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REPORT CARITAS NAZIONALE: “LA POVERTÀ IN ITALIA”

La fotografia che emerge è drammatica e chiama tutti all’impegno. Se da un lato cala la quota dei “nuovi poveri” ascoltati, che passa dal 45,3% al 41,0%, crescono invece le persone con “povertà intermittenti” e croniche: molti dei beneficiari Caritas, 1 su 4, nonostante abbiano un lavoro, non riescono a vivere una vita dignitosa

Foto di Caritas.it

Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane. Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana “La povertà in Italia” valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. Si tratta solo di quelli “informatizzati”: i servizi e le opere sui territori sono molti di più. Ne emerge una fotografia drammatica che chiama all’impegno di tutti. Quelli presentati non sono solo “numeri”, ma soprattutto 269.689 “volti” (qui una sintesi dei dati). Persone che rappresentano altrettante famiglie, visto che la presa in carico risponde sempre alle esigenze di tutto il nucleo familiare.

«Questo secondo Report statistico si colloca in un tempo particolare, segnato da vicende che toccano le nostre comunità. Da un lato le crisi internazionali che condizionano pesantemente i rapporti tra i Paesi e lo sviluppo di percorsi di pace; dall’altro l’incessante aumento della povertà e la forte incidenza di situazioni di rischio e vulnerabilità. Di fronte a questi scenari la Chiesa continua a sognare e ad affermare un umanesimo autentico, dove ogni essere umano possa realizzarsi pienamente, vivendo in un mondo più giusto e dignitoso», sottolinea il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello.

In termini di risposte, le azioni della rete Caritas sono state numerose e diversificate. Tra gli interventi il 73,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (distribuzione di viveri, accesso alle mense/empori, docce, ecc.); l’8,9% l’accoglienza, a lungo o breve termine; il 7,3% le attività di ascolto; il 5,2% il sostegno socio-assistenziale; l’1,7% interventi di ordine sanitario.

«È compito statutario di Caritas Italiana – ricorda il presidente di Caritas Italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli – realizzare studi e ricerche sui bisogni delle persone, per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento, soprattutto in un’ottica di prevenzione. Questo è l’intento del Report che presentiamo. Una raccolta di dati che è stata realizzata grazie all’impegno degli operatori e volontari dei nostri Centri di ascolto e con la collaborazione delle persone in stato di bisogno che ci hanno consegnato la loro situazione».

PROGETTO PRESIDIO – UNA TESTIMONIANZA DA PACHINO

«Presidio è un progetto che si occupa dell'orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti. Ed è un segno della Chiesa, segno di una presenza concreta»

Il senso del percorso fatto.
Il significato (e i risultati) del Progetto Presidio di Caritas Italiana 5.0, tra Modica e Pachino
Il valore della testimonianza e della restituzione.
La cura di Caritas e della Diocesi di Noto espresse in gesti di accoglienza, prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo delle persone migranti.
“Amate dunque il forestiero (perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto)”: è un versetto del Deuteronomio a dirci come già la Bibbia avesse elaborato il delicato tema del rapporto con gli stranieri, nel semplice includerli nell’umanità creata da Dio.
Con questo spirito, si sono svolti due incontri – giovedì 30 maggio a Modica e giovedì 13 giugno a Pachino – con la presentazione di testimonianze, video, dati e riflessioni sul percorso fatto negli ultimi due anni.

Quello a seguire è l’intervento di Irene Cerruto, operatrice al Presidio di Pachino:

«Vi testimonio il modo in cui il Progetto Presidio è attivo nella città di Pachino. La Caritas di Noto ha accolto a Pachino questo progetto di Caritas Italiana nel 2017, è durato diverso tempo e poi è stato riproposto nel 2023. Il fatto che sia un progetto della Caritas significa che è un SEGNO della CHIESA, segno di una PRESENZA concreta».

