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RITIRO DIOCESANO RESIDENZIALE: 1 E 2 GIUGNO ’23

Due giornate di spiritualità al Santuario Maria Scala del Paradiso. Iscrizioni entro il 26/05 tramite il form riportato nel testo

Carissimi,
anche quest’anno ci prepariamo a vivere due intensi giorni di ritiro diocesano al Santuario diocesano Maria Scala del Paradiso. Come sempre il ritiro è residenziale (l’1 e il 2 giugno 2023). Ricordiamo di portare la Bibbia.
Quest’anno sarà con noi la biblista Rosanna Virgili, laureata in Filosofia all’Università di Urbino, in Teologia alla Pontificia Università Lateranense e Licenziata in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attualmente è Docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense).

Il tema sarà la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia e in continuità con il ritiro di Quaresima guidato da fra Giuseppe Maria Pulvirenti.
Sarà anche un’occasione preziosa di incontro e preghiera insieme al nostro nuovo pastore Mons. Salvatore Rumeo.

Questo il programma del ritiro:
Giovedì 1 giugno
– Ore 15.00 arrivi
–  O
re 16 .00 introduzione e invocazione allo Spirito Santo
– Ore 16.00 -17.30 lectio
– Ore 17,30 pausa
– Ore 18.00 -19.30 condivisione
– Ore 19.30 vespri

– Ore 20.00 cena
– Ore 21.00 fraternità e compieta

Venerdì 2 giugno
– Ore 7.45 lodi
– Ore 8.15 colazione
– O
re 9-10.30 lectio
– Ore 10.30 pausa
– Ore 11.00
condivisione
– Ore 12.00 Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Rumeo
– Ore 13.00 pranzo

Per la registrazione è necessario compilare il seguente modulo 👇

https://forms.gle/C9vzXsQg2a8nDpME7

La quota, comprensiva di due pasti, colazione e pernottamento con lenzuola e asciugamano è di 40 euro (chi avesse difficoltà darà quello che può, la quota non dovrà essere un ostacolo alla partecipazione).
Necessario è, invece, iscriversi entro il 26 maggio contattando il Direttore della Caritas diocesana (cell. 334/6138705 – mail: caritasdiocesanadinoto@gmail.com).

Nell’attesa di incontrarci un fraterno saluto nel Signore

Il direttore della Caritas diocesana
Fabio Sammito

CRISCI RANNI: ECCO IL VIDEO DEL RITO DI SABATO 15 APRILE

A un mese esatto dal sabato del rito (il primo dopo Pasqua), ecco la breve clip che lo staff di Crisci Ranni ha girato, lavorato e pubblicato

Basta rivolgere lo sguardo verso l’alto per capirlo: siamo tutti polvere di stelle!
Compreso questo – non solo con la mente, ma anche con il cuore – l’idea di fratellanza universale da concetto astratto diventa fatto naturale, ancora più ampio nella portata, abbracciando tutto il creato.
“Siamo tutti polvere di stelle!”, – ricordate? – è anche il tema scelto per il rito di quest’anno di Crisci Ranni, un invito a riconoscere la luce dentro di noi e, al tempo stesso, la connessione con tutti gli altri (donne, uomini) e con i viventi del pianeta.

E oggi, a un mese esatto dal sabato del rito (il primo dopo Pasqua), ecco la breve clip che lo staff di Crisci Ranni ha girato, lavorato e pubblicato.

Un modo per permettere a papà, mamme, bimbi grandi e piccoli, zii, nonni, animatori, attori… di rivedersi e ritrovarsi. Nelle stelle che hanno decorato il parco urbano “Padre Basile” di Modica; nella polvere di stelle che ha illuminato il sorriso delle centinaia di persone accorse per il gioco ed il rito; nelle attività che hanno animato il pomeriggio del “sabato del villaggio”; nella grazia della Compagnia Del Piccolo Teatro che ha messo in scena il racconto Polvere di stelle, da cui abbiamo preso spunto per il percorso di formazione proposto a scuole, parrocchie, associazioni, cantieri educativi; nelle parole di don Angelo Giurdanella, Vescovo di Mazara del Vallo e del nostro diettore, Fabio Sammito che ci hanno accompagnato verso il rito; nella gioia delle campane e del grido “Crisciiiiiii Ranniiiii”, che intorno alle 18.30 ha risuonato per tutta la città di Modica.

