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PROGETTO PRESIDIO – UNA TESTIMONIANZA DA PACHINO

«Presidio è un progetto che si occupa dell'orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti. Ed è un segno della Chiesa, segno di una presenza concreta»

Il senso del percorso fatto.
Il significato (e i risultati) del Progetto Presidio di Caritas Italiana 5.0, tra Modica e Pachino
Il valore della testimonianza e della restituzione.
La cura di Caritas e della Diocesi di Noto espresse in gesti di accoglienza, prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo delle persone migranti.
“Amate dunque il forestiero (perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto)”: è un versetto del Deuteronomio a dirci come già la Bibbia avesse elaborato il delicato tema del rapporto con gli stranieri, nel semplice includerli nell’umanità creata da Dio.
Con questo spirito, si sono svolti due incontri – giovedì 30 maggio a Modica e giovedì 13 giugno a Pachino – con la presentazione di testimonianze, video, dati e riflessioni sul percorso fatto negli ultimi due anni.

Quello a seguire è l’intervento di Irene Cerruto, operatrice al Presidio di Pachino:

«Vi testimonio il modo in cui il Progetto Presidio è attivo nella città di Pachino. La Caritas di Noto ha accolto a Pachino questo progetto di Caritas Italiana nel 2017, è durato diverso tempo e poi è stato riproposto nel 2023. Il fatto che sia un progetto della Caritas significa che è un SEGNO della CHIESA, segno di una PRESENZA concreta».

Nel territorio di Pachino, con la presenza di Suor Rita, di Padre Fredrick, mia, di Mariuccia, di Teti, di Najla, di Valeria, Presidio è un progetto che si occupa dell’orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti, che nella quasi totalità dei casi (mi riferisco in particolare agli uomini) lavorano in ambito agricolo, nelle SERRE, senza essere consapevoli dei propri DIRITTI lavorativi e accettando qualsiasi condizione di lavoro, di stipendio, di tempo, di sopraffazione anche tra migranti stessi, pur di guadagnare qualcosa per vivere e portare avanti la propria famiglia. E ancor prima di arrivare qui, ultimamente sempre più spesso, molte di queste persone, tramite nuovi decreti strumentalizzati per gli interessi di enti del nostro territorio, pagano, facendo un salto nel vuoto, quantità eccessive di denaro per giungere qui, per poi essere abbandonate al proprio destino».

«Nello specifico, le persone che abbiamo seguito quest’anno e che seguiamo sono in prevalenza di ORIGINE tunisina e marocchina, qualcuno di origine libica. Ci sono anche persone provenienti dall’Africa subsahariana, in particolare dal Senegal, dal Ghana e dalla Nigeria, e in minoranza anche dal Perù e dal Bangladesh.
Facciamo servizio presso l’Oratorio della parrocchia di San Corrado di PACHINO, il martedì e il mercoledì. Offriamo alle persone che vengono al nostro Sportello innanzitutto un luogo di ASCOLTO, perché riscontriamo una grande solitudine, un’ESTRANEITÀ e un DISORIENTAMENTO rispetto alla città e ai cittadini. Per questo è importante essere presenti, stare con loro, ascoltare e dare un aiuto per quel che si può».

«Per prima cosa, occorre partire dalla conoscenza della lingua, per dare ai migranti lo strumento per capire e farsi capire, per facilitare l’inclusione nel tessuto sociale. Dunque, Presidio offre, a grandissima RICHIESTA di chi viene da noi, una SCUOLA DI ITALIANO, il cui obiettivo cardine non è tanto quello di raggiungere un livello alto di grammatica italiana (questa è una conseguenza), quanto piuttosto quello di creare relazione e far creare relazione. Inoltre, si offre anche un SOSTEGNO di tipo LEGALE, grazie alla collaborazione con due avvocati presenti a Pachino, a cui noi ci appoggiamo con piena fiducia, per le situazioni che riguardano il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno e per altre vicende di natura legale».

«Nelle situazioni in cui risulta necessario, da parte nostra vi è anche un supporto MEDICO-SANITARIO, possibile grazie al contatto con una dottoressa, un medico di base, che si è resa disponibile per noi quando è richiesto. Nell’ottica della RETE (in cui noi crediamo moltissimo) con enti e persone del territorio, abbiamo creato un contatto diretto anche con un medico dell’ASP, con l’Imam e la comunità musulmana, con la comunità valdese, con tutte le parrocchie della città, con due patronati, con la Croce Rossa e con i servizi sociali di Pachino. La bellezza che è nata dalla rete è quella del naturale AIUTO RECIPROCO».

