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Aprile 2005 – Lettera di Monsignor Giuseppe Malandrino a Monsignor Sikuli Melchisedech

 «Ecc.mo e carissimo e Confratello, mi è giunta graditissi­ma la Sua lettera, invia­tami anche a nome della Chiesa gemella, in occasio­ne del mio doppio giubileo del 25° episcopale e del 50° sacerdotale.

Al termine di queste celebrazioni giubilari an­ch’io sento viva l’esigenza di scrivere a Lei e all’inte­ra Chiesa gemella di Butembo‑Beni, per rinno­vare e incrementare i no­stri vincoli di reciproca comunione ecclesiale e missionariae di fraterna solidarietà evangelica ed umana.

Intendiamo suggellare ulteriormente questa co­munione in occasione del­la solennità della Penteco­ste (il prossimo 15 maggio) nella contemporanea cele­brazione della sedicesima Giornata Diocesana del Gemellaggio. Carichi ancora della forte emozione per la grande eredità di ab­braccio universale del Vangelo, lasciataci da Giovanni Paolo Il, è no­stro vivo desiderio incre­mentare il gemellaggio ravvivando e svilup­pando ancor più iniziative che aiutino a vive­re concretamente la condivisione globale di beni, persone ed espe­rienze, come è stato auspicato dai Vescovi ita­liani riguardo alle inizia­tive dei gemellaggi missio­nari (CEI, Comunione e Comunità, n. 51) e come è stato recepito dalla nostra Chiesa netina anche attra­verso il secondo Sinodo Diocesano (Decisione n. 34).

In tale prospettiva consideriamo fruttuoso il servizio pastorale nella nostra Chiesa netina dei tre presbiteri della sua Chiesa di Butembo ­Beni e stimiamo pure be­nefici i viaggi di comu­nione e di solidarietà che il nostro Centro Diocesano per le Missioni e per il Gemellaggio orga­nizza frequentemente nel­la vostra Chiesa. Ritenia­mo, inoltre, opportuno in­crementare l’ulteriore svi­luppo del Centro Nu­trizionale “Giorgio Cerruto”, collegato con nostre Università e con la vostra Università Cattolica, per una maggiore cura e sal­vaguardia della vita e della salute nel Vostro territorio.

Ci sentiamo sempre molto vicini a voi, nell’af­fetto e nella preghiera, e ci edifica la vostra fede, la vostra speranza e il vo­stro coraggio nell’an­nunzio e testimonianza integrale del Vangelo, nella perdurante e diffici­le situazione di disordine e di guerriglia che opprime ancora il vostro popolo.

L’ardore dello Spirito della Pentecoste, che ha tanto operato in Giovanni Paolo II e che continua ad operare incessantemente e con abbondanza nei suoi Santi di ieri e di oggi, dia ulteriore coraggio a noi tutti per vivere e per testi­moniare il Vangelo di Cri­sto, unica salvezza inte­grale di ogni uomo e del­la umanità intera.

Nel ricordo vivo di Vo­stra Eccellenza e della Sua Chiesa, formulo cari e santi auguri e saluti, assieme al nostro Vescovo emerito di Noto, Mons. Salvatore Nicolosi, inizia­tore provvidenziale di questo nostro gemellaggio, con l’indimenticabile Mons. Emanuele Kataliko». 

+ Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

Giugno 2006 – Lettera di Monsignor Giuseppe Malandrino a Monsignor Sikuli Melchisedech