Un video di pochi minuti per ritrovare ancora tutte, intere, le emozioni del 15 aprile. Eccolo:

NOI+. SE VALORIZZI TE STESSO PROMUOVI IL VOLONTARIATO

Nell’anno europeo delle competenze 2023, Forum Terzo Settore e Caritas Italiana promuovono un'indagine per far riconoscere le competenze dei volontari e valorizzare tutto il volontariato

Nell’anno europeo delle competenze 2023, Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, in collaborazione con il dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre, portano avanti l’impegno per far riconoscere le competenze dei volontari.

Attraverso l’indagine “NOI+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato“, si punta a coinvolgere 10mila volontari nel nostro Paese per far emergere, attraverso un questionario da compilare su www.noipiu.it, le competenze acquisite durante la loro esperienza e compiere così il primo, imprescindibile passo verso il loro riconoscimento anche all’esterno.

Le attività di volontariato hanno infatti ricadute positive, oltre che sull’acquisizione di consapevolezza di sé e della società, anche sulla formazione, sul lavoro e nell’esercizio della cittadinanza attiva. Ad oggi, però, non esiste un sistema che riconosca formalmente e valorizzi le competenze dei volontari, mentre lo stesso Codice del Terzo Settore punta al raggiungimento di questo obiettivo, disponendo che vengano definiti “i criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato”.

Il traguardo è molto importante per le organizzazioni di volontariato e per tutto il Terzo settore.

Chiunque abbia svolto, almeno una volta nella vita, attività di volontariato, può rispondere a semplici domande su www.noipiu.it: scoprirà competenze che non pensava di avere, contribuirà a far emergere il proprio valore e quello della propria rete e a rafforzare il ruolo del volontariato per una società più inclusiva e partecipata.

Qui i materiali comunicativi da scaricare per diffondere il questionario.

Qui il video promo:

CARITAS ITALIANA: CORRESPONSABILITÀ, PER IL BENE COMUNE

Le proposte della Presidenza di Caritas Italiana su politiche di contrasto alla povertà e fenomeno migratorio

La Presidenza di Caritas Italiana, riunita in questi giorni a Roma, esprime alcune preoccupazioni su due questioni che coinvolgono gli ultimi, sulle quali ognuno è chiamato a fare la propria parte. Lo fa invitando alla corresponsabilità per trovare insieme opportunità di miglioramento, dialogando in spirito costruttivo. In questo senso, la Presidenza della Caritas, all’indomani dell’approvazione del “decreto lavoro”, chiede una riflessione attenta sulle politiche contro la povertà adottate e sulla gestione del fenomeno migratorio, caldeggiando un intervento strutturale.

Di fronte alla previsione governativa che va nella direzione auspicata di sostituire il Reddito di cittadinanza con due misure distinte – lAssegno per l’inclusione (Adi) e lo Strumento di attivazione (Sda) –, Caritas si augura che la proposta possa essere suscettibile di ulteriori revisioni che tengano conto dell’esperienza delle tante realtà che si occupano da anni di povertà a stretto contatto con le persone in difficoltà.

Nel ribadire che qualsiasi misura di contrasto deve assicurare a chiunque cada in povertà il diritto a una vita dignitosa fino a quando persiste la condizione di bisogno, occorre rilevare che l’Adi copre solo alcune categorie specifiche di persone in povertà e lo Sda utilizza il requisito anagrafico che non sempre rappresenta un criterio di maggiore probabilità di trovare un lavoro. Ancora troppo debole e discrezionale risulta poi il riferimento alla sussidiarietà locale, se si considera che l’inclusione delle persone è un processo radicato nei territori che deve essere integrato per riuscire a garantire risposte adeguate. Perché siano efficaci, le politiche di contrasto alla povertà richiedono interventi volti a ridurre la precarietà e il fenomeno del cosiddetto “lavoro povero”. Il decreto invece prevede strategie di detassazione che, seppur lodevoli, non sono configurabili come una politica dei redditi o di contrasto alla povertà. Senza dimenticare che il decreto prefigura un aumento della durata e dell’applicabilità dei contratti a tempo determinato, nonché l’ampliamento dell’utilizzo dei voucher.

Riguardo al fenomeno migratorio, la Presidenza di Caritas Italiana chiede che si esca definitivamente da una logica di emergenza per ragionare in termini strutturali. Servono, con urgenza e senza ulteriori rinvii, azioni congiunte a livello europeo, per mettere in atto tutti quei “canali legali” che consentono a coloro che comunque arriverebbero in Europa di non rischiare la propria vita. Le realtà diocesane sono coinvolte nell’accoglienza e sempre più chiamate a far fronte a situazioni che presentano notevoli criticità. Mentre aumenta il numero degli arrivi, è decisivo privilegiare un sistema diffuso di accoglienza che consideri prioritarie le strutture più piccole, per garantire standard qualitativamente elevati e un’efficace integrazione delle persone nel tessuto sociale.

