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RAPPORTO CARITAS SICILIA 22: IN ASCOLTO DEI POVERI

Un'importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023

Il 7 novembre ’23, presso la Chiesa Maria Madre della Fiducia Oratorio Francescano Chiara Luce, a Pozzallo, c’è stata la presentazione del Report Caritas Sicilia 2022 sulla povertà. Un’importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023.

Per la quale – ha detto il nostro direttore Fabio Sammito: «è doveroso dire, e dare, il nostro grazie di cuore a tante persone intervenute. E in particolare: al sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna che, nei suoi saluti iniziali, ci ha ricordato l’impegno comune a ribaltare la cultura del profitto, per rimettere al centro l’umanità e la #solidarietà. Nelle scelte politiche, come in quelle di intervento sociale».

«A don Gaetano Asta che, nella riflessione liturgica introduttiva (la si può scaricare in .pdf, in calce all’articolo), ripercorrendo l’esortazione di Papa Francesco sulla Gmp23, ci ha sfidato a considerare le diverse forme di povertà (relazionale, educativa, affettiva) che – come comunità credente, come parrocchie, come Chiesa – spesso incontriamo e a cui spesso non diamo risposta».

E ancora: «A Domenico Leggio, direttore di Caritas diocesana di Ragusa e delegato regionale che, illustrando i dati del Report delle 18 Caritas diocesane di Sicilia, ci ha esortato da un lato a conoscere i numeri (fondamentali) per avere un quadro delle difficoltà in cui versano migliaia di residenti nella nostra Isola (nel 2022, sono state 35.650 le persone aiutate nei Centri di distribuzione di Caritas in Sicilia), ma dall’altro ad andare oltre le cifre, guardando “in faccia” le persone, con le loro storie, i loro volti, senza lasciare che i numeri le nascondano, proprio alla luce del tema voluto dal Papa per il 19 novembre: Non distogliere lo sguardo dal povero».

Infine: «Alle suore francescane della Carità che, nella loro testimonianza conclusiva, riportando alcuni episodi di vicinanza agli emarginati ci hanno regalato la più significativa frase della serata: “Se l’amore è grande, tutto è grande“, invitandoci a usare il cuore nel nostro intervento solidale verso chi ha bisogno. Perché solo con il cuore anche il più piccolo gesto diventa un immenso atto d’amore, di sostegno, cura, aiuto, accompagnamento».

Qui di seguito una gallery con le slide dei numeri e degli interventi di Caritas Sicilia nel 2022:


ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA: GLI AIUTI CARITAS

Oltre 10mila sfollati, decine di vittime, danni per miliardi di euro: ecco come sostenere gli interventi di Caritas Italiana per portare aiuti alle popolazioni dell'Emilia Romagna, devastata da forti nubifragi e allagamenti

Caritas Italiana segue con apprensione quanto sta accadendo in Emilia Romagna, devastata in questi giorni da forti nubifragi e allagamenti, dopo quelli già avvenuti ad inizio mese, ed esprime il suo cordoglio per le vittime e la sua vicinanza alle popolazioni colpite, in particolare a quanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni.

«Siamo in costante contatto con il Delegato regionale Caritas dell’Emilia Romagna e con i Direttori delle Caritas diocesane», dichiara don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana, «per avere un quadro aggiornato della situazione e individuare insieme le prime necessità a cui far fronte, in coordinamento anche con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e i Vescovi delle diocesi maggiormente coinvolte».

«I Direttori delle Caritas diocesane dei territori più colpiti, come Cesena, Forlì, Faenza e Imola, riportano una situazione ancora caotica e in cui prevale ora l’esigenza di sgombro dell’acqua e di pulizia delle case sommerse dal fango – segnala il Delegato regionale, Mario Galasso –. Molte strutture diocesane, come empori e mense sono state colpite esse stesse dalle alluvioni, nonostante questo le varie Caritas diocesane e parrocchiali sono già attive nell’ospitare famiglie e nel supportarle sui bisogni più immediati (acqua potabili, coperte, ecc…) e su questi aspetti continueremo ad operare nei prossimi giorni».

