Archivi della categoria: La diocesi

RITIRO SPIRITUALE DI QUARESIMA 2023

Appuntamento, come da tradizione, a Pozzallo nella Chiesa di Santa Maria della Fiducia. A guidare la riflessione Fra Giuseppe Maria Pulvirenti

Carissimi,
anche quest’anno ci ritroveremo, il 5 marzo p.v., II^ Domenica di Quaresima, a vivere il ritiro diocesano voluto sinergicamente dagli Uffici Liturgico e Catechistico insieme alla Caritas diocesana, rivolto ai diaconi permanenti, agli animatori Caritas, ai ministri straordinari della Santa Comunione, ai catechisti, agli animatori liturgici e a tutti gli operatori pastorali della Diocesi.

Guiderà la riflessione Fra Giuseppe Maria Pulvirenti, appartenente all’ordine dei Frati Minori Rinnovati, a partire dall’icona di Betania che ci accompagna nel cammino della nostra Chiesa di Noto.
Sarà anche l’occasione per stringerci in preghiera per l’ingresso in Diocesi del Vescovo Salvatore.

Il ritiro si terrà, come da tradizione, a Pozzallo nella chiesa di Santa Maria della Fiducia ed avrà il seguente programma:

  • ore 9.00: arrivi e accoglienza
    ore 9.15: preghiera dell’Ora Terza
    ore 9.30: meditazione tenuta da fra Giuseppe
    ore 10.30: pausa (coffe break)
    ore 10.45 -11.30: riflessione personale
    ore 11.45: Celebrazione Eucaristica
    ore 12.30: saluti

Siamo tutti invitati a vivere assieme questo momento di forte spiritualità per interrogarci ancora una volta sul mistero di Dio che ci supera e di fronte al quale dobbiamo chiedere con umiltà di avere occhi che vedono per scorgere i segni del Padre.

Nell’attesa di incontrarci,
vi salutiamo fraternamente

Don Bruno Carbone,
Don Giuseppe Stella,
Fabio Sammito

MONS. RUMEO CONSACRATO VESCOVO DI NOTO IL 18 MARZO. IL SUO MESSAGGIO AI GIOVANI

La celebrazione alle ore 10.30, nella Cattedrale di San Nicolò. Il suo invito ai ragazzi: "Coltiviamo insieme l’arte del sogno"

L’Amministratore Apostolico della diocesi di Noto, monsignor Antonio Staglianò, annuncia alla comunità diocesana che il Vescovo eletto di Noto, monsignor Salvatore Rumeo, in data
18 MARZO 2023 alle ore 10.30
riceverà la Consacrazione Episcopale, nella Basilica Cattedrale di San Nicolò in Noto da S.E. Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta.
“Preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore – scrive Monsignor Staglianò – perché il Signore lo sostenga nei suoi propositi di bene e di servizio per la nostra amata Diocesi”.

E questo è il messaggio che Mons. Rumeo ha voluto inviare, il 2 gennaio, ai ragazzi e ai giovani della Chiesa di Noto:

Carissimi ragazzi e giovani
mi chiamo Salvatore, ho 56 anni e sono di Delia, un paese del centro Sicilia. Ho sempre vissuto a Caltanissetta e il Signore mi ha scelto come suo discepolo; infatti mi ha voluto sacerdote. Dal 22 dicembre 2022 Papa Francesco mi ha nominato pastore e guida della vostra Chiesa di Noto.
Ora anche mia!
Vi scrivo oggi, all’alba del nuovo anno, perché voi siete i veri custodi della vita e della pace e riuscite a conservare la capacità di stupire il mondo con la vostra gioia e spensieratezza.
Voi ragazzi siete la speranza del mondo e nei vostri occhi risplende la Luce del Bambino di Betlemme. Nei vostri sogni scorgiamo il volto di una Chiesa che accoglie con sentimenti materni e vive la gioia del Vangelo in semplicità di vita.
E voi giovanissimi e giovani «siete forti e con la forza della Parola di Dio avete vinto il maligno». Siete la speranza della Chiesa, perché sulla vostra strada, anche se avvolti da inquietudini e pericoli, siete sempre in ascolto del Maestro Divino, discreto e amorevole compagno di viaggio.
Coltiviamo insieme l’arte del sogno perché le nostre comunità diventino luoghi di incontro e spazi di condivisione.
Pregate per me! Perché il Signore mi dia la grazia e la forza di incontrare tutti voi e di incrociare i passi di chi si sente lontano da Lui o sconfitto dalla vita. Vi voglio bene!

AVVENTO 22 – LA RACCOLTA CARITAS

L'invito alle comunità della Diocesi è di rivolgere la propria sensibilità al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica

Per la raccolta dell’Avvento di fraternità la nostra sensibilità sarà rivolta  al Convento di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori di Ispica e al loro servizio a favore dei fratelli migranti che vengono a visitare il nostro territorio in cerca di aiuto e sostegno.

Come donare

Oltre alla raccolta domenicale nelle comunità parrocchiali, sarà possibile anche donare attraverso il conto corrente bancario presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, intestato a Caritas Diocesana di Noto. Iban: IT22A0503684480CC0180032790 – Casuale: Raccolta Avvento di fraternità 2022.

 

Ecco, a proposito, una lettera dei Frati per capire, in profondità, la loro perseverante e accogliente azione quotidiana e la fede che la ispira.

Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?»”. (Lc 10,33-36).

  1. Con questa icona evangelica ci presentiamo come fraternità di evangelizzazione dei frati minori di Sicilia, in Ispica. Una casa per le Missioni e l’Evangelizzazione che in questi anni, guidata dallo Spirito Santo, ha saputo docilmente modellarsi e adattarsi a quella forma che il Vangelo ha ispirato giorno dopo giorno, volto dopo volto: incontrato, accolto, conosciuto e salutato. Esperienza ricca, faticosa ma sempre creativa nell’annuncio della buona notizia, unico movente che ci ha tenuti uniti alla voce di Colui che ci ha costituiti fraternità. Oggi rivolgiamo a tutti voi fratelli e sorelle della Chiesa di Noto la nostra piccola testimonianza.
  2. Sentiamo forte il passaggio epocale che la storia dell’umanità sta attraversando e che, in piccolo, sta coinvolgendo la nostra fraternità lasciandola sulla soglia di una identità che va definendosi. Due i pilastri sorreggono l’architrave della nostra fraternità segnata dal sangue del redentore, pilastri che restano saldi e chiari ad ogni fratello che qui vive: la solidità della vocazione ricevuta e la bellezza profetica della fraternità, con la porta aperta all’esterno dove il buon Pastore continua a bussare e a raggiungerci attraverso quelle pagine di vangelo che ogni fratello pellegrino nel mondo porta in sé.Frati Minori di Ispica - Incontri per l'integrazione
  3. Assistendo al continuo e tragico flusso migratorio nel nostro mare mediterraneo, avendo vissuto, anche noi, l’esperienza lunga e dolorosa della pandemia, testimoni di una storia che mostra segni di regressione, la nostra fraternità continua a porsi in ascolto per trovare la risposta all’azione dello Spirito che ci interpella attraverso il mandato che il Cristo Risorto rivolge ancora oggi nei nostri cuori. Ne troviamo attuazione nell’accoglienza degli uomini in cammino che abbiamo incontrato durante questi tre anni. Facciamo esperienza di evangelizzazione “ad extra” poiché il nostro carisma ci chiama a stare tra la gente e ad “intra” poiché gli ospiti in viaggio che vivono con noi nutrono il nostro cammino di sequela.
  4. L’icona evangelica del Buon Samaritano, come dicevo prima, è ispiratrice per la fraternità. Ci riconosciamo nella figura del malcapitato soccorso da uno straniero che “era in viaggio”. Abbiamo, concretamente, fatto esperienza dello straniero che si accosta e ci visita bussando alla nostra porta, portando con sé il Vangelo della salvezza. Davvero, ciascuno dei nostri ospiti è stato portatore di un Vangelo incarnato nelle vite dell’uomo. Ci siamo così accorti che il Vangelo ci è arrivato dentro casa, un Vangelo senza l’etichetta di “migrante”, un Vangelo che contempla l’uomo in viaggio nella sua totalità e che sempre lo riconosce come portatore di salvezza.
  5. L’armonizzazione dell’annuncio del Vangelo tra le mura del convento con l’accoglienza e l’annuncio in strada tra la gente ci ha immersi nella bellezza dell’essere minori e non detentori di un messaggio. Riconosciamo, infatti, come molto spesso questo messaggio di Salvezza ci anticipa e porta in sé quel seme della Parola di Vita che il Seminatore ha già seminato prima del nostro arrivo.  Così, Evangelizzati dai fratelli che ci hanno visitato, riscopriamo la fatica di abbandonare la logica del fare per riscoprire la modalità di un annuncio semplice ed essenziale, vissuto nella preghiera, nella minorità e nella fraternità tra la gente, e nel riscoprirci testimoni del Vangelo che ci ha inseriti nell’eccedenza della misericordia di Dio.

 

AVVENTO 22 – UN’ATTESA #maisenzalaltro

Carissimi,

in questo Avvento di fraternità risuonano ancora forti le parole pronunciate da Papa Francesco in occasione del Giornata mondiale dei poveri, lo scorso 13 novembre: «Se vogliamo che la vita vinca sulla morte e la dignità sia riscattata dall’ingiustizia, la strada è la Sua: è seguire la povertà di Gesù Cristo, condividendo la vita per amore, spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza».

“Spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle”: ecco come vogliamo vivere questo tempo di Avvento, momento di attesa vigile e premurosa, di preparazione, di accoglienza, di attenzione e condivisione.
Per quest’anno abbiamo pensato a semplici spunti che si collocano nel generale cammino sinodale di Chiesa che stiamo già vivendo. Attraverso queste quattro azioni, quotidiane e feriali, vogliamo dire, insieme: “Mai senza l’altro”, riprendendo il titolo di un testo del gesuita Michel De Certeau, andando a indagare  la dimensione essenziale del riscoprirsi fratelli. Nella prefazione del libro, Enzo Bianchi scrive: «La sofferenza e la fatica della ricerca dell’unione nella differenza permangono, ma la tragedia incombe sull’uomo soltanto quando rinuncia all’altro e se ne separa. Gli altri non sono l’inferno: sono la nostra beatitudine su questa terra».

