiana, e noi abbiamo mantenuto fedeltà alla consegna strutturandole con chiaro impegno pedagogico raccordato con gli altri ministeri, distinguendole dal centro di aiuto. Quanto all’impegno nel territorio abbiamo sperimentato per alcuni anni la proposta di Mons. Nervo della Scuola socio-pastorale, e continua questa consegna nell’essere attenti a fare incontrare operatori sociali, educatori ed operatori pastorali per alleanze generative di tessuti di bene comune.

E grazie a Mons. Nervo, consultato da Mons. Nicolosi, abbiamo pensato il gemellaggio con la diocesi di Butembo-Beni in Congo come gemellaggio pastorale, nello scambio di visite e di presenze e nell’apertura ai drammi della famiglia umana. E Mons. Giuseppe Pasini, in un incontro, aiutò ulteriormente a non dimenticare che la carità deve affrontare le cause dei problemi e la giustizia sociale, mentre dialogando con lui abbiamo riscritto lo statuto della Caritas diocesana che ha recepito, insieme alle consegne sinodali sulla “Chiesa povera e dei poveri”, i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Per questo il nostro ricordo è commosso e grato: don Giovanni e don Giuseppe restano vivi come Padri della Chiesa del Concilio e parte della nostra famiglia diocesana! Il grazie diventa rinnovata attenzione alle loro grandi consegne: essere Chiesa come la Casa di Betania, capace di relazione e di coraggio; Chiesa che nella sinodalità non vuole dimenticare i poveri e dare loro, non qualcosa, ma anzitutto ascolto, voce, accoglienza fraterna, difesa!

TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA. COME AIUTARE? COSA POSSIAMO FARE?

La Caritas a sostegno delle popolazioni colpite. Le raccomandazioni per un aiuto concreto, immediato, efficace

Immagine da Flickr Caritas

Oltre 16mila i morti accertati, almeno 65mila i feriti e ancora migliaia le persone intrappolate sotto le macerie.

Questo l’ultimo bilancio, ancora provvisorio e destinato a crescere drammaticamente, del terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito alle 4:17 del 6 febbraio la zona al confine tra la Turchia e le Siria, con epicentro nel distretto Pazarcık di Kahramanmaraş. Dopo il terremoto si sono verificate molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte, di magnitudo 7,7.

LE ZONE COLPITE

In Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. In Siria il sisma ferisce un Paese dilaniato da circa un decennio da una guerra civile e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà.Immagine da Flickr Caritas

In molte aree del nord-ovest della Siria, in particolare, cioè quelle controllate dai ribelli e proprio quelle più colpite dal terremoto, l’accesso dei soccorsi è complicatissimo e possibile solo attraverso il confine con la Turchia, e comunque con percorsi lunghi e parzialmente danneggiati dal terremoto.


LE TESTIMONIANZE DAL POSTO

«La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. Manca l’acqua potabile, l’elettricità, le vie di comunicazione sono interrotte, c’è bisogno di tutto», fa sapere il Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia.

In Siria, il direttore della Caritas nazionale Riad Sargi, raggiunto al telefono, dichiara che «la situazione è drammatica. Colpite duramente anche le città di Aleppo, Lattakia, Hama e Tartous, almeno un centinaio di edifici crollati. Macerie che si sommano a quelle della guerra. Caritas Siria si è prontamente mobilitata per portare conforto e organizzare i primi soccorsi».
Da sottolineare come gli sfollati debbano fare i conti con il gelo particolarmente pungente in questa stagione.


LA PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO

«Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feritiha detto nell’Udienza generale di mercoledì 8 febbraio, papa Francesco -. Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra. Preghiamo insieme perché questi nostri fratelli e sorelle possano andare avanti, superando questa tragedia, e chiediamo alla Madonna che li protegga».Immagine da Flickr Caritas


GLI AIUTI CEI: INDETTA COLLETTA NAZIONALE

Facendo proprio l’appello di Papa Francesco, la CEI ha disposto un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille per iniziative di carità di rilievo nazionale.
Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali”.
La Presidenza della CEI ha deciso inoltre di indire una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima) come “segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite. Le offerte raccolte dovranno essere integralmente inviate a Caritas Italiana entro il 30 aprile 2023”.


COSA POSSIAMO FARE

Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con Caritas Turchia, Caritas Siria e la rete Caritas internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”.
Due operatori di Caritas Italiana sono giunti ad Istanbul per affiancare Caritas Turchia nella gestione dell’emergenza considerata la complessità e la dimensione della crisi.
Al fine di un sostenere gli interventi e il coordinamento, si propongono alcune modalità operative e indicazioni, tra le quali:

  • Avviare una raccolta fondi a livello territoriale in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria.
  • Rilanciare le informazioni provenienti dal territorio che saranno condivise da Caritas Italiana ed in linea con i criteri di Caritas Internationalis.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U020 0805 2060 0001 1063 119
    Immagine da Flickr Caritas

RACCOMANDAZIONI

  •  Non effettuare raccolte di beni materiali. Entrambe le Caritas nazionali hanno espressamente richiesto di non inviare beni dall’estero. Per le comunità italiane la forma di aiuto più opportuna resta la colletta in denaro.
  •  Sostenere tramite Caritas Italiana gli interventi che si stanno attivando in loco nei due paesi.
  •  Ogni eventuale richiesta da parte di realtà locali è importante sia segnalata e coordinata con Caritas Italiana, tenendo conto in ogni caso che al momento si raccomanda di non recarsi nei due Paesi.
  •  Al momento non viene richiesto l’invio sul posto di personale espatriato dall’Europa in aggiunta a quello già concordato con le rispettive Caritas nazionali. Disponibilità in tal senso vanno gestite opportunamente illustrando le difficoltà e le esigenze reali. Tali raccomandazioni sono particolarmente importanti in questa emergenza data la complessità del contesto socio-politico nei due Paesi e nell’area colpita in particolare nonché il delicato equilibrio in cui operano le Chiese.

Per qualsiasi ulteriore informazione, contattare Caritas Italiana all’indirizzo mail TerremotoTurchiaSiria@caritas.it

Tel. +39 06 66177259 / 247 / 501 / 268