Nel territorio di Pachino, con la presenza di Suor Rita, di Padre Fredrick, mia, di Mariuccia, di Teti, di Najla, di Valeria, Presidio è un progetto che si occupa dell’orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti, che nella quasi totalità dei casi (mi riferisco in particolare agli uomini) lavorano in ambito agricolo, nelle SERRE, senza essere consapevoli dei propri DIRITTI lavorativi e accettando qualsiasi condizione di lavoro, di stipendio, di tempo, di sopraffazione anche tra migranti stessi, pur di guadagnare qualcosa per vivere e portare avanti la propria famiglia. E ancor prima di arrivare qui, ultimamente sempre più spesso, molte di queste persone, tramite nuovi decreti strumentalizzati per gli interessi di enti del nostro territorio, pagano, facendo un salto nel vuoto, quantità eccessive di denaro per giungere qui, per poi essere abbandonate al proprio destino».

«Nello specifico, le persone che abbiamo seguito quest’anno e che seguiamo sono in prevalenza di ORIGINE tunisina e marocchina, qualcuno di origine libica. Ci sono anche persone provenienti dall’Africa subsahariana, in particolare dal Senegal, dal Ghana e dalla Nigeria, e in minoranza anche dal Perù e dal Bangladesh.
Facciamo servizio presso l’Oratorio della parrocchia di San Corrado di PACHINO, il martedì e il mercoledì. Offriamo alle persone che vengono al nostro Sportello innanzitutto un luogo di ASCOLTO, perché riscontriamo una grande solitudine, un’ESTRANEITÀ e un DISORIENTAMENTO rispetto alla città e ai cittadini. Per questo è importante essere presenti, stare con loro, ascoltare e dare un aiuto per quel che si può».

«Per prima cosa, occorre partire dalla conoscenza della lingua, per dare ai migranti lo strumento per capire e farsi capire, per facilitare l’inclusione nel tessuto sociale. Dunque, Presidio offre, a grandissima RICHIESTA di chi viene da noi, una SCUOLA DI ITALIANO, il cui obiettivo cardine non è tanto quello di raggiungere un livello alto di grammatica italiana (questa è una conseguenza), quanto piuttosto quello di creare relazione e far creare relazione. Inoltre, si offre anche un SOSTEGNO di tipo LEGALE, grazie alla collaborazione con due avvocati presenti a Pachino, a cui noi ci appoggiamo con piena fiducia, per le situazioni che riguardano il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno e per altre vicende di natura legale».

«Nelle situazioni in cui risulta necessario, da parte nostra vi è anche un supporto MEDICO-SANITARIO, possibile grazie al contatto con una dottoressa, un medico di base, che si è resa disponibile per noi quando è richiesto. Nell’ottica della RETE (in cui noi crediamo moltissimo) con enti e persone del territorio, abbiamo creato un contatto diretto anche con un medico dell’ASP, con l’Imam e la comunità musulmana, con la comunità valdese, con tutte le parrocchie della città, con due patronati, con la Croce Rossa e con i servizi sociali di Pachino. La bellezza che è nata dalla rete è quella del naturale AIUTO RECIPROCO».

«Il Presidio non si svolge soltanto all’interno delle mura di San Corrado, ma è anche MOBILE. In determinate giornate, ci rechiamo nei punti nevralgici della città, come nella zona della piazza o del mercato, dove sappiamo di trovare molte persone di origine non italiana. Noi ci FERMIAMO a parlare con loro, spieghiamo, anche attraverso dei volantini che lasciamo, l’attività che il Presidio svolge e li invitiamo a venire a trovarci. Ci muoviamo tra le strade, per essere una PRESENZA CONCRETA, cercando di far sentire loro che c’è qualcuno che li GUARDA come esseri umani che non sono invisibili, poiché l’unico modo a nostra disposizione per combattere l’ingiustizia, la distanza, l’anonimato è CONOSCERE, FAR CONOSCERE, ESSERCI E AVERE CURA.
Ciò che gli operatori, i volontari ed io desideriamo fortemente è che, nel futuro di Presidio, della città e della comunità, ci sia da parte delle istituzioni, da parte dei cittadini, da parte delle parrocchie TUTTE, da parte dei cristiani – proprio in quanto cristiani – un coinvolgimento attivo, un’attenzione CONSAPEVOLE e SERIA nei confronti di ciò che vi stiamo presentando qui oggi, un senso di accoglienza, di collaborazione e di responsabilità.
Come esseri umani che si prendono cura di altri esseri umani».