Le quattro azioni che ogni comunità potrà poi declinare, affidando ciascun gesto alla creatività, sono:

  • il silenzio e la moderazione. Riscoprire l’essenzialità, prendersi maggior tempo per rivolgere lo sguardo a ciò che più conta e in particolar modo alle relazioni, non solo quelle umane, più vicine;
  • recuperare  la bellezza dei rapporti con gli altri  e l’essenzialità della tavola: luogo che raccoglie, riunisce e raduna. Si invitino quindi le famiglie a pregare insieme prima dei pasti, a porre maggiore sensibilità e attenzione a questo momento della giornata, quale spazio in cui guardarsi, aprirsi, ascoltarsi, raccontarsi, ri-trovarsi;
  • ri-scoprire il valore della visita agli affetti più cari (pensiamo ai nonni, in particolar modo, ma anche agli amici dai quali la frenesia delle troppe cose da fare ci tiene lontani e a coloro che fanno più fatica e vivono nella solitudine, affinché  nessuno venga più lasciato indietro e da solo.
  • aprire spazi di condivisione  nei pranzi e nelle cene delle Feste, a cui l’Avvento ci prepara. Aprire le porte della propria casa, aggiungere – come dice una vecchia canzone – un posto a tavola, è come aprire all’altro  gli spazi della propria vita, della propria famiglia, della propria casa, per dare concretezza all’accoglienza di coloro che altrimenti rimarrebbero soli.

Eccoli: questi quattro  piccoli passi che potranno far crescere l’uomo e le nostre comunità credenti, anzi l’uomo nelle nostre comunità.
Anche per questo, sarebbe bello poi condividere queste quattro semplici, rivoluzionarie, azioni attraverso l’invio di foto, video, audio che raccontino come sono stati vissuti.
Questi materiali diventeranno così la cornice narrativa di una Chiesa che ancora oggi si sente visitata dal dono del Natale: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio» (Is 9,5).

MONSIGNOR GIURDANELLA È VESCOVO DI MAZARA DEL VALLO

Dal 2010 don Angelo ha servito la Chiesa di Noto in qualità di vicario generale e direttore della Caritas

SUA ECCELLENZA MONS. ANGELO GIURDANELLA
Ieri sera, 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi, durante una solenne celebrazione nella Basilica Cattedrale di San Nicolò in Noto, don Angelo Giurdanella, già vicario generale della diocesi di Noto, è stato ordinato vescovo per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione del vescovo monsignor Antonio Staglianò, amministratore apostolico della Chiesa netina.
Presenti al rito di Ordinazione il cardinale Paolo Romeo, quasi tutti i vescovi di Sicilia e altri presuli, tra i quali il vescovo africano della diocesi gemella di Butembo-beni (Repubblica democratica del Congo), monsignor Sikuli Melchidesech.
Una grande emozione, visibile sul volto del novello vescovo che dal 2010 ha servito con generosità la Chiesa di Noto in qualità di vicario generale.
Gioia per i fedeli della diocesi netina che da sempre ne hanno apprezzato le alte qualità umane e lo spessore spirituale; gioia per i fedeli di Mazara del Vallo, accorsi numerosi al rito di Ordinazione e che il prossimo 15 ottobre accoglieranno monsignor Giurdanella, nel suo ingresso nella diocesi mazarese.

La diocesi di Noto esprime sincera riconoscenza a don Angelo per gli anni del suo ministero
in questa porzione di Chiesa e assicura preghiere per il novello presule, affinché sostenuto dalla forza dello Spirito Santo possa essere pastore secondo il cuore di Dio, guidando con spirito di servizio e di fedele dedizione il gregge della Chiesa mazarese.
Auguri e buon servizio, Eccellenza!

Nota sui fatti all’hotspot di Pozzallo

 

Il fatto increscioso accaduto ieri a Pozzallo non ci lascia indifferenti, soprattutto in
riferimento ai tanti pozzallesi di cui conosciamo il cuore e la sensibilità. Oggi questo
cuore è stato tradito da pochi delinquenti che hanno appicato il fuoco all’hotspot,
simbolo di una prima accoglienza della nostra terra di Sicilia e della nostra diocesi di
Noto. Condanniamo senza appello ogni atto di violenza che non solo non risolve i
problemi ma complica il lungo e impegnativo percorso di integrazione.
Tuttavia esprimiamo totale disaccordo con quanti pretendono di leggere il fatto in
maniera ideologica scatenando odio e razzismo che da sempre rappresenta una colla
velenosa per la società civile.
Noi siamo per il partito dell’uomo e ci schieriamo sempre a favore dei più deboli e
questa sarà l’unica tessera di appartenenza ricevuta da Gesù Cristo, il Dio fatto
Uomo.
Il nostro impegno come diocesi, a costruire una società più fraterna, dove l’altro
venga percepito come risorsa e non come pericolo sarà ancore più forte e contiamo
sulla disponibilità della comunità di Pozzallo che porta avanti con dignità e
responsabilità l’eredità lasciata da Giorgio La Pira quale uomo che ha investito tutto
se stesso sull’incontro delle culture.
Noto, 19/07/2021

Direttore Migrantes
Diocesi di Noto
Don Paolo Catinello

S.E. Rev.ma Mons. Mariano Crociata

Monsignor Mariano Crociata è nato a Castelvetrano (Trapani) il 16 marzo del 1953, da genitori molto religiosi e praticanti.
 
Ha studiato nel Seminario vescovile di Mazara del Vallo ed ha conseguito la maturità classica presso il Liceo statale. È stato alunno dell’Almo Collegio Capranica ed ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma conseguendo il dottorato in Teologia con la pubblicazione della tesi: ‘Umanesimo e teologia in Agostino Steuco’. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 29 giugno del 1979.
 
