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RAPPORTO CARITAS SICILIA 22: IN ASCOLTO DEI POVERI

Un'importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023

Il 7 novembre ’23, presso la Chiesa Maria Madre della Fiducia Oratorio Francescano Chiara Luce, a Pozzallo, c’è stata la presentazione del Report Caritas Sicilia 2022 sulla povertà. Un’importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023.

Per la quale – ha detto il nostro direttore Fabio Sammito: «è doveroso dire, e dare, il nostro grazie di cuore a tante persone intervenute. E in particolare: al sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna che, nei suoi saluti iniziali, ci ha ricordato l’impegno comune a ribaltare la cultura del profitto, per rimettere al centro l’umanità e la #solidarietà. Nelle scelte politiche, come in quelle di intervento sociale».

«A don Gaetano Asta che, nella riflessione liturgica introduttiva (la si può scaricare in .pdf, in calce all’articolo), ripercorrendo l’esortazione di Papa Francesco sulla Gmp23, ci ha sfidato a considerare le diverse forme di povertà (relazionale, educativa, affettiva) che – come comunità credente, come parrocchie, come Chiesa – spesso incontriamo e a cui spesso non diamo risposta».

E ancora: «A Domenico Leggio, direttore di Caritas diocesana di Ragusa e delegato regionale che, illustrando i dati del Report delle 18 Caritas diocesane di Sicilia, ci ha esortato da un lato a conoscere i numeri (fondamentali) per avere un quadro delle difficoltà in cui versano migliaia di residenti nella nostra Isola (nel 2022, sono state 35.650 le persone aiutate nei Centri di distribuzione di Caritas in Sicilia), ma dall’altro ad andare oltre le cifre, guardando “in faccia” le persone, con le loro storie, i loro volti, senza lasciare che i numeri le nascondano, proprio alla luce del tema voluto dal Papa per il 19 novembre: Non distogliere lo sguardo dal povero».

Infine: «Alle suore francescane della Carità che, nella loro testimonianza conclusiva, riportando alcuni episodi di vicinanza agli emarginati ci hanno regalato la più significativa frase della serata: “Se l’amore è grande, tutto è grande“, invitandoci a usare il cuore nel nostro intervento solidale verso chi ha bisogno. Perché solo con il cuore anche il più piccolo gesto diventa un immenso atto d’amore, di sostegno, cura, aiuto, accompagnamento».

Qui di seguito una gallery con le slide dei numeri e degli interventi di Caritas Sicilia nel 2022:


CARITAS PRESENTA IL BILANCIO SOCIALE ’22 E IL REPORT STATISTICO SULLE POVERTÀ

Ecco i dati del report "La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas", e il Bilancio sociale 2022

Si è svolta martedì 27 giugno, dalle ore 10.30 alle 12.30 presso la sede di Caritas Italiana (via Aurelia 796 a Roma), la presentazione congiunta del Bilancio Sociale 2022 e del primo Report statistico nazionale sulle povertà dal titolo “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas”.

Il Report statistico segna poi una novità assoluta per Caritas Italiana, che per la prima volta sceglie di presentare già a giugno, invece che nella tradizionale Giornata mondiale di lotta alla povertà del 17 ottobre, i dati riferiti al 2022 raccolti nei Centri di Ascolto e servizi Caritas.

L’analisi (la sintesi, scaricabile, è in calce a quest articolo) che ne emerge fornisce quasi in tempo reale la situazione delle 255.957 persone che nel corso del 2022 si sono rivolte ai Centri d’ascolto diocesani e parrocchiali in rete con la raccolta dati. Emerge un aumento del 12,5% delle persone ascoltate rispetto all’anno prima, anche per effetto, ma non solo, dell’accompagnamento dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.

Un altro aspetto sottolineato è la multidimensionalità della povertà, ossia il fatto che chi si rivolge ai servizi Caritas vive una situazione di povertà a causa di più motivi concomitanti e manifestando due o più ambiti di bisogno. In questo senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia), le difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici) o ai processi migratori. I dati dicono anche di una “cronicizzazione della povertà”, riportandoci ad una situazione pre-pandemia.