IO SONO L’ALTRO. I NUMERI DEL VOLONTARIATO DEI GIOVANI IN CARITAS

Presentazione del rapporto sui/sulle giovani che si mettono al servizio degli altri

Nel contesto dell’incontro, a Roma, dei referenti diocesani Caritas del volontariato è avvenuta la presentazione del secondo Rapporto Caritas sul volontariato: un evento in linea con gli obiettivi strategici per il quinquennio 2023-2027, che prevedono “un’attenzione specifica al volontariato e all’educazione al servizio”.

Caritas Italiana, sin dall’indagine sul volontariato promossa nel 2023, sta rivolgendo la sua attenzione “alla cura di chi si prende cura”, a coloro, cioè, che svolgono il proprio operato al servizio della Carità.

Il 19 marzo 2024 era stato pubblicato il rapporto “Tutto è possibile. Il volontariato in Caritas” con, per la prima volta, i dati dei volontari Caritas attivi nelle diocesi e nelle parrocchie italiane: 84.248 persone, di cui 22.275 nei servizi/opere di livello diocesano e 61.973 nella dimensione parrocchiale. Il secondo Rapporto Caritas sul volontariato, dal titolo “Io sono l’altro”, incentrato sul mondo del volontariato giovanile. Dai principali dati emersi dall’indagine si evince che:

  • sono 13.732 i giovani tra i 16 e i 34 anni che fanno volontariato in Caritas, nelle parrocchie e nei servizi diocesani;
  • sono in maggioranza di sesso femminile (70,3%);
  • hanno un titolo di studio medio-alto: il 38,5% è laureato, il 29,2% ha un titolo di scuola media superiore;
  • non sono solo studenti: lavora il 46,1%, studia il 38,5%, è disoccupato il 12,3%;
  • l’83,1% si dichiara cattolico, ma solo il 38,5% ha altri impegni nella dimensione ecclesiale;
  • il 73,8% dedica al volontariato più di 5 ore alla settimana;
  • non si fermano alla Caritas: il 40% fa volontariato anche presso altre realtà sociali, non solamente cattoliche, pubbliche e private;
  • i giovani volontari sono entrati in contatto con la Caritas soprattutto perché frequentavano parrocchie o associazioni cattoliche (41,5%).

All’interno del volume sono riportati anche i risultati di un’indagine qualitativa, condotta in 22 diocesi assieme a Welforum/Ars, sull’Anno di Volontariato Sociale e le “Proposte diversificate di volontariato” messe in atto dalle Caritas diocesane.

Nello specifico fra il 2006 e il 2023:

  • Caritas Italiana ha sostenuto 421 progetti di volontariato giovanile, nell’ambito del Progetto nazionale “Servizio. nonviolenza, cittadinanza”;
  • all’interno di tale filone, sono i 181 progetti di Anno di volontariato sociale e 240 le “Proposte diversificate”;
  • sono state coinvolte 97 Caritas diocesane (31 nel Sud, 31 nel Centro, 38 nel Nord)

A tali progetti possono essere aggiunti i numeri relativi al Servizio civile: dal 2001 (anno in cui fu istituito il Servizio civile universale su base volontaria), sono stati circa 14mila i volontari che hanno svolto il servizio civile in Caritas, in progetti in Italia e all’estero.

«L’esperienza del volontariato in Caritas, in particolare», sottolinea il direttore don Marco Pagniello, «va oltre il sem­plice fare: tocca l’anima, invitando i giovani a guardare oltre sé stessi per abbracciare una visione più ampia di solidarietà e fraternità uni­versale, a partire dai più poveri. In questo modo, il volontariato diventa non solo un’opportunità di crescita personale, ma anche un mezzo per costruire una società più giusta e solidale».

Il report, dopo l’introduzione di don Marco Pagniello, contiene contributi di Diego Cipriani (Caritas Italiana), Walter Nanni (Caritas Italiana), Giulia Assirelli (Ars/Welforum), don Riccardo Pincerato (CEI), don Ivan Licinio (Progetto Policoro), Luca Servidati (YOUngCaritas).