 «Ecc.za Rev.ma, carissimi fratelli e so­relle dell’amata Diocesi africana gemella di Butembo-Beni,  la lettera che ci avete inviato lo scorso 25 Mag­gio, in prossimità della so­lennità di Pentecoste 2006, è stata per noi tutti una luminosa indicazione che ci ha aiutato ad aprir­ci sempre più e sempre meglio all’azione imprevedibi­le dello Spirito del Risor­to. Egli non cessa mai di in­fondere nei cuori dei creden­ti ardore e passione, per te­stimoniare al mondo in­tero il Vangelo del Signore Gesù, che è Vangelo di comunione e di condivisione, di solidarietà e di difesa dei deboli di pace e di fraternità fra tutti i popoli.
Questa vostra lettera si è, così, incastonata molto bene nella celebrazione della 17esima Giornata del Gemellaggio tra le nostre due Chiese sorelle che ogni anno, a Pentecoste, rin­salda i nostri vincoli di comunione ecclesiale e culturale e di con­divisione solidale ed evangelica, come io stes­so avevo esortato la mia comunità diocesana nel messaggio inviato in tale occasione.
Rinsaldati, perciò, dal­lo Spirito verso una più viva e sentita comunione reciproca, non possiamo non esservi accanto, “nel sostegno morale” e nella preghiera più inces­sante, perché, nel “clima febbrile, quasi agitato e preoccupante” che state attraversando, nell’approssi­mazione delle prime Ele­zioni Generali (il 30 Luglio 2006), il Signore sosten­ga le forze del bene verso un’alba più vivibile (dopo i tanti travagli di guerra e di oppressione che avete subito) di vera con­vivenza democratica.
Vogliamo essere accanto a voi, inoltre e specialmente, nell’avvicinarsi della data del 24 Settembre 2006, data in cui aprirete l’Anno Centena­rio della Evangelizzazione nel territorio della vostra Diocesi. Una nostra delega­zione ufficiale verrà da voi, in tale data, per espri­mervi in modo più diretto e concreto il nostro frater­no coinvolgimento nel vo­stro gioioso e fermo pro­posito verso “un’evangelizzazione – come scrivete – capace di raggiungere la pro­fondità dei cuori, affinché la [vostra] Chiesa [e assieme a voi anche la nostra Chiesa] partecipi alla edifica­zione di un’umanità nuova” sotto la protezio­ne invincibile della Vergi­ne Maria, a cui la vostra Chiesa di Butembo-Beni e la nostra di Noto sono par­ticolarmente devote. In tale prospettiva – come scrivete ancora – potre­te, anzi potremo, attin­gere un’alta carica di “speranza viva e un nuovo slancio missiona­rio, all’inizio di questo Millennio”.  
Per sostenere ancora più fattivamente questa vostra speranza in Cri­sto e nel suo Vangelo e il rinnovato slancio missionario, vogliamo tessere maggiormente i molteplici legami (spiri­tuali, pastorali, culturali e di fraterna solidarietà) che rendono sempre più vicine le nostre due Chiese ge­melle. In particolare – oltre alla viva gratitudine per i sacerdoti della vostra Chiesa in servizio pastorale nella nostra Chiesa netina e oltre ai nostri frequenti viaggi da voi – accogliamo ben volentieri l’invito, fattoci dall’Ecc.za Vostra, di so­stenere i vostri sacerdo­ti di Butembo-Beni “con un’eventuale eccedenza di offerte per le intenzioni di Sante Messe”.
Allo scopo di coordina­re questa importante ini­ziativa di sostegno sacer­dotale ho già incaricato Don Salvatore Giordanella, responsabile dell’uf­ficio Diocesano per le Mis­sioni e il gemellaggio. Con il suo zelo saggio e dina­mico sono certo che ver­rà portata avanti, come già le altre iniziative del benefico gemellaggio fra le nostre due Chiese so­relle.  
Concludo augurando all’Ecc.za Vostra e a tutti i membri dell’amata Chiesa di Butembo-Beni (che sen­to tanto vicina nel cuore e nell’affetto, specialmente dopo l’indimenticabile visi­ta da voi in occasione del­l’anno giubilare del 2000) una speranza sempre viva nell’amore del Signo­re che vi sostiene in tutte le vostre pesanti e prolun­gate sofferenze sociali e ci­vili.
Desideriamo sostener­vi anche noi, nell’amore di Cristo che ci lega con affet­to sincero». 
+ Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

Aprile 2002 – Lettera di Monsignor Giuseppe Malandrino a Monsignor Sikuli Melchisedech e alla comunità diocesana di Butembo-Beni

 «Ecc.za Rev.ma Mons. Sikulí Melchì­sedech e fratelli e sorel­le carissimi della Chie­sa gemella di Butembo­ Beni, ha dato grande gio­ia a me e all’intera mia Chiesa netina il mes­saggio di auguri per la Santa Pasqua che ave­te voluto inviarci, via fax, lo scorso 28 marzo. Effettivamente, come voi ci augurate, “lo Spirito del Risorto diventi il motore di una nuova speranza”.