«Quella in corso è una emergenza che interpella tutti e dobbiamo prendere atto di questa realtà. Come scrive papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ – aggiunge don Pagniello –, dobbiamo sempre ricordarci che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” e che “le soluzioni richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”. Per questo come Caritas siamo pronti a intervenire in una prospettiva di accompagnamento che, come già sperimentato in precedenti emergenze in Italia e nel mondo, metta al centro i bisogni delle persone, in particolare di quelle che vivevano già situazioni di disagio sociale ed economico e che rischiano di rimanere escluse da altre forme di supporto», continua il Direttore di Caritas Italiana.
«Accanto a questo è sempre più evidente come queste crisi climatiche vadano prevenute e occorra denunciare tutte quelle azioni di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente, sia pubbliche che private, sempre più insostenibili», conclude don Pagniello.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito https://donazioni.caritas.it/ o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

L’EMERGENZA COME SENTIERO DI SPERANZA

Itinerario Quaresimale 2023. La proposta della colletta nazionale del 26 marzo. I poveri come la carne viva di Cristo

In occasione della Colletta Nazionale proponiamo, come strumento di riflessione e sensibilizzazione, due testimonianze, pervenute in questi giorni dalla Caritas attiva in Turchia e Siria.

TESTIMONIANZA dalla TURCHIA

Fuggite nel 2013 da Aleppo a Gaziantep. Sono siriane rifugiatesi nella città turca con le loro famiglie, per salvarsi dalla guerra. Ma 10 anni dopo anche Gaziantep come Aleppo è stata travolta da una furia distruttiva: quella del terremoto. Queste donne sono da tempo coinvolte in un progetto di imprenditoria tessile femminile promosso dalla Caritas in Turchia, dove diverse migranti siriane hanno la possibilità di guadagnare per sostenere le proprie famiglie e di condividere insieme uno spazio sicuro. Questa è la loro testimonianza.

Siamo donne, madri, sorelle, amiche. Siamo migranti di guerra, vedove o orfane e ora anche sfollate di un terremoto che ha colpito la nostra vita, già fragile.
Caritas in Turchia ha preso in mano le nostre vulnerabilità e le ha incanalate in un progetto che non è solo la produzione di maglioni, giacche, cappelli. Ma è uno spazio di incontro tra donne e ragazze, un modo per imparare a fare delle nostre fragilità un potere di aiutare gli altri. Siamo sempre state aiutate, considerate le cosiddette vittime, ma con questo progetto abbiamo imparato che anche noi siamo capaci di aiutare gli altri. I vestiti che produciamo vengono dati ai migranti per passare l’inverno al caldo. Aiutiamo la nostra stessa gente, e intanto aiutiamo anche noi stesse. Questo terremoto però ha colpito anche questo progetto, questa rinascita. Una di noi ci ha lasciato, è rimasta schiacciata dalle macerie. Era una vicina, un’amica e una persona importante per il nostro progetto.
Siamo scappate, ci siamo perse, abbiamo dormito nelle macchine. Abbiamo perso tutto, anche la persona di Caritas che segue il nostro progetto ha perso casa.
Già durante la guerra siamo state costrette ad abbandonare le case, gli affetti, la vita di sempre; purtroppo abbiamo esperienza su come scappare, avevamo già provato il dolore di lasciare tutto.
I nostri figli no, lo avevano sentito dai nostri ricordi e racconti. Ed eccoci di nuovo sfollate, divise e lontane.
In questi giorni però parlando con Caritas in Turchia abbiamo avuto un’idea. Il materiale da noi prodotto con il finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana tramite il progetto EDIT ci ha permesso di dare una piccola riposta a questo grande dolore che ci rimette nella condizione di vittime. Abbiamo distribuito le giacche, le sciarpe, tutto quello che avevamo prodotto negli scorsi mesi. Siamo andate per le strade e abbiamo lasciato che la gente potesse prendere ciò di cui aveva bisogno. Non siamo esperte di aiuti, o di supporto umanitario, abbiamo fatto del nostro meglio per sentirci di nuovo vive.


TESTIMONIANZA dalla SIRIA

La storia di Mouhamad, sfollato per dieci anni a causa della guerra. Quando riesce finalmente a fare ritorno ad Homs, la sua città natale, e a ricostruirsi una vita, la sua casa viene distrutta dal sisma. Per ritrovarsi sfollato, ancora una volta.