Il perché del titolo “Io sono l’altro” lo spiegano i giovani del progetto “Mi sta a cuore” Alessio Garofalo, Miriam Pintus, Antonella Pipino e Asia Re: «Ogni persona che ci sta davanti, qualunque sia il suo background di cultura e provenienza, potrà sempre rappresentare una valida occasione per conoscere ancora più a fondo noi stessi».

Il Rapporto Caritas sul volontariato dei giovani è disponibile in versione integrale qu 👉  https://www.caritas.it/io-sono-laltro-limpegno-volontario-dei-giovani/

IL MODELLO CRISCI RANNI

Articolo di Agensir: "A Modica un innovativo cantiere educativo per bambini e giovani"

Ancora una citazione che ci commuove, per il nostro cantiereducativo Crisci Ranni. Un percorso educativo, a partire dalla cura della “parola che rende uguali”, che continua a fare da riferimento.

La Caritas di Noto porta avanti dal 2010 il progetto educativo Crisci Ranni (ispirato ad un antico rito collettivo siciliano), coinvolgendo le scuole e centinaia di bambini, adolescenti e giovani durante tutto l’anno. Il cuore dell’iniziativa è il Grest che si svolge ogni estate a Modica nel parco pubblico “Padre Basile” recuperato al degrado. Esperienze simili sono state aperte a Ispica, Scicli, Noto, Avola.

Quest’anno al Grest2k24 parteciperanno, dal 20 giugno al 3 agosto, tra i 200 e i 250 ragazzi a partire dai 4 anni, con un centinaio di #giovani educatori (liceali e universitari) che in questi giorni stanno partecipando ad un corso di formazione. Tutto a prezzi molto popolari, per consentire a chiunque di vivere l’esperienza.

L’integrazione di minori stranieri è un focus importante. Un caso esemplare in cui la Chiesa siciliana traina con le sue buone #prassi

Per leggere il pezzo integrale di Patrizia Caiffa su agensir.it (che ringraziano di ❤️), questo è il link 👉 https://www.agensir.it/chiesa/2024/06/04/crisci-ranni-a-modica-un-innovativo-cantiere-educativo-per-bambini-e-giovani/

L’INDAGINE NAZIONALE SU POVERTÀ MINORILE E ASPIRAZIONI

Caritas Italiana con Save the Children a IMPOSSIBILE 2024: oggi più di un bambino su sette, nell'età 0-3 anni, vive al di sotto di uno standard minimo considerato dignitoso

I primi mille giorni di vita influiscono in modo molto significativo sullo sviluppo e sulla vita di una persona. Nei primi anni di vita si acquisiscono quelle abilità cognitive, socio-emozionali e fisiche essenziali per la vita futura. Le situazioni di povertà, deprivazione e di esclusione sociale compromettono fortemente tali processi andando a incidere direttamente sulla vita dei bambini e, al contempo, anche su quella dei genitori, riducendo la loro capacità di proteggere, sostenere e promuovere lo sviluppo dei figli.

In Italia sono tanti i nuclei con minori in stato di povertà; di fatto risultano i più svantaggiati. Paradossalmente sono proprio i bambini nella fascia 0-3 a registrare l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,7% della popolazione complessiva). Praticamente oggi più di un bambino su sette, nell’età 0-3 anni, vive al di sotto di uno standard minimo considerato dignitoso. Coinvolti sono ovviamente anche i genitori. Nascere e crescere in una famiglia povera può essere il preludio di un futuro e di una vita connotata da situazioni di deprivazione e povertà.

Allo scopo di comprendere meglio le condizioni di vita e le difficoltà delle famiglie con minori, Caritas Italiana, in collaborazione con Save the Children, ha condotto una indagine nazionale su un campione rappresentativo di famiglie assistite dalla rete Caritas, in condizione di conclamata difficoltà socioeconomica, che hanno al loro interno bambini nella fascia 0-3 anni. L’indagine si è sviluppata lungo due percorsi di ricerca, uno di taglio quantitativo e uno di taglio qualitativo e ha coinvolto attivamente le Caritas di 115 diocesi.

