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La nostra Cattedrale “casa di preghiera” per l’intera comunità diocesana

Un forte momento di riedificazione ecclesiale può essere senz’altro definita l’assemblea eucaristica tenuta in Cattedrale nella mattinata del 25 novembre scorso, in occasione del giorno anniversario della dedicazione della nostra chiesa Cattedrale. Alla celebrazione presieduta dal Vescovo, mons. Antonio Staglianò, hanno partecipato quasi tutti i presbiteri di Noto (16 in tutto), un gruppo di nostri seminaristi, religiose e fedeli laici (oltre 70) del vicariato. È stata una celebrazione, in un certo senso, fondante in quanto ha dato il via alla rivalorizzazione della nostra cattedrale come prima e originaria “casa di preghiera” e perciò prima casa di evangelizzazione, di comunione e di missione della comunità di credenti dell’intera diocesi netina.
LA RIFONDAZIONE SPIRITUALE ED ECCLESIALE CON UN DECRETO 
Questo aspetto di rifondazione ecclesiale e spirituale, oltre che di rivalorizzazione artistica e culturale, della nostra cattedrale, lo ha messo in forte rilievo il nostro Vescovo nella sua omelia, durante la quale ha presentato un suo specifico decreto a riguardo che porta la data del 25 novembre 2010, anniversario, appunto, della dedicazione. In tale documento -che spazia in un’ampia visione biblica e patristica, teologica e spirituale, pastorale e giuridica- il Vescovo presenta la chiesa cattedrale come casa originaria di preghiera e di comunione, di convocazione e di conversione verso Dio e verso la missione, a partire dal testo della costituzione sulla liturgia del Concilio Vaticano II (Sacrosanctum Concilium n.41) che così si esprime: «Il Vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge, dal quale deriva e dipende, in un certo modo, la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò bisogna che tutti diano la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi attorno al Vescovo, principalmente nella chiesa Cattedrale: convinti che la principale manifestazione della Chiesa si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera , al medesimo altare, cui presiede il Vescovo, circondato dal suo presbiterio e dai suoi ministri».
LA CATTEDRA MAGISTERIALE DEL VESCOVO
La chiesa Cattedrale –ha spiegato il Vescovo nell’omelia e nel decreto- è da considerarsi “ecclesia caput et mater omnium ecclesiarum” , cioè chiesa capo e madre di tutte le chiese [della diocesi], in quanto in essa è posta la cattedra del Vescovo (che non è un trono), da cui egli compie il suo umile ministero fondante e primario di capo-servo nel guidare il popolo di Dio in nome di Cristo maestro e profeta, sommo sacerdote e buon pastore, circondato dal collegio dei presbiteri e dei diaconi, per l’edificazione del popolo di Dio verso l’unità della fede, della speranza e della carità, perché il mondo creda (cfr Ef 4,11-16; Gv 17,20-21).
LA CATTEDRALE “CASA DI PREGHIERA”  PRIMA CHE MONUMENTO TURISTICO
La nostra Cattedrale perciò, prima che stupendo edificio di arte barocca che attira molti turisti, deve essere la principale e originaria casa di preghiera dell’intera diocesi che attira e convoca i fedeli di tutti i vicariati a cominciare da quelli di Noto. Qui si viene convocati per la celebrazione dei sacramenti e per la preghiera personale, per l’approfondimento della Parola di Dio e per la catechesi, per la ricarica missionaria che si esprime anzitutto nella testimonianza concreta della carità verso tutti, a cominciare dai più emarginati, poveri e disorientati.
ALCUNE RIVOLUZIONI INNOVATIVE