Mi chiamo Mouhamad Abou ‘Ammar e abitavo a Al Bayadah, quartiere di Homs. La mia via si chiamava Cairo Street. Ho detto non a caso “si chiamava”, perché dei palazzi, negozi, alberi che la caratterizzavano non è rimasto quasi più nulla in piedi.

Quando è arrivato il terremoto stavo dormendo con la mia famiglia. Ci siamo svegliati di soprassalto, le scosse erano violentissime, i bambini non la smettevano di piangere dalla paura. Allora siamo scesi di corsa in strada, aspettando al freddo una mezz’ora, nell’attesa che la terra smettesse di tremare. Trascorso quel tempo ci siamo guardati con le varie persone raccolte per la via e ci siamo detti “ok possiamo rientrare nelle nostre case”. Nell’appartamento siamo rimasti 5 minuti. Giusto il tempo di prendere poche cose perché una seconda scossa violentissima ha fatto letteralmente tremare come una foglia al vento il nostro palazzo. I miei figli erano terrorizzati non volevano più rientrare in casa. Allora siamo andati a dormire nell’appartamento di mio fratello che abita nella via parallela, al primo piano. Ci ha messo a disposizione una stanza per passare qualche notte. Dopo pochi giorni dal terremoto mentre mi trovavo da mio fratello mi chiama al telefono un vicino di casa e mi dice “presto vieni, il tuo palazzo è crollato, è venuto giù completamente. Ci sono solo macerie a terra!”. Sono andato e ho visto unicamente la polvere. Non era rimasto nulla.

A causa della guerra in Siria, che ancora continua, sono stato sfollato per 10 anni. Quando sono tornato qui ad Homs, la mia città natale, mi sono impegnato a ristrutturare la casa danneggiata dai bombardamenti. Ero riuscito con fatica a ripararla, a ricomprare l’arredamento per poterci finalmente abitare. Poi arriva il terremoto e ho perso di nuovo tutto. Ogni cosa è sepolta dalle macerie.

Adesso abito in una stanza che la Caritas mi ha aiutato a trovare, dove dormo con la mia famiglia. Siamo in otto. Quando ero tornato ad Homs era stata sempre la Caritas ad avermi aiutato, con un sostegno economico, a rimettere in sesto la mia casa, gli operatori hanno fatto del loro meglio.
E ora che la mia casa è distrutta, sono andato ancora una volta da loro per chiedere un aiuto.

Don Pagniello, direttore di Caritas Italiana: «Incoraggio ognuno a sostenere gli aiuti che Caritas sta fornendo e continuerà a fornire alle popolazioni colpite»

L’IMPEGNO PER LE POPOLAZIONI TERREMOTATE DI TURCHIA E SIRIA

Riceviamo e, molto volentieri, ripubblichiamo la lettera che Don Marco Pagniello,
direttore di Caritas Italiana ha inviato a tutte le Casitas diocesane come aggiornamento della drammatica situazione in Turchia e Siria, colpite da due  tremendi terremoti (al primo, devastante del 6 febbraio, si è agiunto quello del 20). Si stima che il terremoto di magnitudo 7.8 e la seguente scossa di magnitudo 7.6 abbiano causato oltre 41mila morti in Turchia e circa 6mila morti in Siria.

Nei giorni scorsi un terribile sisma si è abbattuto su Turchia e Siria. Mentre le scrivo, continua a crescere in modo drammatico il numero delle vittime accertate sia nel sud-est della Turchia che nel nord della Siria. Decine di migliaia le persone ferite, mentre i sopravvissuti, che hanno bisogno di tutto, sono alle prese anche con le rigide condizioni climatiche.

In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari della Caritas stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi, materiali per l’igiene alle persone sfollate accolte nei diversi centri, e verificano i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici. Sin dalle prime ore la Caritas è stata presente per rilevare i bisogni e fornire, di conseguenza, i primi aiuti.

Caritas Italiana è, come sempre, al fianco delle popolazioni colpite. Vogliamo che questa presenza continui nei prossimi giorni e mesi, nello stile che è proprio della Caritas: dare una mano alle persone a risollevarsi e a camminare con le proprie gambe.