“La collaborazione con Save the Children – spiega don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – è un’occasione propizia per mettere in comune ognuno la sua esperienza nell’ottica della promozione dei diritti dei bambini e del bene delle famiglie. È importante conoscere la realtà in modo appropriato, in modo da poter sviluppare, assieme alle istituzioni e alle comunità di riferimento, azioni volte a sostenere e incoraggiare i genitori di figli piccoli soprattutto, ma non solo, nei primi anni dei bambini, che sono determinanti per la loro vita futura”.

Lo studio si inserisce all’interno di una ricerca più ampia “Domani (Im)possibili. Indagine nazionale su povertà minorile e aspirazioni” (clic qui per scaricare il .pdf) curata da Save the Children, presentata oggi nel corso dell’apertura di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’organizzazione.

Tra le principali difficoltà che pesano sui bilanci delle famiglie in condizioni di grave disagio economico seguite dalla Caritas si annoverano: l’acquisto di prodotti di uso quotidiano, come pannolini (tale difficoltà è percepita dal 58,5% degli assistiti), abiti per bambini (52,3%) o alimenti per neonati come il latte in polvere (40,8%), le visite specialistiche pediatriche private (40,3%), l’acquisto di medicinali o ausili medici per neonati, specie se in presenza di disabilità o disturbi del linguaggio (38,3%). Oltre all’acquisto di giocattoli per i propri figli (37,2%), al pagamento delle rette per gli asili nido o degli spazi baby (38,6% dei nuclei) e anche, in casi di necessità, il compenso di eventuali servizi di baby-sitting (32,4%).

I problemi economici costringono le famiglie anche ad altri tipi di rinunce. Circa due su tre (64,6%) tra gli intervistati dichiarano di essere costretti a rinunciare a opportunità formative e di lavoro, non potendo lasciare il/i figlio/i a nessuno. Una percentuale che sale al 69,5% per le donne (53,3% degli uomini), confermando che il lavoro di cura pesa di più sulle loro spalle. Il 47,1% afferma di non avere tempo per sé, il 38,2% si trova costretto a rinunciare ad attività ricreative per i propri figli, come ad esempio festeggiare il compleanno. Ricorre poi il tema sanitario (33,8%), sentito anch’esso in particolare dalle donne, con il 35,4% che dichiara di dover rinunciare a prendersi cura della propria salute.

Quasi una famiglia su sette (15,2%) non accede al pediatra di libera scelta: un dato che ricorda la scarsità dei pediatri nel nostro Paese e la necessità di garantire l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a tutti i minori, come previsto dalla legge.
Quanto ai servizi per l’infanzia, il 25,5% dei genitori intervistati dichiara di avere iscritto il proprio figlio o i propri figli al nido. Chi ha deciso di non optare per l’iscrizione lo fa perché spesso se ne occupa la mamma disoccupata o inoccupata (69,4%), oppure a causa della retta troppo alta (27,4%). A chiedere aiuto in presenza di bambini piccoli (0-3 anni) sono soprattutto persone di cittadinanza non italiana (73,2%), mamme (70%), spesso pure single (anche a seguito di una separazione/divorzio), con bassi livelli di istruzione (più del 60% dei genitori ha al massimo la licenza di scuola media inferiore), in condizione di grave precarietà occupazionale (per lo più disoccupati, lavoratori poveri o casalinghe). L’età media è 36 anni.

Secondo la ricerca di Save the Children, condotta su un campione rappresentativo di 15-16enni in Italia, quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) , pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l’anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici. Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Il 43,7% dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni). La condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. Più di un ragazzo su 4 in condizioni di grave deprivazione materiale afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare, a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione.

I risultati della ricerca complessiva, presentati da Christian Morabito, senior researcher di Save the Children, e da Walter Nanni, sociologo del servizio Studi di Caritas Italiana, sono stati discussi in un panel all’interno della prima giornata di IMPOSSIBILE 2024, con il contributo e la moderazione della vicedirettrice della Stampa, Annalisa Cuzzocrea, a cui hanno partecipato tra gli altri: don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana; Tito Boeri, economista; Enrico Giovannini, direttore scientifico ASVIS; Elena Goitini, amministratore delegato di BNL e responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia; Matteo Lepore, sindaco di Bologna; Raffaela Milano, direttrice ricerche di Save the Children; Mery Pagliarini, presidentessa dell’associazione Get UP; Roberto Ricci Presidente INVALSI.