Nella parte conclusiva del decreto il Vescovo ha poi indicato delle innovazioni, già in esecuzione dalla prima domenica di Avvento 2010, in armoniosa azione sinergica fra le attività pastorali della “parrocchia nella cattedrale” (animate dal parroco don Salvatore Bellomia, coadiuvato da don Eugenio Boscarino) assieme alle iniziative pastorali più ampie e più appropriate della cattedrale stessa, che il Vescovo ha affidato al vicario generale, don Angelo Giurdanella, come rettore e al vicario per la catechesi, don Rosario Gisana, come vicerettore.
Anzitutto la “Lectio divina” che già don Gisana ha avviato sabato 27 novembre alle ore 19 e che sarà tenuta ogni sabato alla stessa ora come incontro settimanale di approfondimento della Parola di Dio in sintonia con gli incontri di approfondimento teologico già avviati dal Vescovo.
La preghiera salmodica, attualmente con la celebrazione delle Lodi ogni martedì e giovedì alle ore 8, con la partecipazione di tutti i presbiteri e diaconi di Noto e un buon numero di fedeli, dopo la s.messa  (tutti i giorni alle ore 7.30) celebrata da don Giurdanella. Questa “rifondazione” del capitolo della Cattedrale, di cui fanno parte ormai tutti i presbiteri e i diaconi del vicariato di Noto, in virtù del suddetto decreto vescovile, rende ancora più visibile l’importanza della preghiera ufficiale e corale del clero accanto al Vescovo per il bene della Chiesa e la salvezza del mondo intero.
L’EUCARISTIA PONTIFICALE OGNI SABATO MATTINA  E NELLE SOLENNITA’
Sempre secondo il decreto, viene celebrata la s. messa in onore della Vergine Maria, presieduta dal Vescovo o dal vicario generale, con la partecipazione del clero di Noto e dei fedeli delle varie parrocchie che possono intervenire, ogni sabato mattina alle ore 8. I fedeli di Noto sono anche invitati a partecipare alle celebrazioni  pontificali delle maggiori solennità (Natale, Settimana Santa, Pasqua, Corpus Domini, San Corrado, ecc.). Ci sono poi le celebrazioni pontificali diocesane, da vivere e valorizzare pienamente, a cominciare dall’Eucaristia crismale del Giovedì Santo che l’intera diocesi vive con intensità spirituale come segno espressivo massimo di comunione di tutta la Chiesa netina attorno al suo Vescovo.
LA CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
E c’è infine un altro importantissimo appuntamento opportunamente rilanciato in questo Avvento: la Cattedrale “casa della riconciliazione” con Dio e con i fratelli”, attraverso il sacramento della Penitenza. I sacerdoti di Noto sono disponibili per le confessioni tutti i giorni feriali, tranne il venerdì, dalle ore 10 alle ore 12, secondo il seguente calendario: il lunedì don Paolo Trefiletti e don Paolo Lantieri; il martedì don Sebastiano Boccaccio e don Pietro Gennaro; il mercoledì don Giorgio Parisi e don Eugenio Boscarino; il giovedì don Enzo Iacono e don Adriano Minardo. Il sabato mattina, dalle ore 9 alle ore 10 il Vescovo, mons. Staglianò, e dalle ore 10 alle ore 12 il penitenziere don Ottavio Ruta. C’è anche la possibilità in alcuni giorni di confessarsi in orario pomeridiano dalle ore 16.30 alle ore 18, il lunedì e il mercoledì con don Angelo Giurdanella; il sabato con don Rosario Gisana; la domenica con don Salvatore Guastella.
VERSO LA PIENA MANIFESTAZIONE DEL REGNO DI DIO
Che la nostra chiesa Cattedrale rilanciata come casa originale di preghiera sotto la guida del nostro Vescovo, possa profondamente contribuire ad una conversione corale sempre più viva di tutta la comunità diocesana al Vangelo d’amore di Cristo, che salva il mondo di ieri, di oggi, di sempre, verso la piena manifestazione del Regno di Dio.