Tra gli incarichi ricoperti, oltre a quello di parroco a Marinella di Selinunte dal 1985 al 1989 e poi di arciprete-parroco della chiesa madre di Marsala fino al 2003, quello di direttore dell’Ufficio catechistico di Mazara dal 1983 al 1986 e di assistente diocesano dell’Azione cattolica. Inoltre è stato membro della commissione centrale nel Sinodo diocesano della Chiesa mazarese, del direttivo nel consiglio presbiterale diocesano e del consiglio dei consultori.
Docente di teologia fondamentale alla Pontificia facoltà teologica di Sicilia e direttore del dipartimento di teologia delle religioni presso la stessa facoltà, monsignor Crociata ha pubblicato diversi manuali di teologia, e ha insegnato teologia fondamentale e cristologia all’Istituto di scienze religiose di Mazara del Vallo.
 
E’ anche autore di diversi articoli sul dialogo interreligioso e di varie pubblicazioni di carattere teologico. Dal 2003 è stato vicario generale della diocesi mazarese.
 
Nominato Vescovo della Diocesi Netina il 16 luglio 2007, ne prese possesso canonico il 06 ottobre 2007.
 
E’ stato nominato dal Papa il 20 settembre 2008 a Segretario Generale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Papa Francesco lo ha prorogato nell’incarico il 2 ottobre 2013. Nello stesso quinquennio ha ricoperto anche l’incarico di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Religione “Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena” ed è stato membro della Presidenza del Comitato del 5° Convegno ecclesiale nazionale.
 
Il 19 novembre 2013 è stato nominato Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, iniziando solennemente il suo ministero episcopale il 15 dicembre successivo.
 
 
 