Per ogni approfondimento su IMPOSSIBILE 2024: Impossibile 2024 (savethechildren.it)

RITIRO RESIDENZIALE ALLA SCALA: 8 E 9 GIUGNO 2024

Questo il tema dei due giorni: "La strada che scioglie le distanze, la parola che lega il cuore". Iscrizione obbligatoria entro il 26 maggio

Ed è arrivato il momento, tanto atteso, del ritiro spirituale presso il Santuario diocesano Maria Scala del Paradiso di Noto, santuario diocesano e luogo di alta spiritualità per la parte sud-est della Sicilia, animato dalla Comunità delle Beatitudini.
A guidare la nostra riflessione nei due giorni – sabato 8 e domenica 9 giugno – anche quest’anno sarà la biblista Rosanna Virgili, laureata in Filosofia all’Università di Urbino, in Teologia alla Pontificia Università Lateranense e Licenziata in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attualmente è Docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense), si occupa di formazione biblica nelle Diocesi italiane e straniere e tiene corsi di aggiornamento biblico, ritiri ed Esercizi Spirituali per Presbiteri, Monasteri, Congregazioni religiose, laici e collabora col quotidiano Avvenire e stabilmente tiene una rubrica televisiva di lettura femminile della Bibbia.

In sintonia con la fase sapienziale del Sinodo delle Chiese d’Italia e con il cammino della nostra Diocesi sarà trattata e approfondita la pericope dei Discepoli di Emmaus. Questo il tema: “La strada che scioglie le distanze, la parola che lega il cuore. Procedendo nel cammino sinodale“.
Come sempre il ritiro è residenziale. Ricordiamo di portare la Bibbia.

Importante sarà la partecipazione dei volontari delle Caritas Parrocchiali, Centri di aiuto e Centri di ascolto, ai quali sarà data massima priorità per i posti, al fine di poter vivere questo momento fondativo dell’agire Caritas.
Questo il programma del ritiro:
Sabato 8 Giugno
– ore 9,00 Arrivi
– ore 9,30 Introduzione e invocazione allo Spirito Santo
– ore 10,00 Lectio
– ore 11,00 Meditazione personale
– ore 11,30 Risonanze e ora media
– ore 13,00 Pranzo
– ore 15,30 Lectio
– ore 16,30 Meditazione personale
– ore 17,30 Risonanze e vespro
– ore 20,00 Cena
Domenica 9 Giugno
– ore 7,45 Lodi
– ore 8,15 Colazione
– ore 9,00 Lectio
– ore 10,30 Meditazione personale
– ore 11,00 Risonanze
– ore 12,00 Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto
– ore 13,00 Pranzo

Per la registrazione è necessario compilare il seguente modulo: RITIRO 2024
La quota, comprensiva di tre pasti, colazione e pernottamento con lenzuola e asciugamani è di € 45  (chi avesse difficoltà darà quello che può, la quota non dovrà essere un ostacolo alla partecipazione). Diventa necessario iscriversi entro il 26 maggio attraverso il form sopra indicato. Per qualunque dubbio è possibile contattare il Direttore della Caritas diocesana (cell. 334/6138705 – mail: caritasdiocesanadinoto@gmail.com).


MESSAGGIO DEI VESCOVI DI SICILIA PER LE ELEZIONI EUROPEE

Appello a chi abita la nostra regione e soprattutto ai giovani: "A non lasciarsi ammaliare dal canto delle pericolose sirene del pessimismo, della rassegnazione, del disfattismo e astenersi dal voto".

I vescovi di Sicilia, alla vigilia delle elezioni europee, hanno lanciato un appello, soprattutto ai giovani. L’invito è «a non lasciarsi ammaliare dal canto delle pericolose sirene del pessimismo, della rassegnazione, del disfattismo e astenersi dal voto».