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Il Vescovo da Radio Vaticana ci parla dell’Avvento

Il nostro Vescovo nei giorni scorsi è stato intervistato da Radio Vaticana nella trasmissione radiofonica condotta da Federico Piana dal titolo “Non un giorno qualsiasi”. L’Ufficio Comunicazioni sociali in collaborazione con Radio Vaticana ha pensato di pubblicare sul nostro sito diocesano il file audio dell’intervista per l’utilità di tutti i fedeli. Ascolta>>

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Educare all’intelligenza della fede

Giovedì 25 novembre 2010, con la relazione dal titolo “La teologia serve la Chiesa locale … la Chiesa locale serve la teologia: educare all’intelligenza della fede” (Leggi il testo integrale della relazione del nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò), il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò ha ufficialmente dato avvio al cammino dell’Associazione Teologica Netina, da lui stesso voluta e promossa. Per avere notizie più dettagliate sui compiti e sull’identità di questo nuovo organismo associativo abbiamo intervistato Don Ignazio Petriglieri, Vicario Episcopale per la cultura, che ne sarà il responsabile. A lui abbiamo posto delle domande preliminari, che ci faranno entrare nello spirito di questa inedita iniziativa diocesana.

Don Ignazio, perché un’Associazione Teologica nella nostra diocesi?
L’espressione “Associazione Teologica” è di per sé ambiziosa perché richiama le varie Associazioni del genere (biblica, teologica, di docenti di teologia morale, di canonisti, ecc.) presenti in varie nazioni. Esse di solito hanno un raggio nazionale, per cui troviamo quella francese, quella tedesca, quella spagnola e così via. Il fatto che una diocesi si cimenti nell’organizzare una tale iniziativa non significa che voglia emulare quelle più grandi, costituite da pensatori e studiosi che svolgono per ministero e per professione il compito specifico del teologo. Si tratta invece di mettersi in atteggiamento di riflessione per prendere coscienza che la fede non è un dato scontato, che, per il fatto di essere stata a noi trasmessa, cresce in modo automatico. Essa ha bisogno di essere pensata in modo critico, perché per sua natura invoca il “conforto” della ragione. Ecco perché l’idea di fondare una tale istituzione nello spazio della diocesi va giudicata come una felice intuizione di Mons. Staglianò, un’intuizione che va colta in pieno e considerata come un vero kairòs.
Chi sono i componenti di questa Associazione?
Proprio perché la nostra diocesi ha una tradizione di pensiero non indifferente a motivo del quasi quarantennale Istituto di Scienze Religiose “G. Blandini”, dispone di un folto gruppo di docenti di Religione e di persone che hanno conseguito il titolo accademico del Magistero in Scienze Religiose, che possono mettersi al lavoro in questo comune impegno di riflessione. Ma abbiamo anche diversi presbiteri che hanno conseguito titoli accademici nelle facoltà teologiche siciliane e romane, che sicuramente possono mettere al servizio dell’approfondimento critico della fede le loro specializzazioni. Ovviamente le porte sono aperte anche per quelli che vogliono incontrarsi col patrimonio intellettuale del cristianesimo, visto che la teologia è forse la più umanistica delle discipline di questo ceppo.
Quali sono le finalità specifiche?
Il compito più importante è quello di pensare la fede. In un’epoca in cui è fortemente esaltata la razionalità, con tutti i suoi molteplici risvolti, è forse caduta in crisi la ragione. Questa non è un’accusa nei confronti della cultura, della società, della politica e della scienza; è una presa di coscienza. La crisi della ragione si sente anche dentro la Chiesa, dove fra i peccati più ricorrenti bisogna anche annoverare quello di “non voler pensare”. Se il buon Dio ci ha dotato di queste due ali (fede e ragione), vuol dire che non possiamo volare se ne utilizziamo una sola. Allora la finalità più rilevante dell’Associazione sarà quella di ritornare alle fonti del nostro credere, mediante lo studio, l’ascolto dei testimoni, il confronto con il nostro tempo, per scorgere con maggiore discernimento ciò che è essenziale, ciò che crea futuro e ciò che ci permette di accogliere meno distrattamente il Signore che viene. Il campo del confronto è vasto, quindi c’è molto lavoro: si vedano i problemi socio-politici, bioetici, dei rapporti con le altre culture, con le altre religioni e via dicendo.
Ha pensato ad un programma?
Sì, l’itinerario è già fissato. Il programma tematico avrà una scadenza triennale e quest’anno ci cureremo di fondare il lavoro teologico mediante alcune testimonianze – fra cui quella di Mons. Staglianò – che ci condurranno a riappropriarci del gusto dello studio, di una maggior comprensione della necessità della teologia per la pastorale e viceversa, di una più serena capacità di interloquire con chi non condivide il dato della fede o con chi non accetta la Chiesa in sé. Da questo terreno si apre la strada, per il prossimo anno (2011-2012), alla riflessione sul valore teologico dell’educazione, in attinenza agli orientamenti della CEI per questo decennio, studiando i criteri pedagogici testimoniati nella Scrittura, quelli adottati da alcuni Padri della Chiesa e quelli pensati dal concilio Vaticano II nel decreto Gravissimum Educationis. Il terzo anno sarà dedicato all’indagine sui criteri pedagogici pensati e attuati  da tre grandi figure del cristianesimo: Antonio Rosmini, Romano Guardini e Luigi Giussani. Gli appuntamenti trimestrali saranno intercalati da incontri di richiamo che ci serviranno per ritornare sui temi più rilevanti, come faremo ad esempio il 17 febbraio 2011, in Cattedrale, con la presentazione dell’esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI Verbum Domini, da poco nelle librerie.
In mezzo a questo impegni di natura sistematica abbiamo pensato a degli appuntamenti musicali, sapendo quanto sia vicina la musica all’esperienza teologica, così come ci hanno testimoniato personalità della statura di K. Barth, di A. Schweitzer, di H. U. von Balthasar, di J. Ratzinger e di altri. Si tratta di un programma che non esaurisce le attività dell’Associazione. Esso intende scandire il cammino comune, che richiede necessariamente il coinvolgimento personale. Solo a questo prezzo si potrà dare un valido contributo alla vita della Chiesa e ci si potrà sentire protagonisti all’interno di un campo dove a ciascuno spetta un ruolo determinato dai carismi di cui lo Spirito ha dotato ogni uomo.
Riesce a prevedere delle difficoltà?
E dove non ci sono difficoltà e problemi? Bisogna mettere in conto lentezze o, se si vuole, incomprensioni, ma bisogna partire; bisogna proseguire l’avventura appena iniziata. Abbiamo la certezza che chi lavora nella Chiesa non lo fa a titolo personale o per riempire il tempo. Se, mediante il discernimento del Vescovo, si è riusciti a prendere al volo un kairòs, ci si deve affidare alla potenza dello Spirito Santo che ispira scelte, azioni e propositi per fare bene il proprio dovere. La preghiera sarà il nutrimento del nostro lavoro e la fiducia nel Dio provvidente la forza che spingerà in avanti.