Perché questa vo­stra ferma speranza in Cristo risorto dai morti non venga mai meno, nel prolungato e op­pressivo “momento di guerra, molto difficile”, come ci scrivete, noi tutti vogliamo starvi fraternamente e con­cretamente accanto. Vi siamo vicini, non solo con le nostre visite periodiche (fra cui quella prevista nel prossimo mese di ago­sto), ma anche con conti­nui segni di sensibiliz­zazione e di coinvol­gimento solidale alla vo­stra sofferenza e con una maggiore tessitura di cor­rispondenza delle nostre parrocchie gemelle con le: vostre parrocchie che sentiamo tanto vicine e nel comune cammino di fede.

Vogliamo, però, esser­vi accanto anzitutto con l’incessante preghiera, specialmente nella pros­sima solennità di Pente­coste, domenica 19 mag­gio 13esima Giornata dioce­sana del nostro reciproco Gemellaggio, per sentir­ci sempre più con voi, nel Signore Risorto, “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32).

Intendiamo, così, es­sere partecipi della vo­stra viva fede, della vo­stra ferma speranza e della vostra ardente cari­tà, nelle vostre gravi e ingiuste sofferenze che vi rendono vivamente inne­stati nella morte di Cri­sto e nella sua gloriosa e salvifica risurrezione (cfr Fil 3,10‑11).

Con un rinnovato ab­braccio di affetto, che mi ricorda in modo ancora tanto vivo la vostra calorosa accoglienza a Butembo nel gennaio del­l’Anno giubilare, e a nome dell’intera Chiesa netina, saluto Lei, Eccel­lenza Reverendissima e carissimo fratello, e bene­dico, assieme a Lei, l’in­tero popolo di Dio della diletta Diocesi gemella di Butembo-Beni».


 +Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

Novembre 2000 – Messaggio di Mon. Sikuli Melchisedech alla comunità diocesana di Noto

 «Oltre al ringraziamento che devo espri­mere per ciò che siete e fate per la nostra Chiesa di Butembo-Beni, vorrei dire una parola sulla testimonianza cristiana come missione di ogni cristiano.
Una volta la missione (ricordare le espressioni come “andare in missione”) era considerata come una scelta eccezionale di singoli, coraggiosi e carismatici. Oggi si ritiene invece che la missione fa parte del­la natura e dell’identità stessa dell’essere cristiano. “Sarete i miei testimoni fino agli estre­mi confini della terra”.
In un mondo sempre più piccolo, attra­verso i mezzi di comunicazione e l’incon­tro delle culture, la missione cristiana non è più riservata a chi si sposta da una terra ad un altra.
Se da un lato i mezzi di comunicazione e l’incontro delle culture riducono le di­stanze, dall’altro portano pure ad uno scon­volgimento di valori, di culture, di abitu­dini e, in un contesto di positivismo ateo, stanno portando ad un annebbiamento della coscienza e dei valori, ad una confusione dei punti di riferimento e dei parametri di giudizio. E’ proprio a questo punto che si rivela l’urgenza e l’attualità della testimonianza cristiana.
Il mescolamento delle culture ha biso­gno di essere guidato e indirizzato dalla nostra testimonianza cristiana, per fare di tutti i popoli l’unico popolo di Dio. Ed è questa la nostra missione: fare di tutti i popoli l’unica famiglia di Dio (cfr Assem­blea dei Vescovi africani). Mi permetto di pensare, perciò, che il nostro gemellaggio è un modo tutto cristia­no di fare missione, nell’incontro recipro­camente arricchente delle nostre culture e dei nostri popoli, con a base il lievito evan­gelico che ci porta al rispetto, alla valorizzazione, al dono, alla solidarietà vicendevoli.
Ritengo,per questo, che l’iniziativa, av­viata dai due Vescovi nostri predecessori e che stiamo portando avanti da 12 anni, è un modo del tutto nuovo, rispondente alla ecclesiologia del Concilio Vaticano II, di fare missione e di essere missionari.
Da sempre, d’altra parte, il ruolo del sacerdote, del parroco, è insostituibile per mobilitare, sostenere la buona volontà dei nostri cristiani perché la nostra missione reciproca sia vissuta e testimoniata sotto la luce dello Spirito Santo.
Vorrei anche raccomandare la nostra terra martoriata dalla occupazione e dalla guerra alla vostra preghiera e al vostro so­stegno. Stiamo subendo delle ingiuste e pesanti vessazioni e la Chiesa è l’unico difensore della giustizia. Per questo salu­tiamo ancora con riconoscenza al Signore, il coraggio, l’intraprendenza e la lungimi­ranza del nostro predecessore Mons. Kataliko. Non potremo imitarlo totalmen­te; possiamo però continuare la sua opera col sostegno del gemellaggio e delle sue amicizie.
Il rapporto ormai instaurato tra le nostre due Chiese è un modo tutto nuovo di fare missione. Il nostro coraggio e la nostra testi­monianza è una grande missione nel mondo di oggi, per portare tutti i popoli a Cristo».
+ Melchisedech Sikuli, Vescovo di Butembo-Beni