«Il Presidio non si svolge soltanto all’interno delle mura di San Corrado, ma è anche MOBILE. In determinate giornate, ci rechiamo nei punti nevralgici della città, come nella zona della piazza o del mercato, dove sappiamo di trovare molte persone di origine non italiana. Noi ci FERMIAMO a parlare con loro, spieghiamo, anche attraverso dei volantini che lasciamo, l’attività che il Presidio svolge e li invitiamo a venire a trovarci. Ci muoviamo tra le strade, per essere una PRESENZA CONCRETA, cercando di far sentire loro che c’è qualcuno che li GUARDA come esseri umani che non sono invisibili, poiché l’unico modo a nostra disposizione per combattere l’ingiustizia, la distanza, l’anonimato è CONOSCERE, FAR CONOSCERE, ESSERCI E AVERE CURA.
Ciò che gli operatori, i volontari ed io desideriamo fortemente è che, nel futuro di Presidio, della città e della comunità, ci sia da parte delle istituzioni, da parte dei cittadini, da parte delle parrocchie TUTTE, da parte dei cristiani – proprio in quanto cristiani – un coinvolgimento attivo, un’attenzione CONSAPEVOLE e SERIA nei confronti di ciò che vi stiamo presentando qui oggi, un senso di accoglienza, di collaborazione e di responsabilità.
Come esseri umani che si prendono cura di altri esseri umani».

QUARESIMA DI CARITÀ 2024

La raccolta verrà destinata alla Carità del Vescovo e all'emergenza in Terra Santa. Riprendendo le indicazioni della CEI, che ha promosso una Colletta nazional

La raccolta della Quaresima di Carità 2024, titolata “Dalla strada alla locanda di Emmaus: vicinanza, tenerezza e compassione“, richiama il ritiro di quaresima vissuto lo scorso 18 febbraio 2024 a Pozzallo. La parabola evangelica del Samaritano ci ricorda l’importanza dell’animare le comunità perché si adoperino per la cura degli ultimi, dei poveri e di quanti non ce la fanno, spingendoci ad andare oltre l’alterità per arrivare alla prossimità.

La raccolta verrà destinata alla Carità del Vescovo e all’emergenza in Terra Santa. Riprendiamo le indicazioni della CEI, che ha promosso una Colletta nazionale a tal fine:
«Il conflitto tra Hamas e Israele, innescato il 7 ottobre dall’attacco alla popolazione israeliana, ha raggiunto ormai proporzioni immani, non solo a Gaza e Israele ma anche in Cisgiordania e nel vicino Libano. Le vittime del conflitto sono oltre ventottomila. La popolazione di Gaza è ridotta allo stremo. Mentre prosegue l’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza, ha preso il via anche il sostegno economico alla popolazione di tutte le zone del conflitto da parte di Caritas.
In particolare, si prevede di:

  • –  Ristrutturare e equipaggiare la clinica di Caritas Gerusalemme a Gaza city;
  • –  Fornire attrezzature mediche alla clinica di Caritas Gerusalemme a Taybeh, in Cisgiordania;
  • –  Garantire assistenza sanitaria a chi ne ha bisogno nelle zone interessate dal conflitto;
  • –  Intervenire con aiuti nel campo della salute mentale delle persone (soprattutto per bambini e donne) traumatizzate dalla crisi in corso;
  • –  Fornire aiuti economici e buoni acquisto a famiglie vulnerabili;
  • –  Collaborare con la rete internazionale nei progetti di ricostruzione una volta raggiunto il cessate il fuoco;

Ricordiamo l’importanza di partire dalla preghiera e dalla contemplazione, come ci invita a fare il nostro Padre Vescovo Salvatore, senza le quali nulla è davvero fondato, portando le ingiustizie del mondo davanti al Signore, illuminati dal Vangelo.

Le offerte, frutto della Quaresima di carità, le consegneremo nelle mani del Vescovo durante la Messa Crismale.

Gli interventi di Caritas Gerusalemme a Gaza


UCRAINA. DUE ANNI SENZA PACE

Il 24 febbraio saranno due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina. Due anni di violenze, di crisi economica, di incapacità da parte della comunità internazionale di trovare soluzioni alle controversie che non prevedano l’uso delle armi.

In questa situazione la comunità cristiana si è messa a fianco delle vittime e delle persone che hanno perso tutto o sono state costrette ad abbandonare la loro terra. Il lavoro di animazione e di accompagnamento da parte delle Caritas nazionali ucraine, di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane è stato enorme.

6,4 milioni di persone sono rifugiate all’estero, 14,6 milioni hanno bisogno di assistenza, 3,7 milione gli sfollati all’interno del Paese. Caritas Italiana ha partecipato all’intervento della rete Caritas internazionale a favore di Caritas Ucraina e Caritas-Spes con servizi di accoglienza e di protezione, assistenza medica, kit igienici e alimentari, contributi in denaro.