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Noto. Presentato il libro su Mons. Tranchina

Nella ricorrenza del 25.mo del sereno transito dell’infaticabile Mons. Salvatore Tranchina ( 10 dicembre 1985), la nostra Chiesa locale gli ha reso un sentito gesto di gratitudine. Alla presenza del Vescovo, S.E. Mons. Antonio Staglianò, lunedì 6 dicembre scorso, nell’aula Magna del Seminario è stato presentato il libro di Mons. Salvatore Guastella “ Tranchina, Sacerdote di preghiera e infaticabile nel servizio alla Chiesa Netina”. Ha fatto  seguito l’intervento del direttore del nostro giornale, Dr. Pino Malandrino, che ha tracciato un profilo di Mons. Tranchina sotto la triplice dimensione “ uomo- sacerdote- amministratore pubblico”. Molti fra i presenti  hanno voluto dare testimonianza delle doti umane dell’illustre sacerdote della nostra Chiesa. L’intervento del Vescovo ha dato alla cerimonia quella solennità che l’evento meritava. A conclusione della serata, è stata scoperta  una lapide a memoria del benemerito Sacerdote. 

   Relazione di Guastella su Mons Tranchina

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Roma. Al vescovo il Premio per l’ambiente G.Merli 2010

Il 9 dicembre 2010 alle ore 9,30, a Roma in via del Pozzetto, 158 (Piazza San Silvestro), presso la Camera dei Deputati – Sala delle Conferenze, il nostro Vescovo è stato invitato a partecipare ad un Convegno Internazionale sulle acque, XI  Edizione del “PREMIO PER L’AMBIENTE GIANFRANCO MERLI”, organizzato dall’Associazione Movimento Azzurro dedicato alla memoria del proprio fondatore, l’On. Gianfranco Merli, appunto, unanimemente riconosciuto padre dell’ecologia italiana per essersi reso promotore, negli anni 70 dello scorso secolo, dell’iniziativa legislativa che condusse all’approvazione della prima legge organica di tutela di un bene naturale fondamentale per la vita, come l’acqua, nota ai più come legge Merli. Il Vescovo ha tenuto un discorso alla Camera dei Deputati dove è stato insignito del “Premio per l’ambiente on. Gianfranco Merli” per l’impegno profuso nella sensibilizzazione e promozione ecologica.   Al nostro Vescovo va tutta la nostra solidarietà e il suo esempio sia da sprone al nostro essere buoni cristiani e onesti cittadini.