Dicembre 2000 – Scambio di auguri tra Monsignor Sikuli Melchisedech e Monsignor Giuseppe Malandrino

«Eccellenza, con questo Natale 2000 ci avviamo alla conclusione dell’Anno Giubilare nella speranza di un sorriso di pace, di una pace durevole. La promessa del Signore è mantenuta, ne abbiamo la certezza: Cristo porta un raggio di sole nelle tenebre del peccato e della guerra, anche la più disinvolta.
Eccellenza, mentre le feste natalizie dovrebbero avvertire un clima di cordialità, di serenità e di gioia, da circa un mese ci troviamo, invece, nuovamente immersi in un spiraglio di ostilità e di violenze continue tra le forze che si contendono il potere (soprattutto nelle località di Butuhe, Maboya e Bunyatenge-Muhanga).
Decisamente, Eccellenza, non possiamo fare l’abitudine alle torture e alle uccisioni inique e spietate dei nostri fratelli, e a queste stragi perpetrate senza scrupoli da avventurieri spinti da interessi egoistici dietro il pretesto e l’alibi di volere servire o liberare il popolo.
Eccellenza carissimo, fiduciosi nel vostro sostegno e nell’aiuto della vostra preghiera speriamo fermamente in un futuro di concordia, di armonia e vogliamo ribadire ai belligeranti che “non si può amare ne servire un popolo con le armi in pugno” (cfr Paolo VI, 1967).
A voi, Eccellenza, e a tutti i nostri fratelli della Chiesa di Noto auguriamo un Natale di vita nuova nel Signore, un’abbondanza di grazie giubilari e un Felice Anno Nuovo 200l.
L’Augurio del Santo Natale mi dà l’occasione di ringraziare nuovamente voi tutti per la fraterna, gioiosa e tanta calorosa accoglienza che ho sperimentato intensamente negli incontri con Loro Eccellenze Reverendissime Mons. Giuseppe Malandrino e Mons. Salvatore Nicolosi, gli amatissimi confratelli nel sacerdozio, i Religiosi e le Religiose, gli impegnatissimi membri del comitato del gemellaggio, i fedeli delle diverse comunità parrocchiali, i ragazzi e le ragazze nelle scuole.
La solidarietà e la generosità espresse nel preparare il container per la nostra Chiesa di Butembo-Beni, la determinazione molto sentita di allargare il gemellaggio ai settori specifici come le famiglie, le scuole, gli ospedali, le università, sono dei segni di una comunione ecclesiale non soltanto sempre più profonda e più concreta, ma nello stesso tempo più conforme allo spirito dei Padri del gemellaggio.
All’inizio del terzo millennio auguriamo una abbondanza di benedizioni divine su il gemellaggio tra le nostre due Chiese di Butembo-Beni e di Noto.
+ Mons. Sikuli Melchisedech, Vescovo di Butembo-Beni
 