Video di Ordinazione del Vescovo                                                                   

L’histoire du diocèse et de son chemin pastoral

Noto a été érigé comme Église épiscopalienne et la Chiesa Madre comme cathédrale par le pape Grégoire XVI à travers le taureau “Gravissimum sane munus” du 15 mai 1844. Avec cet acte, Grégoire XVI a donné corps à l’engagement de son prédécesseur Pie VII qui a été proposé d’augmenter le nombre des diocèses, en Sicile, en vue de faciliter le service pastoral des évêques.
En fait, l’évêque de Noto avait espéré depuis le siècle XII, lorsque Isimbardo Morengia, faite seigneur de Noto par Frédéric II de Souabe, fondée le 20 août 1212, avec la dot de quatre fiefs, le monastère cistercien de Santa Maria dell’Arco, demandant ensuite à sa transformation en épiscopalienne voir. L’empereur voulait convenir aux souhaits des Morengia, mais les maux de la Maison de Souabe et, plus tard, la turbulence des Angevins entravé le projet de faire Noto le siege épiscopalienne. Décerné le titre de “Ville” par Alfonso Magnanimous le 27 décembre 1432, à une époque de prestige particulier, pour qu’ils conçu un vice-roi en Niccolò Speciale, Noto demandé à la tête de taureau à devenir diocèse le 14 juin 1433 au pape Eugène IV et le 22 janvier 1450 à Nicolas V remercier l’implication de l’abbé de Noto, Giovanni Aurispa, son secrétaire apostolique. Les nobles Rinaldo Sortino obtint lettres royales en faveur de la nouvelle évêché en 1451 1453, mais Mgr Paolo Santapan aragonais, évêque de Syracuse, radié du Saint-Siège tout, parce que le pasteur de Noto fut aussi le Cantor canonique du Dôme de Syracuse attribué par l’évêque Thomas Erbes dans le Synode diocésain de 1388.
D’autres initiatives ont été promus dans le seizième, dix-septième et dix-huitième siècle. Les arguments en faveur de la nouvelle siège épiscopalienne étaient différents, il y avait aussi la présence de deux prestigieux centres de spiritualité: l’abbaye bénédictine de Saint Lucia del Mendola et à l’abbaye cistercienne de Santa Maria dell’Arco, ils ont été considérés à l’époque comme Ecclésiastiques des lieux significatifs. La ville de Noto a également été chef trimestre alors que les deux autres existants, de Messine et de Mazara, le siège des évêques moment. “Notre Règne, qui porte le nom de Valle est divisé en trois provinces séparées, avec cette commande, il a établi, la Commission épiscopale Emplacements du Val Demone et le Val di Mazzara dans leurs capitales respectives, de Messine et de Mazzara, donc, pour que semble exiger que la troisième Valle encore une troisième siège épiscopale dans sa capitale, est précisément de la ville de Noto, un Normands principes de constitution” (cif. péroraison de 1783).
Les évêques de Syracuse toujours obstacle à la réalisation de ce désir, en raison du diocèse de Noto s’étendraient territoire, en raison du diocèse de Noto s’étendraient le territoire. Ce n’est qu’à la mi-1800 Noto bétonnés l’ancien désir. À la suite des émeutes qui ont eu lieu à Syracuse pendant l’épidémie de choléra, en effet, Ferdinand II de Bourbon a demandé le transfert de la province de Noto. À cette occasion, le roi Ferdinand II a demandé au Saint-Siège pour fonder le diocèse de Noto, en tirant parti du fait que l’évêque du siège de Syracuse était vacant à la mort de Mgr Giuseppe Amorelli le 13 décembre 1840. Dans le nouveau diocèse, en plus de Noto ont été accordées, de les supprimer à Syracuse, dans la municipalité d’Avola, Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla, Giarratana, Modica, Pachino, Palazzolo Acreide, Pozzallo, Portopalo, Rosolini, Scicli et Spaccaforno (maintenant Ispica).
Le 24 novembre 1844 le premier évêque de Noto, Mgr Giuseppe Menditto, a pris possession de la cathédrale. Mgr Vincenzo Marolda, évêque de Trapani et délégué du Saint-Siège suit la Bulle d’érection et les décrets des papes.
En 1856, le Saint-Siège avec le décret “Peculiaribus” obtenu par le gouvernement de Naples, une réduction des pouvoirs de la cour de la monarchie en faveur des évêques. Il a mis à ce stade les trois premiers évêques de Noto: Giuseppe Menditto (1844-1849), Giovanni Battista Naselli (1851-1853) et Mario Mirone (1853-1864). Avec le Concile Vatican I de 1870, en effet, la baisse regal ecclésiologie et a déclaré la romaine, tandis que les liens institutionnels de l’Eglise de la Sicile se renforcent avec la Curie du Vatican. La rupture entre le gouvernement italien et le Vatican, toutefois, empêche la nomination de nouveaux évêques dans le sicilien vacant voir, parce que le Saint-Siège veut éviter que le nouveau gouvernement a revendiqué le droit de présenter des candidats, qui constituent des atteintes au droit de l’eglise dans la collation de l’évêque de la liberté. Noto, et pendant huit ans a été siège vacant: de 1864 à 1872. Seulement grâce à la Loi des Garanties de 1871, a été nommé le nouvel évêque: Mgr Benoît, La Vecchia (1872-75).
Malgré une âcreté anti cléricaux – qui a son point culminant en 1882 lors de la sixième centenaire de les Vêpres siciliennes et qui place les évêques siciliens en mesure de ne pas être en mesure d’utiliser l’État pour le respect des préceptes moraux et catholique – la pastorale liberté est Garanti. Dans leur lettre collective à l’issue de la sicilien Conférence épiscopale, les évêques de dénoncer les maux qui menacent la compacité religieuse et morale de l’île. L’évêque de Noto, Archevêque Giovanni Blandini (1875-1913) – précurseur de la démocratie et le renouveau dans le catholicisme en Italie – se définit “la perle de l’évêque sicilien” par Léon XIII, qui lui a donné le pallium archiépiscopal «ad personam» en juin 25, 1900.
A propos, en 1910, sont à privilégier les formes d’organisation du laïcat catholique avec des personnalités comme la formation religieuse Gioventù Cattolica et hauts parleurs. Pape saint Pie X encourage catéchisme et relance bonne presse. Dans la pleine guerre, en 1916, se tient à Tindari la Conférence épiscopale de Sicile, actuellement secrétaire de l’évêque de Noto, Mgr Giuseppe Vizzini (1913-1935). Pour lui, la réforme religieuse est possible sur un plan spirituel. Les documents de la plénière du Conseil de Premier sicilien (Palerme, 1920) et le premier Synode diocésain (Noto, 5-7 octobre 1923) sont le fruit de ses compétences juridiques.
En 1955, quand le Pape Pie XII a créé le diocèse de Raguse travers le taureau “quam quam est” de la ville de Giarratana passés à la nouvelle diocèses, tout Palazzolo Acreide, Buccheri, Buscemi, et Cassaro Ferla, de petits villages de montagne de Syracuse, a regagné le diocèse de Syracuse.
À ce stade, c’est l’épiscopat de Mgr Angelo Calabretta (1936-1970), qui se caractérise par de profondes racines surnaturel. Le silence de la prière, c’est le secret de son succès actif épiscopat. Son successeur, Mgr Salvatore Nicolosi (1970-1998), a augmenté la réalité “Eglise” dans toutes ses dimensions: de l’évangélisation de la communion, de l’adoration de Dieu, le service de l’homme. Il a réalisé en 1988, le jumelage avec les jeunes du diocèse de Butembo-Beni (République démocratique du Congo) et célèbre le deuxième Synode diocésain (1995-1996).
Parmi les nombreuses réalisations de la fructueuse service de la Commission épiscopale de Mgr Giuseppe Malandrino (1998-2007), cependant, nous nous souvenons de la Mission populaires permanentes, à la suite du grand Jubilé de l’an 2000, la visite pastorale (2003-2006) et le succès Réouverture, le 18 juin 2007, de la cathédrale reconstruite.
 
 

Die Geschichte der Diözese und ihrer pastoralen Weg


Noto wurde als Episcopalian Kirche und der Chiesa Madre als Kathedrale von Papst Gregor XVI durch die Bulle “Gravissimum sane munus” der 15. Mai 1844. Mit diesem Gesetz, hat Gregory XVI das Engagement seines Vorgängers Pius VII konkretisiert, den eine Aufstockung der Zahl der Diözesen in Sizilien möchte, um der pastoralen Dienst der Bischöfe zu erleichtern.