Il Premio Merli è un riconoscimento che viene assegnato ogni anno ad Enti, organismi e singole personalità particolarmente distintesi per il loro impegno; e per contribuire ad una sempre maggiore sensibilizzazione alle esigenze ambientali del nostro tempo, ormai non più procrastinabili, in una prospettiva nazionale e mondiale.

L’organizzazione dell’evento gestita dal Movimento Azzurro un’associazione ambientalista che ha come obiettivo fondamentale quello di tracciare un itinerario di ricerca e conoscenza, un percorso di grande interesse, utile non solo ad un’opera di controllo sul territorio, ma anche un intensa azione preventiva volta all’analisi ed allo studio di soluzioni più rispettose dell’ambiente e dell’uomo.

Trentasei i premiati per l’edizione 2010 che il Comitato d’Onore, il Comitato dei Garanti e il Comitato Organizzatore del Movimento Azzurro hanno indicato per le sezioni in cui è articolato il premio. Tra i destinatari dell’importante riconoscimento, l’ambasciatore della Serbia in Italia S.E. Sandra Raskovic, il Sottosegretario di Stato al dialogo pubblico e all’informazione presso l’ufficio del Primo Ministro di Malta dott. Chris Said, il presidente della Provincia regionale di Siracusa on. Nicola Bono, il prefetto di Ragusa S.E. Francesca Cannizzo, S.E. Mons. Antonio Staglianò vescovo di Noto, l’amministratore delegato di Banca Prossima dott. Marco Morganti, il Comandante Generale del corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera Amm. Marco Brusco, il presidente dell’ANAS e Amm. delegato della Soc. Stretto di Messina dott. Pietro Ciucci e lo scrittore maltese Paul P. Borg. Sarà assegnato anche un premio alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (SA), impegnato sul fronte della tutela dell’ambiente e ucciso in un agguato nel settembre scorso.

I premiati sono stati selezionati da una Commissione composta dal Comitato organizzatore (Presidente dott. Dante Fasciolo), Comitato di garanti (Presidente sen. Marisa Moltisanti), Comitato d’onore (Presidente prof. Corrado Monaca). Il premio è suddiviso in nove categorie e diciotto sezioni: Iniziative a livello internazionale, Iniziative a livello Nazionale (sezioni: Sicurezza e giustizia, Patrimonio boschivo, Patrimonio marino, Sport e ambiente, Alimentazione); Comunicazione ambientale (sezioni: giornalisti – scrittori – editori – poeti, Sevizi televisivi sulle tematiche ambientali); Impresa alimentare e servizi; Amministratori, dirigenti e funzionari P.A., Sindaci (sezioni interventi ripristino della biodiversità, Tutela territorio e paesaggio, Interventi sviluppo sostenibile); Immigrazione ed integrazione, Legislazione ambientale nazionale, Legislativa ambientale U.E., Prevenzione dell’inquinamento terrestre e marino.

Intervento del Vescovo>>

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Troina. Premio tutela della vita a don Di Noto