«C
arissimo ed Ecc.mo Fratello, viva commozioneha suscitato nel mio cuore e in quello dell’intera Chiesa netina il messaggio di auguri per il Santo Na­tale che mi ha inviato at­traverso fax. Da tutta la lettera traspare, non solo la comunione che la nostra Chiesa di Butembo-Beni avverte sempre più forte nei riguardi della nostra Chiesa gemella, ma anche una incrollabile speranza in Cristo, Re della giusti­zia e della Pace. Difatti solo Lui può suscitare ancor oggi nella vostra ter­ra – oppressa da “torture e uccisioni inique e da stra­gi perpetrate senza scru­poli da avventurieri spin­ti da interessi egoistici” – operatori convinti di quel­la pace nella giustizia che può fiorire solo da chi ha assimilato il Vangelo del­la fraternità universale.
Sentiteci profonda­mente accanto a voi in questo vostro doloroso e persistente Calvario e nel­la vostra coraggiosa dife­sa della dignità e dei diritti degli oppressi.
E’ sempre vivo nella mia memoria il recente viaggio nella vostra terra, così ricca di energia di fede e di tenace attaccamento ai valori più veri che nobilitano l’uomo. Pertan­to, assieme al Vescovo emerito Mons. Salvatore Nicolosi, ai presbiteri, ai diaconi, alle religiose e ai fedeli laici, specialmente delle oltre 20 nostre par­rocchie gemellate alle vo­stre, non ci stancheremo, oltre alla costante preghie­ra a Cristo che nasce per donarci la pace del Cielo, di inventare ancora nuove vie per stringere legami sempre più fraterni tra noi che vi amiamo e stimiamo e voi che soffrite. La vostra sofferenza e nostra sofferenza; le vostre lotte sono nostre lotte.
I prossimi viaggi nella vostra Chiesa, che da noi si stanno già progettando, vorranno esprimere que­sto affetto solidale ancor più da vicino. Gli stessi sentimenti di solidarietà, di fraternità e di stima vo­gliono esprimere l’invio del container, e gli intensifica­ti progetti di sviluppo del gemellaggio (a livello pa­storale, culturale, medico e familiare) che sono ma­turati nei giorni da Lei amabilmente e intensa­mente trascorsi a Noto, nello scorso mese di otto­bre.
Cristo Gesù, unica no­stra speranza, ieri, oggi e sempre, ci renda nel nuo­vo Anno sempre più costruttori del suo regno di amore e di pace, nella cer­tezza che “nulla è impos­sibile a Dio”.
In fraterna comunione di preghiera e di ministe­ro, benediciamo insieme le nostre Chiese gemelle, con tantissimo affetto». 
+ Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

Aprile 2001 – Lettera di Monsignor Sikuli Melchisedech a Monsignor Giuseppe Malandrino e alla comunità diocesana

 

«Eccellenza Reverendissima, carissimi fratelli e sorelle della Diocesi di Noto, con questa lettera vi vogliamo esprimere la nostra sincera gratitudine. Si, un grande grazie dal profondo del cuore, a voi Eccellenza, alla grandezza del vostro cuore e di tutti i nostri fratelli e sorelle della Chiesa di Noto.

Il gemellaggio fra le nostre Chiese ci porta sostegno morale, spirituale e materiale. Questo dono di Dio alle nostre due Chiese segna il preludio di un modo nuovo di avvicinamento fra i popoli, nel nome della fede in Cristo Gesù.

Già, a suo tempo, Isaia profetizzava a proposito del Messia che “verranno cieli nuovi e terra nuova… e non si udranno più voci di pianto ne grida di angoscia” (Is.65,17-21).

Con questa fiducia ci incamminiamo verso la Pasqua, una Pasqua che ci apra orizzonti nuovi e bagliori di pace e di speranza.