Sempre all’interno del Report è riportato l’esito di una articolata analisi statistica multivariata – la prima nel suo genere realizzata su dati di fonte Caritas – che ha consentito di estrapolare cinque profili o cluster di beneficiari (i vulnerabili soli, le famiglie povere, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli), andando oltre la semplice analisi descrittiva delle tante variabili a disposizione nella banca dati Caritas (complessivamente oltre 300).

«I dati sono importanti», ha sottolineato don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana: «ma lo sono ancora di più le persone. Occorre ripartire dai poveri e dalle loro priorità e bisogni, che come abbiamo visto possono essere molteplici e complessi, più che concentrarci sulle sole azioni”.

Alla presentazione sono intervenuti mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (Presidente di Caritas Italiana), padre Vyacheslav Grynevych (Direttore Caritas Spes in Ucraina), Massimo Ciampa (Segretario generale Mediafriends), Roberto Leonardi (tra i vincitori del bando Cre@ttività), Walter Nanni e Federica De Lauso (Ufficio Studi di Caritas Italiana), Monica Mondo (TV2000).

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e YouTube di Caritas Italiana. Eccolo:


CARITAS ITALIANA: CORRESPONSABILITÀ, PER IL BENE COMUNE

Le proposte della Presidenza di Caritas Italiana su politiche di contrasto alla povertà e fenomeno migratorio

La Presidenza di Caritas Italiana, riunita in questi giorni a Roma, esprime alcune preoccupazioni su due questioni che coinvolgono gli ultimi, sulle quali ognuno è chiamato a fare la propria parte. Lo fa invitando alla corresponsabilità per trovare insieme opportunità di miglioramento, dialogando in spirito costruttivo. In questo senso, la Presidenza della Caritas, all’indomani dell’approvazione del “decreto lavoro”, chiede una riflessione attenta sulle politiche contro la povertà adottate e sulla gestione del fenomeno migratorio, caldeggiando un intervento strutturale.

Di fronte alla previsione governativa che va nella direzione auspicata di sostituire il Reddito di cittadinanza con due misure distinte – lAssegno per l’inclusione (Adi) e lo Strumento di attivazione (Sda) –, Caritas si augura che la proposta possa essere suscettibile di ulteriori revisioni che tengano conto dell’esperienza delle tante realtà che si occupano da anni di povertà a stretto contatto con le persone in difficoltà.

Nel ribadire che qualsiasi misura di contrasto deve assicurare a chiunque cada in povertà il diritto a una vita dignitosa fino a quando persiste la condizione di bisogno, occorre rilevare che l’Adi copre solo alcune categorie specifiche di persone in povertà e lo Sda utilizza il requisito anagrafico che non sempre rappresenta un criterio di maggiore probabilità di trovare un lavoro. Ancora troppo debole e discrezionale risulta poi il riferimento alla sussidiarietà locale, se si considera che l’inclusione delle persone è un processo radicato nei territori che deve essere integrato per riuscire a garantire risposte adeguate. Perché siano efficaci, le politiche di contrasto alla povertà richiedono interventi volti a ridurre la precarietà e il fenomeno del cosiddetto “lavoro povero”. Il decreto invece prevede strategie di detassazione che, seppur lodevoli, non sono configurabili come una politica dei redditi o di contrasto alla povertà. Senza dimenticare che il decreto prefigura un aumento della durata e dell’applicabilità dei contratti a tempo determinato, nonché l’ampliamento dell’utilizzo dei voucher.

Riguardo al fenomeno migratorio, la Presidenza di Caritas Italiana chiede che si esca definitivamente da una logica di emergenza per ragionare in termini strutturali. Servono, con urgenza e senza ulteriori rinvii, azioni congiunte a livello europeo, per mettere in atto tutti quei “canali legali” che consentono a coloro che comunque arriverebbero in Europa di non rischiare la propria vita. Le realtà diocesane sono coinvolte nell’accoglienza e sempre più chiamate a far fronte a situazioni che presentano notevoli criticità. Mentre aumenta il numero degli arrivi, è decisivo privilegiare un sistema diffuso di accoglienza che consideri prioritarie le strutture più piccole, per garantire standard qualitativamente elevati e un’efficace integrazione delle persone nel tessuto sociale.