Dei 24.325.914,15 euro raccolti (al 31 dicembre 2023), tra cui un milione da parte della CEI (fondi 8xmille), due terzi sono già stati spesi (15.690.744,38 euro). Il resto è destinato a progetti da realizzarsi nell’anno in corso e nei prossimi anni. Tra i contributi spesi 4.926.879,91 euro sono andati a progetti di sostegno in Ucraina e Paesi limitrofi e 10.763.864,47 euro a progetti di accoglienza in Italia.

Dallo scoppio del conflitto molte diocesi italiane si sono impegnate per garantire un’accoglienza adeguata alle persone in fuga. Tante le attività organizzate a livello locale: accoglienza, raccolta beni di prima necessità, assistenza sanitaria, accompagnamento psicologico. Le strutture maggiormente utilizzate: appartamenti, parrocchie, famiglie, istituti religiosi, centri di accoglienza. Migliaia le persone accolte dalla rete ecclesiale italiana, attraverso il progetto “Apri Ucraina” promosso da Caritas Italiana. Il progetto ha coinvolto cento diocesi e ha permesso di accogliere oltre seimila persone. Da segnalare anche le vacanze solidali che hanno permesso a quasi 650 bambini ucraini (e ai loro accompagnatori) di trascorrere alcune settimane serene in Italia.

Caritas Italiana dal febbraio 2022 è impegnata nella risposta all’enorme emergenza umanitaria della crisi ucraina, ed è anche parte attiva nei processi di ricostruzione e di coesione sociale, con attenzione specifica in quattro ambiti (più informazioni nel documento allegato): disabilità e salute; minori e educazione; protezione; advocacy e coesione sociale.

*****

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale “Europa/emergenza Ucraina”) tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

2023: UN ANNO DI IMPEGNO. 2024: UN AUGURIO DI PACE

 Caritas Italiana, in queste circostanze, è sempre accanto alle popolazioni colpite, in particolare alle persone in situazione di maggiore fragilità, dando supporto in vario modo alle Caritas sorelle, in coordinamento con Caritas Internationalis e Caritas Europa

Le immagini della distruzione di Gaza, dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre, rabbuiano questa fine del 2023. Si aggiungono a quelle del conflitto in Ucraina, giunto quasi al suo
secondo anno
. Più lontano dagli occhi dell’Europa le sofferenze della popolazione del
Nagorno Karabakh, che ha dovuto lasciare la propria terra da un giorno all’altro, il tragico destino dei profughi del Sudan – senza contare le decine di migliaia di morti – e delle vittime dei tanti conflitti, più o meno dimenticati, che ancora infestano il nostro mondo. Una terza guerra mondiale a pezzi, la definisce papa Francesco.

 Caritas Italiana, in queste circostanze, è sempre accanto alle popolazioni colpite, in particolare alle persone in situazione di maggiore fragilità, dando supporto in vario modo alle Caritas sorelle, in coordinamento con Caritas Internationalis e Caritas Europa (che nel 2023 ha compiuto
30 anni
). Un impegno, quello internazionale, che nel 2023 ha guardato con concretezza anche alla tragedia dei terremoti in Turchia, Siria e Marocco, nonché delle alluvioni in Libia.

 All’impegno nel mondo Caritas Italiana ha dedicato azioni di sensibilizzazione (“Africa fame di giustizia”) e, assieme a Focsiv, due maratone radiotelevisive con TV2000 e InBlu2000, rivolte ai Paesi del Medio Oriente. L’appello è quello di “osare la pace e sostenere la speranza.

 

Mondialità significa responsabilità globale. Di qui i corsi, ancora con Focsiv e fondazione Lanza, per promuovere percorsi di Ecologia integrale e il forum “Mappe necessarie per le transizioni”, con Missio e Agorà della mondialità. Sullo sfondo l’esortazione apostolica “Laudate Deum”, pubblicata ai primi di ottobre. Sul versante interno l’impegno di Caritas Italiana per i poveri si realizza soprattutto nell’accompagnamento dell’azione quotidiana delle Caritas diocesane che in tutta Italia animano le rispettive comunità. Ciò avviene ad esempio con lo studio e l’approfondimento delle dinamiche sociali, che anche quest’anno si sono tradotte in proposte per le politiche di intervento contro la povertà, nel contesto della riforma del Reddito di cittadinanza. Frutto del lavoro di studio e ricerca sono i rapporti sulla povertà (“La povertà in Italia” e “Tutto da perdere) e il
Rapporto immigrazione (con la fondazione Migrantes). Grande impegno, assieme alle Caritas diocesane, in occasione della Giornata dei poveri del 19 novembre. I poveri trovano ampio spazio anche nel documento di sintesi del Sinodo dei Vescovi (“Poveri, protagonisti del cammino della Chiesa”).