Il premio “Tutela della vita” a don Fortunato Di Noto, sacerdote fondatore dell’Associazione Meter in occasione del Giubileo di San Silvestro Monaco Basiliano che si terrà il 12 dicembre prossimo a Troina (EN) – Diocesi di Nicosia, alle 16,00 nella Torre Capitania – Sala Miani – per ricordare i 900 anni dalla nascita del Santo (http://www.giubileosansilvestro.it) . Il Premio San Silvestro sarà diviso in tre sezioni: per la “Ricerca medico-scientifica” lo riceverà Bruno Dallapiccola, professore di Genetica Medica presso la Sapienza di Roma e Direttore scientifico dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma; per la sezione “Solidarietà” sarà insignito Stefano Pelliccioli, Presidente Associazione Amici Traumatizzati Cranici; e per la sezione “Tutela della vita” sarà premiato don Fortunato Di Noto. “Un riconoscimento che dedico ai piccoli e deboli, a tutti i bambini cha abbiamo salvato  – dice don Di Noto – e che testimonia vent’anni di impegno silenzioso e costante per i bambini. Meter c’è, questo conta. Ma conta ancora di più continuare tutti insieme nella nostra battaglia, perché è di questo che si tratta, contro tutti gli assurdi atti contro la vita”, conclude.

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Donnalucata. Inaugurato in parrocchia un presepe permanente

Nel giorno dell’Immacolata l’8 dicembre 2010 a conclusione della solenne eucarestia è stato inaugurato il presepe permanente, benedetto nella circostanza da don Rosario Sultana, attuale parroco della Parrocchia Santa Caterina da Siena di Donnalucata. Il presepe è stato realizzato nell’arco di un intero anno con grande maestria  e con una sinergia di artisti e volontari. Le statuette in terracotta sono state realizzate tutte a mano dal maestro Giuseppe Criscione, nato nel 1940 a Vallelunga Pratameno (Caltanisetta) da padre ragusano. Dopo spontanee esperienze di disegno e pittura si è dedicato prevalentemente alla scultura, in particolare statuine del presepio, pezzi unici modellati nell’argilla con stile personalissimo. Vive e lavora a Ragusa. Criscione è un artista locale ma di fama internazionale i suoi lavori sono esposti in molte collezioni pubbliche e private. Le sue opere sono state apprezzate da grandi artisti come Gregorio Sciltian, Emilio Greco e Carmelo Cappello.

La scenografia è stata pensata e messa in opera da Gino Savarino un parrocchiano amante dell’arte e del bello. Le statuette sono state donate dalla famiglia Voi di Donnalucata. Il presepe può essere visitato tutti i giorni negli orari di apertura della chiesa. Vale la pena venirlo a visitare al fine di apprezzare i dettagli artistici e le verità di fede espresse nell’opera del presepe.

Giuseppe Criscione è un ceramista di grande abilità, erede ideale della tradizione calatina dei Bongiovanni – Vaccaro, una tradizione che è stata determinante a dare un volto, a fissare nella memoria la civiltà contadina iblea e siciliana. Quando i Bongiovanni – Vaccaro cominciarono, nell’Ottocento, ancora la fotografia faceva i primi vagiti, mentre la pittura e la scultura raccontavano con veli neoclassici e romantici. Saranno gli scrittori a narrarci di quel mondo e quasi contemporaneamente i primi fotografi. Quelle opere di Bongiovanni – Vaccaro saranno documenti significativi nel dire di una vita contadina e di una devozione religiosa.

Nel Novecento si continuò per questa strada e Criscione ha voluto prendere il testimone per rimodellare quelle immagini, cui ha fatto riferimento, al contempo inventando un suo linguaggio, un suo stile riconoscibile nella esemplificazione e nella essenzializzazione dei tratti realistici dei vari soggetti, in una cromia inedita nelle campiture degli abiti, raccontando non solo il mondo contadino scomparso ma anche la vita della povera gente della nostra contemporaneità.

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Anticipazione e partecipazione alla prima lettera pastorale del Vescovo

Comunicato Stampa>>

Dopo le tre “Lettere ai Presbiteri” – volte a sorreggere la spiritualità di comunione nel presbiterio e dal presbiterio nella vita diocesana, incoraggiandone “forme concrete” -, è mia intenzione – afferma il Vescovo Staglianò – scrivere una prima Lettera Pastorale alla nostra Chiesa locale  sull’amore e la misericordia di Dio. Il. Vescovo precisa che non desidera tanto elaborare una specie di “trattatello dottrinale” sulla misericordia di Dio. A cosa servirebbe? Abbiamo già tanti scritti e documenti significativi sul tema. Mons. Staglianò ha invece in animo di pensare con la gente e per la gente sulla forza pratica della misericordia di Dio, sulla sua carica di rinnovamento e di conversione per le comunità cristiane. Anche per questa via aiuteremo il processo pastorale che le identifica oramai, con quest’anno, in “comunità di parrocchie”.