Caritas Italiana opera sostenendo le Caritas dei Paesi coinvolti. Caritas Siria è attiva con alcune centinaia di operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi sorti spontaneamente. Un gruppo di volontari di Caritas Libano è arrivato nel Paese per affiancare Caritas Siria nell’aiuto alle popolazioni colpite. Si tratta di giovani volontari, formati grazie a un progetto sostenuto da Caritas Italiana.

In Turchia Caritas Italiana è presente con propri operatori che fanno base a Istanbul e lavorano in appoggio alla Caritas del Paese, la quale opera d’intesa con le autorità locali nell’organizzazione degli aiuti. Caritas Italiana da anni è vicina alla Caritas locale che sostiene e accompagna in uno spirito di fraternità.

Abbiamo fatto nostro l’invito di papa Francesco, che pochi giorni fa ha detto: «Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra».

Facendo eco alle parole di papa Francesco, incoraggio ognuno a sostenere gli aiuti che Caritas Italiana sta fornendo e continuerà a fornire, per far fronte all’emergenza e poi alla ricostruzione materiale e soprattutto umana. Grazie.

Per sostenere gli interventi di Caritas Italiana tramite c/c postale o bonifico bancario si possono inviare offerte (specificando la causale) tramite:

c/c postale n. 347013
Banca Intesa Sanpaolo Codice IBAN: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
Codice BIC/SWIFT: BCITITMM

 

Per saperne di più: Terremoto in Turchia e Siria, come aiutare?

TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA: GLI AIUTI CEI

La Conferenza Episcopale Italiana stanzia 500 mila euro come primo aiuto per la popolazione

Terremoto in Turchia e Siria, dal sito chiesacattolica.it

La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria.

Centinaia le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. “La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia.

In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80 percento della popolazione vive in povertà.

“A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità. Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

AVVENTO 22 – LA RACCOLTA CARITAS

L'invito alle comunità della Diocesi è di rivolgere la propria sensibilità al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica

Per la raccolta dell’Avvento di fraternità la nostra sensibilità sarà rivolta  al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica e al loro servizio a favore dei fratelli migranti che vengono a visitare il nostro territorio in cerca di aiuto e sostegno.

Come donare

Oltre alla raccolta domenicale nelle comunità parrocchiali, sarà possibile anche donare attraverso il conto corrente bancario presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, intestato a Caritas Diocesana di Noto. Iban: IT22A0503684480CC0180032790 – Casuale: Raccolta Avvento di fraternità 2022.

 

Ecco, a proposito, una lettera dei Frati per capire, in profondità, la loro perseverante e accogliente azione quotidiana e la fede che la ispira.

Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?»”. (Lc 10,33-36).