 Sempre a sostegno delle realtà locali Caritas Italiana ha promosso progetti di microcredito a contrasto della violenza sulle donne, attività a prevenzione della povertà educativa, a beneficio delle
persone anziane non autosufficienti
o di chi si trova in carcere. Ha proposto forme di collaborazione per le aree metropolitane e per i territori e progetti come quello dei “Custodi del bello”.

Non da meno è stato l’impegno nell’affrontare le emergenze che hanno colpito l’Italia, come le alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. Un impegno che ha coinvolto le rispettive delegazioni Caritas e molti partner, donatori e volontari.

Sempre viva l’attenzione al dramma dei profughi, divenuto tragedia per i naufraghi di Cutro (KR) in Calabria e per le persone disperse nel Mar Egeo davanti alle coste greche. A questo fenomeno Caritas Italiana continua a portare la risposta dei corridoi umanitari, di quelli universitari e, da quest’anno, di quelli lavorativi, come via sicura e legale di accesso per quanti scappano da guerre e miseria.

Un bel segno l’accoglienza di centinaia bambini ucraini nell’estate dell’anno passato. Nuove strade per il servizio con gli ultimi sono emerse al 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dal titolo “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni”, svoltosi in aprile a Salerno.

Nel campo della comunicazione si è animata la rete dei comunicatori diocesani, sulle pagine web di Caritas Italiana si è sviluppata la partecipazione attraverso rubriche e
blog
, si è data nuova forma al periodico Italia Caritas, destinato ai donatori, si è ampliata la rete delle redazioni di Scarp de’ tenis, così da dare voce a chi ha davvero qualcosa da raccontare.

 Risposte vive alle domande che pone il nostro tempo sono stati i ragazzi e le ragazze del
Servizio civile, di YOUngCaritas, del progetto “Mi sta a cuore”, dell’Anno di volontariato, i volontari internazionali, i Corpi civili di pace, i Caschi bianchi. E insieme a loro le decine di migliaia di volontari che con passione e costanza rendono possibile l’opera di animazione delle Caritas diocesane e parrocchiali.

La pace è stata per tutto l’anno un tema dominante. Ad essa è dedicato il percorso partito con una riflessione sulla “Pacem in terris” (Roma, 16 novembre) e prima ancora da Leuca, in agosto, con i giovani a mostrare i “venti di nuova umanità”. Un cammino che si conclude sul
confine orientale, tra Gorizia e Nova Gorica, dove Caritas Italiana, assieme a molti altri, rinnova nella tradizionale Marcia del 31 dicembre il suo impegno per il dialogo e la pace.

A tutti un augurio per un 2024 ricco di serenità e fiducia.

OSARE LA PACE, SOSTENERE LA SPERANZA. NUMERO SOLIDALE 45582

Via alla campagna di Caritas Italiana e Focsiv. Ad aprirla la Maratona televisiva e radiofonica in onda dal 20 al 24 dicembre '23 su TV2000 e InBlu2000

Prosegue la Campagna di raccolta fondi FocsivCaritas Italiana, a sostegno di 22 interventi in 8 Paesi del Medio Oriente.
In questo momento in Terra Santa è in atto una catastrofe umanitaria, che conta oltre 1,8 milioni gli sfollati e oltre 15.000 morti la gran parte dei quali donne e bambini.

A pagare il prezzo più alto nei conflitti, sono soprattutto i soggetti più fragili. Sono le donne ed i bambini terrorizzati e traumatizzati, sono i giovani israeliani, palestinesi, siriani, iracheni, libanesi, una generazione la cui vita è spezzata e interrotta dalla guerra.

Noi crediamo nei giovani, nel lavoro, nell’educazione e nel dialogo. Sono scelte che, in questo momento in particolare in cui la violenza sembra l’unica strada, richiedono più coraggio. Ora più che mai, siamo convinti che la pace non si conquista sui campi di battaglia, in Medio Oriente, come ovunque si combatta nel mondo, ma si costruisce seminando speranza e sostenendo i giovani, che desiderano ed hanno il diritto di riprendere in mano il proprio futuro.

OSARE, IL VERBO DI FRANCESCO

Durante il viaggio a Cipro del 2021 papa Francesco rivolgendosi ai giovani pronunciò queste parole: «Osate. Guardate avanti, guardate l’orizzonte! c’è sempre un orizzonte nella vita. C’è sempre promessa al di là, e quando la promessa è garantita dalla Parola di Dio, non delude mai. La speranza non delude, Dio non delude». Osare la pace, è questa la sfida rilanciata dalla campagna.