Per i vescovi l’astensionismo può diventare «un silente passo che ci allontana dal sogno di un’Europa che dia respiro alla storia affermando gli autentici diritti umani». Un diritto, quello al voto, che diventa dunque quasi un dovere per i cittadini della Sicilia, isola «ancora chiamata ad essere all’interno dell’Europa unita piattaforma di pace di integrazione per i tanti popoli del Mediterraneo che cercano in Europa salvezza e lavoro».
Insieme con l’invito al voto anche la necessità di creare «spazi condivisi di incontro e dialogo» per un voto consapevole che deve mirare «all’edificazione del bene comune».

L’augurio dei vescovi è che «il Parlamento Europeo possa essere quell’istituzione detentrice del potenziale necessario per affrontare e risolvere le molteplici questioni generate dalle numerose trasformazioni epocali».
In allegato, scaricabile a fondo articolo, il testo completo del Messaggio dei Vescovi di Sicilia per le elezioni europee


SELEZIONE SCU BANDO 22/12/23 – PUBBLICAZIONE GRADUATORIE

Sono qui pubblicate - scaricabili, a fondo pagina - le graduatorie dei volontari in servizio civile universale per i due progetti di Caritas Noto

Ai sensi del Bando di Servizio Civile Universale del 22/12/2023 del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e delle selezioni effettuate in presenza, sono qui sotto pubblicate le graduatorie dei volontari in servizio civile universale per i progetti “Cantieri educativi-Noto” e “Diamo un’altra mano-Noto”.

I volontari troveranno, a fondo pagina e scaricabili, il .pdf con pubblicato il relativo codice di presentazione della domanda accanto al punteggio e all’esito della selezione.

LA DATA DI AVVIO DEI DUE PROGETTI È 28 MAGGIO 2024

Ricordiamo che nella Diocesi di Noto sono stati resi disponibili 8 posti per 2 progetti, tra Modica Ispica e Pachino.

Nello specifico:

4 posti presso il Centro di Ascolto di Pachino (di cui 1 riservato a ragazze/i in condizioni di fragilità economica) nel progetto “Diamo un’altra mano“ per l’assistenza ad adulti in condizione di disagio;
2 posti presso il Cantiere Crisci Ranni di Modica (di cui 1 per fragilità economica) e
2 posti presso il Cantiere Volere Volare di Ispica (di cui 1 per fragilità economica) nel progetto “Cantieri educativi“ di animazione per bambini e ragazzi.


PARTE “GREEN”, INCLUSIONE DEI DETENUTI SOSTENUTA DAL VESCOVO

Ad Avola il progetto, fortemente sostenuto da Mons. Salvatore Rumeo, con il coinvolgimento della Casa di reclusione di Noto, in sinergia con la Caritas, l'Ass. Rosario Livatino

A circa un anno dal suo ingresso in Diocesi, giovedì 4 aprile 2024, è partito un progetto di pubblica utilità, fortemente sostenuto dal Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, che vedrà alcuni detenuti svolgere il loro servizio presso il Comune di Avola, dove ci si prenderà cura di tre aree verdi destinate ai bambini della città: la Villa comunale, il Parco delle Rimembranze e il Parco giochi per bambini in via Piersanti Mattarella.

Accanto ai detenuti coinvolti ci sarà un tutor che li accompagnerà nel percorso, oltre ai volontari dell’Associazione Livatino e della Caritas. È proprio a partire dall’impulso del Presule netino che ha avuto origine questo progetto, denominato Green, con il coinvolgimento della Casa di reclusione di Noto, in sinergia con la Caritas Diocesana, l’Associazione Rosario Livatino, alcuni comuni del circondario di Noto.