  1. Con questa icona evangelica ci presentiamo come fraternità di evangelizzazione dei frati minori di Sicilia, in Ispica. Una casa per le Missioni e l’Evangelizzazione che in questi anni, guidata dallo Spirito Santo, ha saputo docilmente modellarsi e adattarsi a quella forma che il Vangelo ha ispirato giorno dopo giorno, volto dopo volto: incontrato, accolto, conosciuto e salutato. Esperienza ricca, faticosa ma sempre creativa nell’annuncio della buona notizia, unico movente che ci ha tenuti uniti alla voce di Colui che ci ha costituiti fraternità. Oggi rivolgiamo a tutti voi fratelli e sorelle della Chiesa di Noto la nostra piccola testimonianza.
  2. Sentiamo forte il passaggio epocale che la storia dell’umanità sta attraversando e che, in piccolo, sta coinvolgendo la nostra fraternità lasciandola sulla soglia di una identità che va definendosi. Due i pilastri sorreggono l’architrave della nostra fraternità segnata dal sangue del redentore, pilastri che restano saldi e chiari ad ogni fratello che qui vive: la solidità della vocazione ricevuta e la bellezza profetica della fraternità, con la porta aperta all’esterno dove il buon Pastore continua a bussare e a raggiungerci attraverso quelle pagine di vangelo che ogni fratello pellegrino nel mondo porta in sé.Frati Minori di Ispica - Incontri per l'integrazione
  3. Assistendo al continuo e tragico flusso migratorio nel nostro mare mediterraneo, avendo vissuto, anche noi, l’esperienza lunga e dolorosa della pandemia, testimoni di una storia che mostra segni di regressione, la nostra fraternità continua a porsi in ascolto per trovare la risposta all’azione dello Spirito che ci interpella attraverso il mandato che il Cristo Risorto rivolge ancora oggi nei nostri cuori. Ne troviamo attuazione nell’accoglienza degli uomini in cammino che abbiamo incontrato durante questi tre anni. Facciamo esperienza di evangelizzazione “ad extra” poiché il nostro carisma ci chiama a stare tra la gente e ad “intra” poiché gli ospiti in viaggio che vivono con noi nutrono il nostro cammino di sequela.
  4. L’icona evangelica del Buon Samaritano, come dicevo prima, è ispiratrice per la fraternità. Ci riconosciamo nella figura del malcapitato soccorso da uno straniero che “era in viaggio”. Abbiamo, concretamente, fatto esperienza dello straniero che si accosta e ci visita bussando alla nostra porta, portando con sé il Vangelo della salvezza. Davvero, ciascuno dei nostri ospiti è stato portatore di un Vangelo incarnato nelle vite dell’uomo. Ci siamo così accorti che il Vangelo ci è arrivato dentro casa, un Vangelo senza l’etichetta di “migrante”, un Vangelo che contempla l’uomo in viaggio nella sua totalità e che sempre lo riconosce come portatore di salvezza.
  5. L’armonizzazione dell’annuncio del Vangelo tra le mura del convento con l’accoglienza e l’annuncio in strada tra la gente ci ha immersi nella bellezza dell’essere minori e non detentori di un messaggio. Riconosciamo, infatti, come molto spesso questo messaggio di Salvezza ci anticipa e porta in sé quel seme della Parola di Vita che il Seminatore ha già seminato prima del nostro arrivo.  Così, Evangelizzati dai fratelli che ci hanno visitato, riscopriamo la fatica di abbandonare la logica del fare per riscoprire la modalità di un annuncio semplice ed essenziale, vissuto nella preghiera, nella minorità e nella fraternità tra la gente, e nel riscoprirci testimoni del Vangelo che ci ha inseriti nell’eccedenza della misericordia di Dio.

 

LA VI GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Così la Caritas si impegna sia nel contrasto alla povertà, sia nella creazione di una rete di relazioni fra le comunità

VI Giornata Mondiale dei Poveri

La solidarietà, per come la concepiamo noi di Caritas, è condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà”.

Oggi 13 novembre è la VI Giornata Mondiale dei Poveri, una “sana provocazione” come dice Papa Francesco: “per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”.

A partire dalla tragica attualità del conflitto in Ucraina, il Santo Padre nel suo messaggio individua due tipi di povertà:

  • la povertà che uccide, figlia dell’ingiustizia dello sfruttamento, della violenza, della distribuzione ingiusta delle risorse. È una povertà imposta dalla “cultura dello scarto” e non lascia scampo;
  • la povertà che libera, risiede invece nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri, così che nessuno sia abbandonato o lasciato solo.

Nel discorso del papa le due povertà sono caratterizzate da alcune parole chiave: l’ingiustizia, per la povertà che uccide. L’amore per quella che libera, capace attraverso l’incontro con l’altro di creare relazione.

Ma cosa fa la Caritas? Come si relaziona alla povertà?
Noi di Caritas abbracciamo la povertà che libera. Una carità che parte dall’amore che san Paolo chiama Caritas, quell’amore disinteressato che è l’amore di Dio. E attraverso l’amore creiamo relazioni: sia con le persone sofferenti che hanno bisogno di un aiuto diretto. Sia con le comunità.
La nostra azione si basa su 3 verbi “relazionali” capaci di creare legami: ascoltare, osservare, discernere.

Cosa facciamo in Italia e nel mondo?
Accompagniamo le chiese locali nell’animazione delle comunità alla carità e come segni di vicinanza concreta realizziamo progetti di sviluppo o in risposta alle emergenze. Le nostre progettazioni non vogliono essere solo per i poveri, ma con i poveri, dei poveri inserite in una visione capace di unire le comunità.