«Il nostro impegno in questo periodo dell’anno», dice don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana «assume un significato particolare per la Terra Santa, per la quale sempre di più occorre impegnarsi con coraggio per la Pace, invocandola non solo nelle preghiere, ma anche stando il più possibile vicino a chi quotidianamente subisce i lutti e le tragedie di una guerra che ferisce dolorosamente sia il popolo israeliano che quello palestinese».

«Sappiamo», aggiunge Ivana Borsotto, presidente Focsiv «che questo Natale non sarà un Natale di festa per tutti. In molte, troppe, terre del mondo e nel nostro vicino Medio Oriente il frastuono e la sofferenza delle armi risuonano e accrescono l’odio e la violenza. Ma, come duemila anni fa, si rinnova una luce di speranza alimentata da chi ha il coraggio di osare la pace».

 

SOSTENERE LA SPERANZA

Dal 20 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024 puoi donare al 45582 con un SMS da 2 euro da cellulare personale WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali.
Oppure 5 o 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali, Geny Communications e, sempre con chiamata da rete fissa, 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

Sarà l’occasione per sensibilizzare e raccogliere fondi a sostegno di 22 interventi di Caritas Italiana e Focsiv in Libano, in Iraq, in Siria, Giordania, Turchia e Terra Santa (Israele e Territori Palestinesi) e Yemen. Interventi rivolti soprattutto ai giovani che vivono in questi Paesi e, in modo particolare coloro che sono coinvolta dal recente conflitto in Terra Santa e colpiti dal devastante terremoto verificatosi in Turchia e Siria dello scorso 6 febbraio.

Dal 20 al 24 dicembre 👉 la Maratona su Tv2000 e Radio INBlu2000.

Media partner: Agenzia DIRE, L’Osservatore Romano, Famiglia Cristiana, FISC – Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Radio Vaticana, Vatican News. Financial partner: Banca Etica.

Per saperne di più 👉 http://www.caritas.it/osare-la-pace-sostenere-la-speranza/

TERREMOTO IN MAROCCO: 45525 IL NUMERO PER DONARE

Con il supporto di RAI per la Sostenibilità – ESG, RAI sosterrà informativamente la campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale 45525 lanciata da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco

Con il supporto di RAI per la Sostenibilità – ESG, RAI sosterrà informativamente la campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale 45525 lanciata da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco.

Le tre organizzazioni umanitarie, da tempo operative nel paese, hanno deciso di unire gli sforzi per raccogliere fondi necessari per garantire agli uffici sul campo di portare avanti e rafforzare gli aiuti alla popolazione, ed in particolare alle famiglie e ai bambini, e sostenere il recupero nel medio-lungo periodo.

Croce Rossa Italiana. I volontari e i soccorritori della Mezzaluna Rossa Marocchina hanno bisogno del nostro supporto perché l’obiettivo immediato è quello di salvare vite e l’obiettivo di più lungo periodo è quello di aiutare la popolazione marocchina così duramente colpita da questo tragico terremoto. Sin da subito la Mezzaluna Rossa Marocchina si è adoperata in coordinamento con le autorità locali per portare soccorso, ma la situazione è drammatica ed ha necessità del sostegno di tutte e tutti. Croce Rossa Italiana ha sin dalle prime ore messo in stato di pre allerta i suoi centri operativi di emergenza nazionali ed è pronta anche a partire se attivata dalla Federazione Internazionale o dalla Protezione Civile. In una calamità naturale di queste proporzioni la solidarietà può esprimersi al meglio garantendo gli aiuti in modo coordinato e organizzato. Per questo, siamo certi che l’ondata di emozione e di vicinanza che cresce in Italia possa tradursi in una forma concreta di sostegno anche attraverso di noi. Sempre la Croce Rossa a livello internazionale agisce come una unica famiglia in cui le Società nazionali danno il proprio sostegno a quelle colpite da calamità attraverso l’instancabile opera della Federazione Internazionale. Purtroppo come anche quest’ultima ha sottolineato, le necessità e i bisogni saranno di lungo periodo ed è a questo che dobbiamo tutti insieme fare fronte. Quindi grazie alla Rai per questa meritoria iniziativa e grazie a tutte e tutti coloro che vorranno dare il proprio sostegno.

Caritas Italiana collabora da decenni con la Caritas in Marocco in progetti di vario tipo a favore di persone particolarmente vulnerabili, come i minori, nei campi della promozione umana, dell’animazione sociale, del sostegno alle famiglie e alle comunità. Anche in questo caso sarà fondamentale la capillarità della presenza di Caritas. Proprio in queste ore gli operatori in loco sono gli unici, in diversi casi, ad arrivare in villaggi remoti, considerati irraggiungibili, colpiti dal sisma. Caritas lavora rilevando i bisogni della popolazione e accompagnando le comunità, anche nel medio e lungo periodo, nel percorso di rimarginazione delle ferite, andando oltre l’emergenza, con progetti di ricostruzione e sviluppo.