In der Tat, seit dem XII Jahrhundert war der Bischof von Noto gehofft, wenn Isimbardo Morengia, machte Herrscher von Noto von Friedrich II von Schwaben, gegründet am 20. August 1212, mit der Mitgift von vier Lehen, die Zisterzienser-Kloster Santa Maria dell’Arco, und dann fragst er ihre Veränderung in Bischofssitz. Der Kaiser wollte damit die Wünsche der Morengia einverstanden, aber die Probleme des Haus Hohenstaufen und später den Turbulenzen der Anjous behindert das Projekt, um Noto eine Bischofssitz zu machen. Verleihung des Titels “Stadt” von Alfonso Magnanimous am 27. Dezember 1432, in einer Zeit, in der insbesondere Prestige, so dass ein Vizekönig in Niccolò Speciale entwarf ist, Noto gefragt den Stier zu Diözese leitete am 14. Juni 1433 an Papst Eugen IV und am 22. Januar 1450 an Nikolaus V zu danken die Beteiligung der Abt von Noto, Giovanni Aurispa, seine apostolischen Sekretär. Der Edle Rinaldo Sortino bekam königlichen Briefe zugunsten des neuen Bistums in 1451 und 1453, aber Monsignore Paolo Santapan Aragonese, Bischof von Syrakus, storniert durch dem Heiligen Stuhl alles, weil der Pfarrer von Noto war auch die kanonische Cantor des Syracuse Dom, die wird von dem Bischof Thomas Erbes in der Diözese Synode von 1388 angewiesen.



In der sechzehnten, siebzehnten und achtzehnten Jahrhundert wurden andere Initiativen gefördert. Die Argumente für die neue Bischofssitz waren unterschiedlich; es war auch die Anwesenheit von zwei renommierten Zentren der Spiritualität: der Benediktiner-Abtei von Saint Lucia del Mendola und die Zisterzienser-Abtei von Santa Maria dell’Arco, zu der Zeit, Bedeutende kirchliche Orte. Noto war auch Hauptquartier wie die anderen beiden bestehenden, Messina und Mazara, Bischofssitzen noch. “Unsere Reign, benannt als Valle, ist in drei gliedert Provinzen getrennt; mit diesem Auftrag hat die Bischofssitzen der Val Demone und Val di Mazzara in ihren jeweiligen Hauptstädten festliegt, die Messina und Mazzara sind; so deshalb, es ist besser verlangen, dass die dritte Valle noch eine dritte Bischofssitz in der Hauptstadt hatte, und dass sie ist Noto, eine Verfassung von die Normannen Fürst” (cif. Redeschluss von 1783).



Die Bischöfe von Syrakus behindern immer die Realisierung der Wunsch, weil der Diözese Noto würde strecken Gebiet, weil der Noto Diözese strecken Gebiet würde. Nur in der Mitte-1800 betoniert Noto der alte Wunsch. Als Folge der Unruhen in Syrakus, während der Cholera-Epidemie, in der Tat, Ferdinand II Bourbon forderte die Übertragung der Provinz in Noto. In dieser Gelegenheit, der  König Ferdinand II gebeten der Heilige Stuhl, um die Noto Diözese zu gründen, auch weil der Bischofssitz von Syrakus war frei auf den Tod von Monsignore Giuseppe Amorelli am 13. Dezember 1840. Der neuen Diözese wird, außer Noto, entfernen sie von Syrakus, der Gemeinde von Avola, Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla, Giarratana, Modica, Pachino, Palazzolo Acreide, Pozzallo, Portopalo, Rosolini und Scicli Spaccaforno (jetzt Ispica) zusprecht.



Am 24. November 1844 der erste Bischof von Noto, Monsignore Giuseppe Menditto, nahm Besitz in der Kathedrale. Monsignore Vincenzo Marolda, Bischof von Trapani und Delegierter des Heiligen Stuhl list das Bull der Erektion und die päpstlichen Dekrete.



In 1856 erhaltet der Heilige Stuhl mit dem Dekret “Peculiaribus“, durch die Regierung von Neapel, ein Downsizing der Befugnisse des Gerichts in der Monarchie zugunsten der Bischöfe. Es plaziert in diesem Stadium die ersten drei Bischöfe von Noto: Menditto Giuseppe (1844-1849), Giovanni Battista Naselli (1851-1853) und Mario Mirone (1853-1864). Mit der Vatikanischen Konzils I von 1870, in der Tat, lehnt die königliche Ekklesiologie und erklärte, der Roman, während die institutionellen Beziehungen der Kirche von Sizilien mit dem Kurie Vatikan verstärken sind. Aber die Kluft zwischen der italienischen Regierung und dem Vatikan verhindert die Ernennung neuer Bischöfe in der sizilianischen Bischofssitz, weil der Heilige Stuhl will verhindern, dass die neue Regierung beansprucht das Recht, Kandidaten, das heißt, das Recht der Schäden Die Kirche in der Sortierung der Bischof der Freiheit. Und Noto für acht Jahre war eine vakant Sitz: von 1864 bis 1872. Nur dank dem Garantiegesetz von 1871, wurde der neue Bischof Monsignore Benedetto La Vecchia (1872-75).