Grande preoccupazione continua a suscitare infine la questione dei minori non accompagnati: è necessario individuare strumenti chiari che favoriscano il ricongiungimento familiare, attraverso percorsi tutelati e regolamentati per non alimentare reti illegali dedite allo sfruttamento e al traffico degli esseri umani.

QUARESIMA DI CARITÀ 2023

La circolare firmata, a nome del direttivo, dal direttore della nostra Caritas Fabio Sammito

Ai Parroci e alle parrocchie
Alle comunità religiose
Alle rettorie
Alle associazioni e ai movimenti ecclesiali

 

Carissimi,
in questa Quaresima che è iniziata nella liturgia, nella vita e nella storia siamo in un tempo di emergenza su più fronti, sia nei nostri territori (povertà che aumentano) che nel mondo (guerra, fame, terremoto). Per questo è importante viverla come tempo in cui, nello sguardo alla Croce gloriosa di Cristo, si accresce il nostro impegno di discepoli del Signore Crocifisso e Risorto.

Ci ricorda Sant’Agostino che «il cristiano anche negli altri tempi dell’anno deve essere fervoroso nelle preghiere, nei digiuni e nelle elemosine. Tuttavia, questo tempo solenne deve stimolare anche coloro che negli altri giorni sono pigri in queste cose. […] La vita che trascorriamo in questo mondo è il tempo della nostra umiltà ed è simboleggiata da questi giorni nei quali il Cristo Signore, il quale ha sofferto morendo per noi una volta per sempre, sembra che ritorni ogni anno a soffrire». (1 SERMO 2016, 1)

Nella nostra Chiesa, viviamo anche l’attesa per l’accoglienza del nuovo Vescovo Salvatore e l’invito alla sinodalità, che quest’anno – attorno alle domande dei “Cantieri di Betania” – ci chiede di discernere e di interrogarci anche sulle voci del villaggio e della strada. L’ascolto, nell’umiltà, diventa la chiave per camminare insieme nella compagnia degli uomini, dando voce e facendoci prossimi degli inascoltati che vivono le più diverse forme di povertà: indigenza, disagio, abbandono, fragilità, disabilità, forme di emarginazione, sfruttamento, esclusione o discriminazione, detenzione.

Segno di quest’ascolto, allargato alle sofferenze del mondo, saranno le offerte che consegneremo dalle mani del Vescovo durante la Messa Crismale, frutto della Quaresima di carità. Saranno destinate ai cristiani del Libano, dove si è avviato un Progetto da parte della Comunità delle Beatitudini, seguito da un fratello e presbitero della Comunità del Santuario Madonna della Scala, Padre Josèph Karam.

Inoltre, il 26 marzo, V domenica di Quaresima, ci uniremo alla Colletta Nazionale per le popolazioni terremotate in Siria e Turchia (tra gli allegati da scaricare: la locandina da poter far girare per prepararla).
Caritas Italiana ha pensato quest’anno di preparare uno strumento con spunti di riflessione, per l’animazione comunitaria e per le liturgie che condivideremo durante questo tempo fino a Pasqua.

Fraterni saluti e buon cammino verso la Pasqua!

 

Noto, 26 febbraio 2023, prima domenica di Quaresima

 

Per il direttivo della Caritas diocesana Fabio Sammito


IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ È UNA PRIORITÀ

Ribadita la disponibilità di Caritas e CEI a fornire un contributo al Governo per una riforma dello strumento del Reddito di cittadinanza

Il futuro va costruito a partire dal presente, mettendo a frutto le lezioni del passato, per andare oltre le criticità attuali. Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della CEI offrono il proprio contributo per la costruzione e l’elaborazione di proposte finalizzate a migliorare la condizione di milioni di persone in povertà.

Sostenere le famiglie e le persone in difficoltà economica deve essere una indiscutibile priorità per chiunque abbia a cuore il benessere del nostro Paese, soprattutto in un momento di crisi energetica e di galoppante inflazione. Per questo, in occasione della chiusura dei termini per la presentazione degli emendamenti alla Legge di bilancio 2023, Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della CEI ribadiscono che, in quanto diritto di cittadinanza, occorre garantire alle persone in povertà una misura di sostegno, come accade in tutti i Paesi europei, nel rispetto della dignità di ciascuno. L’auspicio è che si possa creare uno spazio comune e partecipato di confronto e dialogo per migliorare e adeguare lo strumento del Reddito di Cittadinanza.