L’UNICEF, presente nel paese con propri operatori sin dal 1957 con programmi di istruzione, salute, nutrizione, inclusione sociale e protezione dell’infanzia, sottolinea che, in ogni emergenza, i bambini sono sempre i più vulnerabili e i più colpiti. Una volta terminate le operazioni di ricerca e salvataggio, i bambini e le famiglie colpite avranno bisogno di rifugi, di acqua sicura da bere e di supporto alimentare. I servizi di protezione dei bambini, incluso il supporto psicosociale, saranno fondamentali nell’aiutare i bambini e i genitori a elaborare le loro esperienze dolorose. Riportare i bambini a scuola sarà inoltre fondamentale per il loro recupero nel lungo termine.

Per aiutare migliaia di persone vulnerabili colpite dal terremoto è possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:

  • 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop
    Voce, Tiscali;
  • 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;
  • 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

25 ANNI DA VESCOVO DI S.E. MELCHISEDECH: LA LETTERA DI CONCETTA, MISSIONARIA E AMICA

Le parole di Concetta Petrilliggieri, che ha condiviso e percorso tratti di vita e di evangelizzazione di Mons. Melchisedec e che lo ha conosciuto da giovane parrocchiano di San Pietro

Domani, mercoledì 2 agosto 2023, la Diocesi di Butembo-Beni (nella Repubblica Democratica del Congo) sarà in festa, in occasione del 25° anniversario di Consacrazione Episcopale del suo Vescovo, mons. Melchisedec Sikuli Paluku, avvenuta il 2 agosto 1998.
La Diocesi africana è gemellata con la Diocesi di Noto dal 21 aprile 1988, quando, in occasione del XXV anniversario di Episcopato dell’allora Vescovo di Noto, monsignor Salvatore Nicolosi, venne siglato ufficialmente un atto ufficiale, con il Vescovo di quella Diocesi, monsignor Emanuel Kataliko, per sancire il patto di comunione e di collaborazione tra le due Chiese.

Qui di seguito, la lettera che la nostra Concetta Petrilliggieri – missionaria per più di 40 in Congo, che ha condiviso e percorso tratti di strada, di vita e di evangelizzazione di Mons. Melchisedec e che lo ha conosciuto da giovane studente del Seminario di Roma e parrocchiano della Chiesa di San Pietro  ha voluto scrivere a S.E., in occasione del 25esimo anniversario della sua Consacrazione:

Il Vescovo Melchisedec fa memoria di 25 anni della sua grande carica di Pastore di una grandissima Diocesi: è stato un periodo molto travagliato da guerre, disordini, malintesi!

La sua presenza in Diocesi a Noto, non si limita a questi ultimi 25 anni!
Infatti, con la sua presenza come sacerdote, in tanti anni ha creato legami di amicizia sincera e duratura.
A Modica è stato parrocchiano a San Pietro. Padre Gambuzza è stato suo maestro, e ancora oggi non manca, nelle sue visite in Sicilia, di trovare gli amici “i picciotti ri san Pietro”!  per lui è come tornare a casa!

Dopo una prima visita negli Anni ’80, quando era a Roma per gli studi, ha trascorso parte delle sue vacanze in Parrocchia, e ancora oggi la sua amicizia resta solida.
Amicizia fraterna, rispettosa, reciproca in tutta libertà anche nei momenti più difficili !

Come Pastore ha cercato di “proteggere il gregge dai falsi pastori”: missione difficile per tutte le situazioni di guerre e  malattie, ma anche da segni di insofferenza all’annuncio del Vangelo!

Grazie Melchisedec  per la tua presenza!

 

Ricordiamo anche che per questa lieta ricorrenza, una delegazione della Diocesi di Noto, si recherà nella Diocesi congolese dal 30 luglio al 16 agosto 2023.