Trotz einer Schärfe gegen klerikale -, die ihren Höhepunkt im Jahr 1882 auf dem sechsten Jahrestag der Sizilianische Vesper setzt und dass den sizilianischen Bischöfe auf die Stadt nicht  verhindern um die Einhaltung der moralischen Gebote und katholischen haben – die Freiheit in die pastorale Garantiert ist. In ihrem gemeinsamen Brief an den Abschluss des sizilianischen Bischofskonferenz, die Bischöfe verurteilen die Übel, die eine Gefahr für die religiösen und moralischen Kompaktheit der Insel. Der Bischof von Noto, Monsignore Giovanni Blandini (1875-1913) – Vorläufer der Demokratie und Erneuerung in der Katholizismus in Italien – definiert ist “Perle des sizilianischen Bischof” von Leo XIII, der ihm der erzbischöflichen Pallium “ad personam” in der 25. Juni, 1900 gib.



Über die Jahr 1910 sind die Formen der Organisation der katholischen Laien mit prominenten religiöse Bildung, als die Katholische Jungend und die Sprecher, bevorzugten. Papst Pius X fördert Katechismus und wieder werft die gute Presse. In der vollen Krieg, im Jahr 1916, findet in Tindari der Bischofskonferenz von Sizilien, weil des Bischofs von Noto, Monsignore Giuseppe Vizzini (1913-1935) den Sekretär ist. Für ihn, den religiösen Reform ist möglich, auf einer spirituellen Ebene. Die Dokumente der sizilianischen Plenum Prime Rates (Palermo, 1920) und der Erste Diözese Synode (Noto, 5-7 Oktober 1923) sind die Früchte seiner juristischen Fähigkeiten.



Im Jahre 1955, als Papst Pius XII der Diözese von Ragusa gestift, durch die Bulle “Quam quam est” das Stadt der Giarratana an die neuen Diözesen übergehst, während Palazzolo Acreide, Buccheri, Buscemi, und Cassaro Ferla, kleine Ortschaften Berg von Syrakus, wieder auf Der Diözese Syracuse kommen.



In diesem Punkt gibt es der Bischof von Bischof Angelo Calabretta (1936-1970), zeichnet sich durch übernatürliche tiefe Wurzeln. Die Stille des Gebet ist das Geheimnis seines aktiven erfolges Bischöfe. Sein Nachfolger, Monsignore Salvatore Nicolosi (1970-1998), hat die Wirklichkeit “Kirche” in allen Dimensionen gemacht: von der Evangelisierung der Gemeinschaft, von der Anbetung Gottes in den Dienst des Menschen. Er erkannte am 1988  dem Partnerschaft mit den jungen Diözese Butembo-Beni (Demokratische Republik Kongo) und feiert die Zweite Diözese Synode (1995-1996).



Unter den vielen Errungenschaften der fruchtbaren Dienst der Episcopal Bischof von Giuseppe Malandrino (1998-2007), wir erinnern an die ständige populäre Mission, als Ergebnis der Große Jubiläum des Jahres 2000, die pastorale Besuch (2003-2006) und die erfolgreiche Wiedereröffnung,
der Dom wieder aufgebaut, am 18. Juni 2007.


 


 


 