Grazie! Il Container è arrivato sano e salvo, nel segno della gioia, e della speranza per le nostre strutture ospedaliere e scolastiche. Grazie! Grazie, per la raccolta in favore degli sfollati delle zone di combattimenti. Lo svolgimento dell’opera di aiuto è affidata alla Caritas diocesana che li sta raggiungendo nelle diverse contrade tramite i suoi comitati nelle Parrocchie. Inoltre, appoggiamo e sosteniamo, con gratitudine e forza, l’iniziativa dell’adozione a distanza di intere classi o scuole non solo per il futuro che questo gesto offre a tutto un popolo, ma pure per la modalità intrapresa che, praticamente, ci permette di evitare la disparità ingiusta fra compagni della stessa classe.

Per quanto riguarda la pace, siamo certi e fiduciosi che l’impegno preso dal nostro carissimo padre Mons. Kataliko fino a dare la propria vita e il sostegno di tutti gli uomini di buona volontà ci libererà dallo spiraglio di violenza, di odio e di vendetta in cui ci stanno portando i nemici della pace.

Il Simposium internazionale per la pace tenutosi qui a Butembo con una numerosa e commovente partecipazione e di cui vi ho mandato le risoluzioni ci ha fatto toccare con mano a noi e al mondo – speriamo – quanto è urgente e grande la voglia di finire, una volta per tutte, con questa guerra assurda per una pace immediata e durevole. Ci auguriamo che questo vero miracolo, anzi l’impegno preso permetta a tutti e a ciascuno di maturare e di assumersi le proprie responsabilità per costruire questo nostro paese e la regione dei Grandi Laghi nel rispetto dei diritti umani perché la gente possa riprendere a lavorare e a sperare.

Per questo vi ringraziamo tutti voi fratelli e sorelle della Chiesa di Noto, e gli organismi della Società civile italiana ed europea che hanno contribuito al successo di questo grande evento di speranza per tutto il Kivu e della mia diocesi in particolare.

Eccellenza Reverendissima, questa lettera è anche una preghiera di azione di grazia al Signore, alla B.V. Maria, nostra Madre, a voi e a tutti i nostri fratelli e sorelle di Noto perché, col vostro sostegno col vostro apostolato e la vostra missione, la risurrezione del Signore possa esserlo concretamente per tutti noi poveri e peccatori.

Alla fine, saluto, in anticipo con gratitudine e riverenza l’iniziativa della fondazione “Giorgio Cerruto” per la realizzazione, in collaborazione col Centro Missionario Diocesano di Noto, di un Centro Nutrizionale pilota qui a Butembo.

Provvederemo quanto possiamo, a dare il nostro sostegno logistico e materiale per il bene dei nostri bambini malnutriti di cui la guerra ha peggiorato drasticamente le situazioni familiari già precarie».

Con gli auguri di una Buona e fruttuosa Pasqua,


+ Sikuli Melchisedech, Vescovo di Butembo-Beni

Ottobre 2000 – Testimonianza di Monsignor Salvatore Nicolosi in memoria di Monsignor Emmanuele Kataliko

 «La morte di mons. Kataliko ci ha tutti profon­damente commosso. Questi sentimenti, che sono diventati partecipa­zione corale della nostra Chiesa netina al dolore della Chiesa di Butembo e Bukavu, sono uno dei frut­ti del gemellaggio firmato sull’altare da mons. Kataliko e da me il 21 aprile 1988 e continuato dai carissimi mons. Ma­landrino e Melchisedech, vincolo di carità fraterna ed esperienza profonda e concreta di cattolicità: esperienza profonda in quanto comunione tra Chiese, oltre il succedersi dei pastori e delle persone; esperienza concreta, per la “nota” particolare che ogni persona ha dato a questa sinfonia di fede, di speranza e di amore.

E – ora che non è più tra noi – la “nota” di mons. Kataliko risplende in tut­ta la sua bellezza e diventa eredità da accogliere e da far fruttificare con amore.

E’ la “nota” del pastore fedele, che ha condiviso l’impostazione che fin dal­l’inizio abbiamo voluto dare al gemellaggio, alla luce del Concilio Vaticano II: una comunione che coinvolgesse le due Chiese nella loro interezza e non solo al vertice o nelle co­municazioni particolari; una comunione che si esprimesse nella recipro­cità dello scambio; una comunione anzi­tutto pastorale, per con­vertirci alle cose essenziali della fede.