FARE STRADA INSIEME: È NATO UNO SPORTELLO MIGRANTI ANCHE A MODICA

Aperto due giorni a settimana, è un centro di ascolto e di supporto. Ma soprattutto un luogo in cui sperimentare la relazione. Ne abbiamo parlato con il nostro direttore Fabio Sammito

Anche a Modica, al nr 59 di via Grimaldi, è operativo da qualche settimana uno Sportello per migranti. Un percorso che rende visibile, nella cura quotidiana, l’attenzione di Caritas verso quei soggetti (volti, storie, famiglie… e non solo numeri) che scontano maggiormente difficoltà di orientamento (sociale, economico, burocratico) dentro le nostre comunità.
Aperto due giorni a settimana, con una mail (modicapresidio@gmail.com) e un numero di telefono (+ 39 379 1387 430) dedicati, lo Sportello intende essere un centro di ascolto e di supporto ma soprattutto un punto di riferimento anche per quelle realtà che si occupano di offrire servizi (sociali, di tutela sindacale, di supporto psicologico, di aiuto economico) agli immigrati che approdano e si stabiliscono nel nostro territorio.
Per conoscere più nel dettaglio il progetto, abbiamo posto qualche domanda al direttore di Caritas Noto, Fabio Sammito. Ecco cosa ci ha risposto.


Qual è il significato profondo di questo secondo Sportello per migranti, attivo a Modica, dopo quello che, da anni, opera a Pachino?

Lo sportello è anzitutto un luogo in cui sperimentare la relazione. Quindi: uno spazio in cui ci si incontra da fratelli, per fare strada insieme. Non è un ufficio in cui si trovano tutte le risposte o tutti i servizi ma vuole essere invece un elemento collante che può aiutare i fratelli migranti presenti nel territorio a “orientarsi” nei meandri della burocrazia e dei servizi attorno a loro. È un segno della nostra Chiesa che sta a fianco, accompagna questi nostri fratelli troppo spesso vittime di emarginazione. È anche un faro e un punto di osservazione e raccolta di dati sul fenomeno migratorio nel territorio, che può aiutare a riflettere su bisogni e servizi. Infine, lo Sportello si inserisce all’interno del più ampio Progetto Presidio che sta per partire nella nostra diocesi e che prevederà altri segni di attenzione al territorio.

Se ne sentiva davvero la necessità?
Assolutamente sì. A poco più di un mese dall’apertura abbiamo già accolto 16 casi, anche molto diversi tra loro,  che testimoniano nell’immediatezza quanto sia essenziale ed importante la creazione di strumenti come lo Sportello per accompagnare i migranti nelle varie esigenze che ogni giorno devono affrontare.

Perché a Modica?
Nasce a Modica perché qui si sono create le condizioni adatte all’apertura ma anche perchè è la città più grande nella zona ragusana della diocesi. È comunque dedicato a fratelli che possono arrivare dalle altre città della diocesi, come Pachino funge da riferimento per la zona di Siracusa.

Quali sano le richieste più frequenti che state ricevendo?
A oggi, una delle richieste maggiormente emergenti è quella di poter usufruire di una scuola di italiano per stranieri. Insieme a questo ci sono poi numerose difficoltà legate al rinnovo di permessi di soggiorno, causate in buona parte da una mancanza di comunicazione negli uffici preposti. Ci accorgiamo che spesso sono anche problemi di semplice risoluzione ma se non correttamente seguiti possono poi diventare insormontabili. Altri temi frequenti: la ricerca di lavoro e della casa. Il tema dell’abitazione è ovviamente trasversare anche alle famiglie italiane ma nel caso di cittadini stranieri si manifesta in maniera ancor più virulenta ed urgente. Siamo, ad esempio, a conoscenza di molte famiglie, anche con minori, che vivono in “case” , che sarebbe più giusto chiamare “ruderi”, in cui a volte si annidano anche comportamenti di sopraffazione da parte dei proprietari . Un tema molto ampio, delicato e complesso: ne siamo consapevoli.

Operativamente, come funziona lo Sportello?
Lo sportello ha al momento due giorni di apertura: il martedì dalle 09.00 alle 11.00 e il mercoledì dalle 18.00 alle 20.00. È coordinato da una piccola équipe in cui è presente una mediatrice culturale, un giovane laureando in giurisprudenza che da anni si occupa di accompagnare i migranti dal punto di vista amministrativo, un operatore che si occuperà di aspetti logisitici (accompagnamenti presso uffici, visite a domicilio, altre varie ed eventuali). All’interno di questo team anche io stesso sarò presente, almeno nei primi mesi di apertura. Si è costituito anche un gruppo di circa 15 volontari che si incontreranno per la prima volta lunedì 3 luglio per un momento di formazione e di conoscenza.

Avete ricevuto feedback positivi alla notizia dell’apertura dello sportello?
Al momento dai vari uffici con cui ci troviamo a fare rete abbiamo ricevuto segni di apertura e di soddisfazione per l’avvio di questo progetto. Anche la disponibilità di volontari di cui sopra è un segno che c’è voglia di mettersi a disposizione da parte di uomini e donne di buona volontà. C’è da dire che lo sportello è partito da poco tempo, per cui ci renderemo conto giorno dopo giorno di come verrà accolto e visto dalla comunità modicana in particolare e del territorio diocesano in generale.