Caritas e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro si propongono come interlocutori per un percorso condiviso con tutti gli attori in campo

Secondo l’Istat, tale misura ha rappresentato per molte famiglie un aiuto concreto e in alcuni casi fondamentale, soprattutto nei mesi della pandemia, proteggendo dalla caduta in povertà un milione di persone (circa 450.000 nuclei). I nostri monitoraggi confermano la validità dello strumento che ha supportato numerose persone che si rivolgono ai servizi Caritas e che in alcuni casi sono riuscite a sganciarsi dal circuito dell’assistenza.

Molti sono stati i passi avanti fatti negli ultimi anni, ma non deve calare l’attenzione sulla povertà che richiede oggi più che mai di essere affrontata con lucide analisi e interventi adeguati. Rispetto alle previsioni contenute nella legge di bilancio 2023, che individuano alcune azioni transitorie per il 2023 e posticipano al 2024 la riforma complessiva del Reddito di Cittadinanza, Caritas e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della CEI ricordano che potrebbe ripercuotersi negativamente sulle persone molto fragili la scelta di ridurre da 12 a 8 mesi il contributo per i beneficiari considerati “occupabili”. Tra di loro, infatti, ci sono coloro che non vivono in famiglie con minori, con persone con disabilità e con over 60enni, molte persone single, anche in situazioni di grave difficoltà e che, in base a questo criterio di occupabilità, potranno essere incanalate in percorsi di inserimento lavorativo, pur non essendo in grado di farlo. Sarà, dunque, necessario nei prossimi mesi monitorare l’intervento transitorio per far sì che la riforma del 2024 eviti e superi errori e criticità di questa fase.

Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della CEI si propongono come interlocutori per avviare un percorso condiviso con tutti gli attori in campo. La sfida è formulare proposte ponderate e solidamente ancorate all’esperienza di questi anni, oltre che comprensive del punto di vista degli operatori del settore e di quello dei beneficiari.

LA VI GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Così la Caritas si impegna sia nel contrasto alla povertà, sia nella creazione di una rete di relazioni fra le comunità

VI Giornata Mondiale dei Poveri

La solidarietà, per come la concepiamo noi di Caritas, è condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà”.

Oggi 13 novembre è la VI Giornata Mondiale dei Poveri, una “sana provocazione” come dice Papa Francesco: “per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”.

A partire dalla tragica attualità del conflitto in Ucraina, il Santo Padre nel suo messaggio individua due tipi di povertà:

  • la povertà che uccide, figlia dell’ingiustizia dello sfruttamento, della violenza, della distribuzione ingiusta delle risorse. È una povertà imposta dalla “cultura dello scarto” e non lascia scampo;
  • la povertà che libera, risiede invece nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri, così che nessuno sia abbandonato o lasciato solo.

Nel discorso del papa le due povertà sono caratterizzate da alcune parole chiave: l’ingiustizia, per la povertà che uccide. L’amore per quella che libera, capace attraverso l’incontro con l’altro di creare relazione.

Ma cosa fa la Caritas? Come si relaziona alla povertà?
Noi di Caritas abbracciamo la povertà che libera. Una carità che parte dall’amore che san Paolo chiama Caritas, quell’amore disinteressato che è l’amore di Dio. E attraverso l’amore creiamo relazioni: sia con le persone sofferenti che hanno bisogno di un aiuto diretto. Sia con le comunità.
La nostra azione si basa su 3 verbi “relazionali” capaci di creare legami: ascoltare, osservare, discernere.

Cosa facciamo in Italia e nel mondo?
Accompagniamo le chiese locali nell’animazione delle comunità alla carità e come segni di vicinanza concreta realizziamo progetti di sviluppo o in risposta alle emergenze. Le nostre progettazioni non vogliono essere solo per i poveri, ma con i poveri, dei poveri inserite in una visione capace di unire le comunità.