Scrivere la Lettera pastorale coinvolgendo il popolo di Dio

Ci penso – scrive il Vescovo – da quasi un anno e precisamente dalla fine della mia visita ai vicariati, dopo il mio ingresso in Diocesi. Mi ha trattenuto solamente il pensiero di un rischio non insolito ai tempi di oggi, nei quali – come annota qualche sottile osservatore – si è passati “dal discorso della montagna, alla montagna dei discorsi”: quello che la Lettera pastorale possa restare un “pio esercizio letterario del vescovo” senza nessuna incidenza nella vita delle comunità e nel cammino pastorale ordinario dei credenti. In realtà la Lettera pastorale del vescovo è un atto di magistero oltremodo significativo per una Chiesa locale che non può non “dar frutto” nel rinnovamento e nella progettualità pastorale. Pertanto il Vescovo si chiede: che fare, allora, per evitare questo rischio mortificante?
Ho immaginato – dice il Vescovo – di chiedere l’aiuto di tutti, come si dice ab ovo. In fondo il vescovo ha il compito di portare a sintesi quanto lo Spirito suggerisce alla Chiesa, al popolo santo di Dio, nella porzione di gregge affidatogli. Ecco dunque il perché di questa breve traccia (che alleghiamo a questa notizia): organizzare l’aiuto che tutto il popolo di Dio a cominciare dai presbiteri può dare.

La misericordia non è “un sentimento o una emozione” (bando perciò ad ogni psicologismo), ma è l’atto stesso con cui Dio sempre si pone di fronte alla realtà che non è Lui stesso, la sua creazione, le sue creature. Alleghiamo un questionario, da sottoporre all’attenzione del Presbiterio, del Consiglio Pastorale Diocesano e dei Consigli Pastorali Parrocchiali. 

Il Vescovo chiede in particolare ai presbiteri di personalizzarlo, rendendolo eventualmente anche più concreto, per riferimento alla loro conoscenza specifico del territorio e della vita quotidiana dei cristiani nelle loro comunità parrocchiali.
Mi aspetto, dunque,- scrive Mons. Staglianò – una ampia e puntuale consultazione e un serio discernimento pastorale nell’interpretare il mistero della misericordia di Dio, di quest’atto benedicente che prelude alla composizione di un’umanità nella quale possa splendere la bellezza della creazione. Quest’ultima infatti custodisce nel suo intimo quell’alito di vita (Gen 1,30: nefesh hayyah) che non soltanto è il segno visibile della sollecitudine di Dio, ma è anche l’ambito in cui quest’azione misericordiosa si rinnova nella contemplazione del cielo e della terra sempre nuovi «perché le cose di prima sono passate [ … ] Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,4 5).
Confidiamo nella vostra accoglienza e collaborazione, perché la Lettera pastorale possa essere espressione di un sentire comune di una Chiesa che, nel conformarsi a Dio misericordioso, dà testimonianza di autentica conversione.

A tal fine è importante attivare il processo di consultazione e di discernimento popolare previsto per la stesura della Lettera pastorale sulla misericordia di Dio, responsabilizzando gli snodi della cinghia di trasmissione che deve far arrivare nelle mani del Vescovo gli esiti ottenuti dalla divulgazione dei questionari nei nostri vicariati.
I Consigli Pastorali Parrocchiali, convocati ad hoc, dopo aver personalizzato e reso il questionario più aderente alle concrete realtà comunitarie e territoriali, sceglieranno il metodo di consultazione e di lavoro (trattarlo all’interno del CPP stesso; diffondere il questionario e ritirarlo durante le celebrazioni eucaristiche di una domenica prestabilita; confronto a gruppi, sondaggi, etc. etc.). Dopo la consultazione lo stesso CPP procederà alla stesura della sintesi parrocchiale che verrà fatta pervenire al Coordinamento Vicariale per la redazione del sunto vicariale entro il 22 gennaio 2011. Ogni coordinamento vicariale si premurerà di far arrivare entro il 14 febbraio 2011 la sintesi del vicariato in Curia al Vicario episcopale per la pastorale, don Rosario Gisana.