IL NOSTRO SOSTEGNO IN UCRAINA

L'impegno della Caritas a sostegno della popolazione sconvolta dalla follia della guerra

In questi giorni di grande difficoltà a livello internazionale la Caritas continua il suo impegno attraverso la Rete di aiuto e le parrocchie a livello diocesano a cui ci si può rivolgere per qualunque tipo di bisogno e richiesta.
Guardando alla crisi in Ucraina di seguito rimandiamo all’ultimo comunicato stampa di Caritas Italiana che aggiorna sulla situazione e su ciò che si può fare. Si rimane in attesa anche di ulteriori indicazioni per un aiuto coordinato e garantito dalla stessa Caritas nazionale dei quali verranno comunicati gli sviluppi.
In Ucraina la situazione è sempre più grave con la capitale Kiev sotto assedio, si temono sempre più vittime civili e il rischio di una catastrofe umanitaria. Sono già centinaia di migliaia sfollati e rifugiati nei Paesi limitrofi.

Dare aiuto, ascolto e sostegno

In questo quadro è sempre più difficile l’opera di soccorso della Caritas in Ucraina che moltiplica gli sforzi per far fronte ai bisogni immediati, ma anche per dare ascolto e sostegno psicologico alla popolazione sconvolta dalla follia della guerra. Gli operatori stanno cercando di mantenere in attività tutta la rete dei centri polivalenti che sono stati attrezzati per aiutare i tanti sfollati di questa lunga crisi che ha coinvolto il paese. Attraverso questi centri e altre strutture che man mano si rendono disponibili, si stanno distribuendo generi alimentari, prodotti per l’igiene, acqua potabile, e prodotti per il riscaldamento, si sta fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, assistenza alle persone anziane rimaste sole ed accoglienza. Operatori e volontari sono mobilitati per trasportare le persone più vulnerabili in zone più sicure. Da segnalare anche la presenza di personale sanitario che negli anni si è specializzato nell’assistenza delle persone traumatizzate dalla guerra che risulta quanto mai preziosa in questo frangente.
Particolare attenzione è rivolta ai minori, in parte alloggiati presso 22 case-famiglia, ma soprattutto ai tanti bambini ospitati negli orfanotrofi pubblici. La Caritas ha messo a disposizione nella parte più occidentale del paese 5 strutture di accoglienza dove assistere questi bambini.
La solidarietà si è estesa anche nei paesi limitrofi dove si stanno riversando i profughi. Si stima che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa, passando soprattutto attraverso la Polonia.

Le Caritas Polonia, Moldova e Romania sono in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza e chiedono un aiuto per far fronte a tale emergenza. In Moldavia la Caritas ha aperto tre centri (Chisinau, Palanca e Ocnita) per 500 posti letto, mentre in Polonia la rete delle Caritas diocesane ha messo a disposizione altri 2500 posti letto. Stanno inoltre mobilitando volontari per stare vicino alle famiglie che saranno accolte nei centri predisposti dalle autorità locali. Vicinanza e solidarietà sono state espresse anche a quanti sono dovuti scappare in Russia, nella regione di Rostov, che negli anni hanno ricevuto il sostegno della Caritas diocesana locale e di Caritas Italiana.
Registriamo infine una grande mobilitazione solidale in tutta Europa, con iniziative per la pace e di prossimità alle comunità di ucraini/e che vivono in Italia e negli altri paesi europei. In Italia molte ucraine impregnate in servizi di cura nelle nostre famiglie esprimono preoccupazione per la sorte dei loro familiari. Sono 230 mila gli ucraini che vivono stabilmente nel nostro paese, l’80 per cento sono donne che lavorano nei servizi di assistenza e cura.

Caritas Italiana è infatti in costante collegamento con le Caritas in Ucraina, in coordinamento con Caritas Europa e Caritas Internationalis e resta accanto alla popolazione, confermandosi una presenza instancabile nell’emergenza, con una costante attenzione alle persone. Inoltre, a fianco e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti, si adopera per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Si stima che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa: l’intera rete delle Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale sostiene le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in sofferenza o in fuga e a contribuire all’accoglienza di quanti arriveranno in Italia.

Come donare

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale “Europa/Ucraina”) tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111

• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

 

Noto, 28/02/2022

Il direttore Don Angelo Giurdanella