E’ la “nota” del pastore buono, che ha avuto sem­pre cura del suo popolo, già come vescovo di Butembo­Beni e ancor più passando alla diocesi di Bukavu, dopo il martirio del suo predecessore, facendosi talmente uno con la sua gente da portare su di sé – nella “sua carne” – il dolore e l’angoscia, fino a vivere l’amara esperienza dell’esi­lio e fino a una morte pre­matura alla quale certamente non è estranea la grande sofferenza di que­sti anni.

E’ la “nota” del pastore che sa diventare profeta, denunciando con coraggio l’ingiustizia e chiamando per nome i responsabili – comprese le potenze de nostro Occidente sazio e prepotente – e annuncian­do – in un contesto di gran­de violenza, le esigenze del Vangelo della pace e della riconciliazione.

Sono note che noi dob­biamo ora accogliere e sa­per far risuonare nell’ordinarietà della nostra vita, nel rinnovato impe­gno a far sentire più alta la nostra voce di fronte ai potenti di questo mondo che opprimono e spadroneggiano, nel cercare insieme a tutti la giustizia e la pace, nell’intessere sempre più i legami di amore che scaturiscono dal nostro gemellaggio, tutto operan­do nell’attesa del regno che invochiamo insieme ai poveri della terra e in cui pensiamo gia mons. Kataliko e quanti hanno offerto se stessi per amore dei fratelli, nella speranza di es­servi un giorno anche noi e di poter gioire insieme nel­l’ora del compimento della vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato.

Ci accompagni Maria, donna del grande soffrire, ma anzitutto dell’intrepi­da e tenace speranza, Sca­la del paradiso e regina dei santi».   

+ Salvatore Nicolosi, Vescovo Emerito di Noto

Dicembre 1998 – Scambio di auguri tra Monsignor Sikuli Melchisedech e Monsignor Giuseppe Malandrino

 
«Alla vigilia delle feste natalizie porgo con gioia im­mensa a Sua Eccellenza i più fervidi auguri di Buon Natale, di prosperità e fecondità pastorale lungo tutto il nuovo Anno 1999.
La ringrazio in nome della Diocesi per i beni, i doni preziosi e in modo spe­ciale per il container che la Chiesa di Noto ha preparato e mandato ultimamente alla Chiesa gemella di Butembo-Beni.
La guerra che è scop­piata a Goma lo stesso giorno dell’ordinazione – scrive – perdura ancora con l’andatura di un conflitto internazionale. Raccomando perciò alla sua preghiera il nostro Congo lacerato ogni giorno di più da una guerra impostaci dai poteri oscuri ed egoistici.
Il Bambino Gesù, Principe della pace, inspiri pensieri e sentimenti di pace per mettere fine a questa situazione».  

+ Melchisedech Sikuli, Vescovo
 

 
«Ricambio di cuore, a nome mio personale e di tut­ta l’intera comunità dioce­sana, gli auguri natalizi e per il nuovo anno 1999.
Gesù Re della pace, nel mistero di salvezza del suo Natale, possa affrettare l’al­ba di giustizia e di pace nella vostra terra, “lacerata ogni giorno di più – come Lei scri­ve – da una guerra imposta dai poteri oscuri ed egoistici”.
Noi vogliamo esservi in­timamente accanto con lapreghiera e la solidarietà, nei modi che il Signore man mano ci suggerirà.
La ringrazio per il se­condo sacerdote che, pur in questa situazione di soffe­renza, Lei ha voluto inviare nella nostra Chiesa Gemel­la – l’Abbè Giovanni che è arrivato nei giorni scorsi – allo scopo di incrementare lo scambio pastorale, tanto importante per lo sviluppo del nostro gemellaggio ecclesiale e culturale.
Spero, non appena sarà possibile, di poter venire anch’io da voi, per condivi­dere da vicino, nella comunione del gemellaggio, il fervore della vostra fede e della vostra carità e la sal­dezza della vostra speranza in questo momento di dura prova per il vostro e nostro Kivu, il vostro e nostro Congo e tutto il centro della vostra e nostra Africa.
Di nuovo fraterni auguri. Il Signore Gesù ci sostenga tut­ti con la luce del suo Natale».

+ Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

di Butembo-Beni

Aprile 2000 – Lettera di Monsignor Emmanuele Kataliko a Monsignor Giuseppe Malandrino

«Eccellenza Mons. Malandrino, con tanto piacere ho ricevuto il suo fax. Non ho risposto subito credendo che la mia situazione di lontananza da Bukavu avrebbe potuto trovare, da un giorno all’altro, una soluzione (ndr: Monsignor Kataliko, Arcivescovo di Bukavu, per il suo impegno a difesa della popolazione oppressa è relegato in esilio dal 12 febbraio scorso nella sua terra natale di Butembo).
La fazione belligerante, purtroppo, vuole anco­ra tenermi lontano dalla mia chiesa di Bukavu, malgrado i tanti interventi del Santo Padre e di tante Autorità e Associazioni internazionali, oltre che di parecchie Conferenze Episcopali, e nono­stante le molte preghiere di vostra eccellenza, di Mons. Salvatore Nicolosi, dei fedeli di Noto e della mia chiesa di Bukavu.
Ma ho coraggio e fiducia nel Signore durante questi giorni della Passione, Morte e Risurrezione. Ho grande fiducia anche in Maria, nostra provvida madre. Tante grazie e Buona Festa di Pasqua».

+ Emmanuel Kataliko

, Arivescovo di Bukavu

Aprile 2000 – Lettera di Monsignor Sikuli Melchisedech a Monsignor Giuseppe Malandrino

 «Carissimo ed Eccellenza Mons. Giuseppe Malandrino, Fratelli e Sorelle della Chiesa di Noto, proprio oggi 21 Aprile ricorre il 12° anniversario dal sigillo del nostro gemellaggio. Ringraziamo il Signore per la sua magnanimità e il suo amore infinito per noi.
A nome mio personale e dell’intera comunità eccle­siale di Butembo-Beni ricambio di cuore gli auguri di Buona e Santa Pasqua a voi tutti, fratelli e sorelle.
La passione di Cristo e la sua forza redentrice ci sostengano perché in quest’anno 2000, anno di grazia e di perdono, la Pasqua del Signore possa essere l’occasione buona, il momento prezioso per sperimentare la forza rinnovatrice dell’Amore di Dio che perdona e riconcilia, per accogliere l’invito del Signore, Re della Pace.
In effetti, abbiamo la certezza e la Fiducia che, se nel battesimo siamo morti in Cristo, crediamo anche che vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più (Rom. 6,8-9).
Eccellenza, il suo messaggio augurale è appropriato e ci perviene nel momento propizio. Questo messaggio testimonia ancora una volta la comunione e la fratellan­za, come l’abbiamo potuto sperimentare ultimamente al momento della vostra visita pastorale nella nostra Diocesi.
Frattanto, ai piedi del Salvatore Crocifisso, stiamo insieme a Mons. Kataliko, Arcivescovo di Bukavu e nostro predecessore, ingiustamente forzato a stare qui, a Butembo. Umilmente, con fede e speranza, ci impegniamo perché possa trionfare il Vangelo della giustizia, perché possa sbocciare l’alba di una vera risurrezione con Cristo in una logica di Pace e di Amore.
La vostra solidarietà e la nostra continua preghiera ci sostengono. Nella comunione di fede, di Speranza e di carità contiamo anche sulla vostra voce presso gli organi istituzionali nazionali e internazionali, magari presso i detentori e protagonisti degli interessi coinvolti in que­sta guerra, perché possano germogliare semi di pace e di condizioni di vita degne dei figli e figlie di Dio senza discriminazione, perché possa la nostra vita, la nostra gioia e il nostro Alleluia essere pieno e duraturo. Fraterni Auguri di Buona Pasqua». 
+ Mons. Melchisedec Sikuli, Arcivescovo di Butembo-Beni