Il questionario va restituito compilato in Curia via Fax. 0931-573310 o all’Ufficio Comunicazioni Sociali attraverso la mail
 comunicazionisociali@diocesinoto.it

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Messaggio del Vescovo per l’Avvento 2010

Comunicato Stampa>>

Il Vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò oggi rende noto il suo messaggio per il tempo liturgico dell’Avvento per aiutare tutti i fedeli nel prepararsi al Santo Natale.
 Il tempo di Avvento è per i cristiani un “tempo liturgico” importante – scrive il Vescovo di Noto – per chi vuole prepararsi al Natale, cioè alla memoria della venuta nella carne del Figlio di Dio, il piccolo di Betlehem che è una “buona notizia” di speranza, di pace e di amore per tutta l’umanità, per ogni uomo “di buona volontà”. L’Avvento – secondo il prelato – diventa perciò, per i credenti, l’attesa instancabile di Dio che scende in mezzo a noi e rinnova tutte le cose nella venuta del Messia, figlio di Dio nella carne umana, atteso per lunghi secoli e nato nella povertà di Betlemme.

L’Avvento è l’attesa come dimensione fondante del nostro vivere. Noi tutti attendiamo l’orario di lavoro, l’ora di pranzo, attendiamo il 18° compleanno dei nostri figli, attendiamo l’avanzamento di carriera. Va bene, è tutto legittimo. Ma non basta per colmare il senso vero dell’attesa umana: i credenti devono attendere, nella concretezza della preghiera e di piccoli gesti quotidiani di carità, il giorno ultimo in cui il Figlio dell’Uomo ritornerà, consapevoli che l’avvento di Cristo nella storia – e, in modo particolare, nella nostra vita -, non è prevedibile. L’attesa cristiana – continua Mons. Staglianò – non si configura come deresponsabilizzazione; anzi essa chiede di porre segni concreti di speranza, di assumere le ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo, le esigenze più profonde delle nostre città.

Il Vescovo di Noto elenca alcune iniziative di solidarietà della diocesi  che nascono proprio dal desiderio di voler sostenere le attese più vere della nostra gente, a partire dai più deboli: la denunzia dell’emergenza sanitaria sollevata dalla questione degli ospedali di Noto-Avola, la firma di un patto sociale con i Comuni del territorio per il superamento della grave crisi sociale che vivono, la vicinanza espressa ai piccoli commercianti e artigiani che a Modica, e non solo,  vivono schiacciati dal peso dei debiti di natura fiscale.
Il Signore sta alla porta e bussa continuamente, perché al di là delle cose materiali, della bramosia del potere, dei soldi e del piacere, ognuno di noi – afferma il Vescovo – lo faccia entrare nel suo cuore, appagando finalmente il bisogno di un Oltre a cui spesso non sappiamo dare un nome, ma che ci rende sempre inquieti: desiderio di infinito, desiderio di Dio che nulla può tacitare, tanto meno i surrogati che la società offre a buon mercato.

L’Avvento – scrive il vescovo – c’impone un cambiamento, in quanto l’ascolto della sua Parola non può lasciare indifferenti né tantomeno inoperosi. Dirsi cristiani è ben poca cosa: occorre esserlo e dimostrarlo nella vita concreta. Dobbiamo sentirci ospiti e pellegrini di questo mondo, rinunciando alle tentazioni di sentirci arrivati e appagati.  Dobbiamo credere che Gesù sia ancora, ogni giorno, in mezzo a noi, che siano gli uomini a renderlo vivo con le loro azioni e con le loro decisioni  e che nello scenario di questo mondo, tanto seducente quanto effimero, passi tutto velocemente, tranne l’Amore di Dio.

A conclusione l’Avvento invoca per tutti un coraggio nuovo: nessuno deve avvilire la speranza che ogni giorno porti una nuova rivelazione della nostra irripetibile bellezza e della bellezza incommensurabile di ogni anima. Preghiamo intensamente dunque, in tempo di Avvento. Preghiamo tutti!

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