La historia de la diócesis y de su camino pastoral

Noto se erigió como Iglesia Episcopal y la Iglesia Madre como Catedral por el Papa Gregorio XVI a través de la bula “Gravissimum cuerdo munus” el 15 de mayo de 1844. Con este acto, Gregorio XVI dio a fondo el compromiso de su predecesor Pío VII, que quería aumentar el número de las diócesis de Sicilia, para facilitar el servicio pastoral de los obispos.
De hecho, el obispo de Noto que se esperaba desde el siglo XII, cuando Isimbardo Morengia, hizo señor de Noto por Federico II de Suabia, fundada el 20 de agosto de 1212, con la dote de cuatro feudos, el Monasterio Cisterciense de Santa Maria dell’Arco, pidiendo luego su transformación en Sede Episcopal. El emperador quiso aceptar los deseos de Morengia, pero los problemas de la Casa de Suabia y más tarde las turbulencias de los Angevins obstruyó el proyecto de convertir Noto en sede episcopal. Otorgada el título de “Ciudad” por Alfonso el Magnánimo el 27 de diciembre de 1432, en un momento de especial prestigio, por lo que diseñó un virrey en Niccolò Speciale, Noto pidió la bula que la converte en cabe diócesis el 14 de junio de 1433 al papa Eugenio IV y el 22 de enero de 1450 a Nicolás V gracias a la participación del abad de Noto, Giovanni Aurispa, su secretario apostólico. El noble Rinaldo Sortino obtuvo real cartas a favor del nuevo obispado en 1451 y en 1453, pero Monseñor Paul Santapan aragonés, obispo de Siracusa, hize cancelar por la Santa Sede todo, tambien porque el pastor de Noto fue también el canónico Cantor de la Catedral de Siracusa, asignado por el obispo Thomas Erbes en el Sínodo Diocesano de 1388.
Otras iniciativas se promovieron en la XVI, XVII y siglo XVIII. Los argumentos a favor de la nueva sede Episcopal eran diferentes; se expresó también la presencia de dos prestigiosos centros de la espiritualidad: la Abadía Benedictina de Santa Lucía del Mendola y la Abadía cisterciense de Santa María dell’Arco, que se consideraron en el momento como lugares significativos eclesiásticos. La ciudad de Noto fue también cape valle como a los otros dos existentes, Messina y Mazara, ya sede de los obispos. “Nuestro Reino, llamado Valle se divide en tres provincias separadas; con este fin se ha establecido, la ubicación de las sedes Episcopales de Val Demone y Val di Mazzara en sus respectivas capitales, como Messina y Mazzara; así, por lo tanto, parece exigir que en la tercera Valle aún hay una tercera sede Episcopal en su ciudad capital, si tenga precisamente la ciudad de Noto, una ciudad de constitución de los Principios Normandos” (cif. peroration de 1783).
Los obispos de Syracuse obstáculan siempre la realización de ese deseo, porque la Diócesis de Noto iba a extender su territorio, porque la Diócesis de Noto iba a extender su territorio. Sólo a mediados de 1800 Noto vio concretizar el viejo deseo. Como resultado de los disturbios que tuvieron lugar en Siracusa durante la epidemia de cólera, de hecho, Fernando II Borbón pidió la transferencia de la provincia en Noto. En esa ocasión, el Rey Fernando II pidió a la Santa Sede de fundar la Diócesis de Noto, también aprovechando el hecho de que el asiento del obispo de Siracusa estaba vacante por la muerte de Monseñor Giuseppe Amorelli el 13 de diciembre de 1840. En la nueva diócesis, además de Noto las concedieron, sustrayendolas a Siracusa, el municipio de Avola, Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla, Giarratana, Modica, Pachino, Palazzolo Acreide, Pozzallo, Portopalo, Rosolini, y Scicli Spaccaforno (la actual Ispica).
El 24 de noviembre de 1844 el primer Obispo de Noto, Monseñor Giuseppe Menditto, tomó posesión en la Catedral. Monseñor Vincenzo Marolda, obispo de Trapani y delegado de la Santa Sede lee la bula de erección y los Decretos papales.
En 1856 la Santa Sede con el decreto “Peculiaribus” obtiene por el gobierno de Nápoles una reducción de las facultades de la Corte de la monarquía en favor de los obispos. Se coloca en esta etapa los tres primeros obispos de Noto: Giuseppe Menditto (1844-1849), Giovanni Battista Naselli (1851-1853) y Mario Mirone (1853-1864). Con el Concilio Vaticano I de 1870, de hecho, hay la disminución de la eclesiología regal y se adfirma la romana, mientras que los vínculos institucionales de la Iglesia de Sicilia se refuerzan con la Curia Vaticana. La brecha entre el Gobierno italiano y el Vaticano, sin embargo, impide el nombramiento de nuevos obispos en las sedes vacante de Sicilia, debido a que la Santa Sede quiere evitar que el nuevo gobierno reivindica el derecho a presentar candidatos, que significa perjudicar el derecho de la Iglesia en la colación libera de los obispos. Noto hasta ocho años tiene la sede vacante: desde 1864 hasta 1872. Sólo gracias a la ley de Guarentigie de 1871, fue nombrado el nuevo obispo: Monseñor Benedetto La Vecchia (1872-75).
A pesar de un acridity anti clerical – que tiene su pico en 1882 en el sexto centenario de las Vísperas sicilianas y que sitúa a los obispos sicilianos en una posición de no poder utilizar el Estado para la observancia de los preceptos y de la morale católica – la libertad en el campo pastoral es garantizada. En su carta colectiva a la conclusión de la Conferencia Episcopal siciliana, los obispos denuncian los males que amenazan a la compacidad moral y religiosa de la isla. El obispo de Noto, el Arzobispo Giovanni Blandini (1875-1913) – precursor de la democracia y de la renovación en el catolicismo en Italia – se define “perla del obispo siciliano” por León XIII, quien le puso el palio arzobispal “ad personam”, el 25 junio de 1900.
Aproximadamente en 1910 se prefieren las formas de organización de los laicos católicos con prominentes formación religiosa como la Joventud Cattolica y los oratorios. El Papa San Pío X promueve catecismo y plaza la buena prensa. En plena guerra, en 1916, se celebró en Tindari la Conferencia Episcopal de Sicilia, siendo secretario el obispo de Noto, Monseñor Giuseppe Vizzini (1913-1935). Por él, la reforma religiosa es posible en un nivel espiritual. Los documentos del Primer Pleno del Consejo de Sicilia (Palermo, 1920) y el Primer Sínodo Diocesano (Noto, 5-7 de octubre de 1923) son el fruto de sus conocimientos jurídicos.
En 1955, cuando el Papa Pío XII creó la diócesis de Ragusa a través de la bula “Quam quam est” la ciudad de Giarratana pasè a la nueva diócesis, mientras Palazzolo Acreide, Buccheri, Buscemi, Cassaro y Ferla, pueblitos de montaña de Siracusa, regresaron a la diócesis de Siracusa.
En esta coyuntura hay el episcopado del obispo Angelo Calabretta (1936-1970), que se caracteriza por profundas raíces sobrenatural. El silencio de la oración es el secreto del éxito de su episcopado activo. Su sucesor, monseñor Salvatore Nicolosi (1970-1998), ha incrementado la realidad “Iglesia”, en todas las dimensiones: de la evangelización a la comunión, de la adoración a Dios al servicio del hombre. Èl realiza en 1988 el hermanamiento con la joven diócesis de Butembo-Beni (República Democrática del Congo), y celebra el Segundo Sínodo Diocesano (1995-1996).
Entre los muchos logros del fructífero servicio episcopal del obispo Giuseppe Malandrino (1998-2007), sin embargo, recordamos a la Misión popular permanente, como resultado del Gran Jubileo del 2000, la visita pastoral (2003-2006) y la feliz reapertura, el 18 de junio de 2007, de la reconstruida Catedral.