La fruizione dell’art. 20 ter, permette ai detenuti scelti di sperimentarsi in un ambiente libero per la prima volta dal giorno dell’arresto per l’espiazione della condanna; la scelta dei detenuti proposti dalla Direzione alla Magistratura di Sorveglianza, organo giudiziario preposto alla concessione del beneficio, avviene sulla base di precise indicazioni di legge: fine pena, buona condotta intramuraria, coinvolgimento dell’area trattamentale dell’istituto che organizza e segue l’iniziativa.
Per volere di Mons. Rumeo, il regalo della Diocesi al suo Vescovo in occasione dell’ingresso è stato significativamente destinato a supportare il progetto. La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla fiducia della direttrice della Casa di Reclusione, dott.ssa Elisabetta Zito, che crede nella valenza educativa e nell’importanza dell’inclusione sociale dei detenuti, al lavoro dell’area trattamentale educativa della C.R. e alla disponibilità del Sindaco di Avola, On. Rossana Cannata che ha concesso lo svolgimento dell’attività presso i siti da lei indicati.

Un progetto sperimentale che ha finalmente avvio nella nostra diocesi e che ha al cuore l’obiettivo di essere “gesto parlante”: per la realtà carceraria, dove i detenuti coinvolti saranno inseriti all’interno di un percorso riabilitativo e di riscatto, ma anche per tutta la comunità del territorio, la quale riceverà un beneficio da questo percorso (sia con la riqualificazione delle aree oggetto di intervento che nel conoscere la realtà del carcere da un punto di vista diverso).
Il progetto si svolgerà inizialmente un giorno a settimana, tutti i giovedì dalle 9 alle 12.

44° CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE

Con il titolo titolo “CONFINI, ZONE DI CONTATTO E NON DI SEPARAZIONE”, si svolgerà a Grado (GO) da lunedì 8 a giovedì 11 aprile 2024.

Il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dal titolo “CONFINI, ZONE DI CONTATTO E NON DI SEPARAZIONE”, si svolgerà a Grado (GO) da lunedì 8 a giovedì 11 aprile 2024.

Prevista la partecipazione di oltre 600 delegati, rappresentanti delle 218 Caritas diocesane di tutta Italia che, ripartendo da quanto emerso dal Convegno dello scorso anno a Salerno e guardando al Giubileo del 2025, rifletteranno insieme sul tema dei “confini” alla luce delle “tre vie” consegnate loro da papa Francesco in occasione del 50° dell’istituzione di Caritas Italiana (1° luglio 1971): la via degli ultimi; la via del Vangelo; la via della creatività.

Il “confine” di questo 44° Convegno è pensato non come la linea che stabilisce un dentro e un fuori, ma come una porta, che permette di uscire e di entrare, che si può però anche chiudere e bloccare. Proprio il confine segna il punto di contatto tra centro e periferia: può essere o diventare luogo di incontro e di annuncio o elemento che crea distanza ed esclusione; dipende da come si usa la porta.

Il Convegno si svolgerà sul confine che scorre nei pressi di Grado e Gorizia, tra Italia e Slovenia, reso permeabile dalla comune appartenenza all’Unione Europea, che però rimane a sottolineare come le differenze debbano essere valorizzate, messe in comunicazione, rese feconde. Gorizia che, assieme a Nova Gorica, nel 2025 sarà Capitale europea della Cultura.

La “carità” (in latino “caritas”) è “attraversamento di confini”, come ricorda mons. Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana. «Tutti i confini, a cominciare da quelli che abbiamo nel cuore e nella testa…». Vogliamo «farli diventare punti di incontro e di riconciliazione». «Molte sono le chiavi di lettura che la parola “confine” può dare», sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. «Vorremmo fornire prospettive di futuro piuttosto che analisi del passato. Il Convegno ci deve aiutare a fare un passo oltre. In sostanza, come ci ha invitato a fare papa Francesco lo scorso agosto alla GMG di Lisbona, dobbiamo ripensare i confini come “zone di contatto” e non di separazioni ed egoismi che portano inevitabilmente a conflitti».

Il 44° Convegno nazionale si aprirà lunedì 8 aprile 2024, alle ore 16.00, con i saluti delle autorità civili e religiose, e l’introduzione di mons. Carlo Redaelli. Dopo la preghiera di apertura, porteranno il loro contributo padre Luciano Larivera (direttore del Centro culturale Veritas di Trieste) e don Matteo Pasinato (direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Venezia).

Il programma completo dei 4 giorni qui 👉 http://www.caritas.it/44-convegno-nazionale-delle-caritas-diocesane-grado-go-8-11-aprile-2024/