A quali difficoltà vanno incontro i migranti che scelgono di fermarsi nel nostro territorio? Riescono a inserirsi nella comunità? La comunità riesce a mettere in atto percorsi di accoglienza e integrazione?
Il fenomeno della migrazione è estremamente complesso e costituito da tantissime variabili. Guardando al nostro territorio, però, possiamo individuare alcuni temi ricorrenti in quanto a difficoltà: abitazione, lavoro, accesso ai servizi. È importante dire che il nostro sguardo è rivolto non solo al vicariato di Modica bensì, come detto sopra, a tutto il territorio diocesano. Ed è altrettanto chiaro che già spostandosi di vicariato in vicariato sono parecchie le differenze di natura sociale, economica, culturare.

GIONATA DEL RIFUGIATO ’23: LA BELLEZZA DI SCOPRIRSI FRATELLI

Un pomeriggio di sorrisi, parole di amicizia, dialogo, condivisione. Nella condivisione del cibo, del gioco e della preghiera

Anche a Modica, nella sede del cantiere educativo Crisci Ranni si è celebrata la #GiornataMondialedelRifugiato2023: un pomeriggio di sorrisi, parole di amicizia, dialogo, condivisione.
Con gli amici di Libera Contro le Mafie Modica, Modicaltra, Cooperativa Filotea e tanti fratelli e sorelle di buona volontà, bambini e anziani, si è voluto gustare la bellezza dello stare assieme.

Abbiamo cominciato dal gioco perché tutti abbiamo bisogno di ricordarci quanto sia importante tornare a giocare, prendendoci un po’ meno sul serio e facendo dei bambini i nostri maestri. Grazie ai fratelli del Villaggio del Magnificat realtà che ospita minori ucraini in fuga dalla guerra e che nel Villaggio hanno trovato delle braccia che accolgono, abbiamo realizzato una grande scritta “Pax” , dove ognuno poteva lasciare una traccia di sé sull’impegno, perché l’insensatezza della guerra ci porti a percorrere vie di pace.

Coinvolgente anche il momento di preghiera interreligiosa che ha preceduto la fraternità ricordandoci che prima di tutto ringraziamo Dio per il dono dell’amicizia e dello spezzare insieme il pane.
Infine, la tavola si è imbandita di piatti provenienti da tantissime Paesi, di tradizione e culture diverse: Ucraina, Guinea, Italia, Marocco, Tunisia, Gambia. Durante la cena poi si è ballato a ritmo di tamburi e jambe perché anche la musica è uno spazio che unisce e che supera steccati e divisioni.

E infine abbiamo sperimentato quanto davvero poco basti a riconoscerci “Fratelli tutti”, come ci ricorda Papa Francesco. E lo siamo a partire dal vivere quella “convivialità delle differenze” che un grande pastore come don Tonino Bello esprimeva nel suo pensiero.

Ecco il video della prehiera interreligiosa:

E qui il momento di riflessione:

MIGRANTES E CARITAS: LA TERRA È DI TUTTI E OGNI PERSONA HA DIRITTO DI MUOVERSI LIBERAMENTE

Una tragedia tra le più dolorose e gravi degli ultimi dieci anni. Così Fondazione Migrantes e Caritas Italiana commentano la strage di migranti avvenuta nel Mar Egeo davanti alle coste greche

Al largo del Peloponneso, in Grecia, sono ancora in corso le ricerche in mare delle centinaia di persone migranti che si trovavano a bordo di un barcone affondato nella notte tra martedì e mercoledì.

Nell’esprimere dolore per questo ennesimo tragico naufragio, nel quale sono morte almeno 78 persone e 104 sono state soccorse, Migrantes e Caritas sottolineano «la necessità di canali regolari d’ingresso in Europa che evitino la morte a uomini, donne e bambini costretti a fuggire per vivere una vita più dignitosa. Occorre una maggiore consapevolezza a livello europeo, affinché si superi presto il regolamento di Dublino e non si chiudono le frontiere».

La terra è di tutti e ogni persona ha diritto di muoversi liberamente senza alcuna limitazione. Papa Francesco – ricordano Fondazione Migrantes e Caritas Italiana – nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il prossimo settembre, sottolinea questa libertà a partire dal titolo “Liberi di scegliere se migrare o restare”.
Due diritti fondamentali come «il diritto di vivere nella propria terra o migrare liberamente. Diritti oggi a rischio perché spesso non si conoscono – o non si vogliono conoscere – le reali motivazioni delle partenze specialmente da luoghi dove c’è guerra o si vivono situazioni di estrema povertà. Dovrebbe essere chiaro per tutti che per comprendere bisogna conoscere».