Grande preoccupazione continua a suscitare infine la questione dei minori non accompagnati: è necessario individuare strumenti chiari che favoriscano il ricongiungimento familiare, attraverso percorsi tutelati e regolamentati per non alimentare reti illegali dedite allo sfruttamento e al traffico degli esseri umani.

CRISCI RANNI: IL CANTIERE EDUCATIVO ESEMPIO PER ITALIA CHE CAMBIA

Un cantiere educativo nato da un'antica tradizione locale e oggi legato all'esperienza della Casa Don Pino Puglisi che coinvolge le scuole, le famiglie e la città tutta in percorsi di cittadinanza attiva

Qui è dove il  cantiere Crisci Ranni è finito sul portale ICC (Italia che cambia): un bellissimo progetto editoriale per raccontare, mappare e mettere in rete quel pezzo di Paese che di fronte a un problema si attiva per cambiare concretamente le cose senza delegare o aspettare.
 Qui è dove si racconta lo spirito, l’idea, la tensione etica, la voglia di cooperazione e #condivisione, le attività, la bellezza del dare e dello stare #insieme, l’urgenza di far “crescere grandi” i nostri ragazzi, la lungimiranza dei #percorsi, che coinvolgono tutte le #scuole della città su temi che nutrono il cuore a partire da #fiabe e racconti.
Qui è dove si parla di #crocicchi, strade e #periferie. Gli stessi concetti affrontati nel 43esimo #convegnoCaritas Italiana.
Qui è dove, il nostro direttore, Fabio Sammito cita quel “patto” sociale tra realtà educative del #territorio che sta alla base della nascita del cantiere #Crisciranni e, da quello, alla #fondazione di altri 8 #cantieri, tra Noto, Pachino, Ispica, Scicli, Pozzallo e Frigintini.

SELEZIONE SCU BANDO 15/12/22 – PUBBLICAZIONE GRADUATORIE

Sono qui pubblicate - scaricabili, a fondo pagina - le graduatorie dei volontari in servizio civile universale per i tre progetti di Caritas Noto

Ai sensi del Bando di Servizio Civile Universale del 15/12/2022 del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e delle selezioni effettuate in presenza, sono qui sotto pubblicate le graduatorie dei volontari in servizio civile universale per i progetti “L’amore qui non passa_Noto”, “Il nome del padre e le benedizioni della madre_Noto”, “Diamo una mano_Noto”.

I volontari troveranno pubblicato il relativo codice di presentazione della domanda accanto al punteggio e all’esito della selezione. La data di avvio dei tre progetti è: 25 maggio 2023.

Ricordiamo qui i termini e le specifiche dei tre progetti Caritas Noto

  • Titolo primo Progetto: Diamo una mano
  • Settore e area di intervento: Assistenza – Donne con minori a carico e donne in difficoltà
  • Durata: 12 mesi
  • Sede: Centro di ascolto Caritas di Pachino (SR)
  • Giovani volontari coinvolti: 4 (senza vitto e alloggio).


  • Titolo secondo Progetto: Il nome del padre e le benedizioni della madre
  • Settore e area di intervento: Assistenza – Minori e giovani in condizioni di disagio o di esclusione sociale
  • Durata: 12 mesi
  • Sede: Casa don Puglisi, Modica (RG)
  • Giovani volontari coinvolti: 8 (senza vitto e alloggio).


  • Titolo terzo Progetto: L’amore qui non passa
  • Settore e area di intervento: Assistenza – Disabili
  • Durata: 12 mesi
  • Sede: Ass. “Piccoli Fratelli Onlus”, Modica e Ass. Volontariato “Agape”, Pachino
  • Giovani volontari coinvolti: 8 (senza vitto e alloggio).

 


“BRILLA A MODO TUO”: DA ISPICA PRONTI PER IL RITO DI CRISCI RANNI

Ecco alcune delle riflessioni scaturite dal percorso di preparazione alla giornata del 15 aprile, che ha visto camminare insieme educatori e ragazzi

In preparazione al Rito di Crisci Ranni del prossimo 15 aprile, anche gli animatori e i bambini del cantiere educativo Volere Volare di Ispica, hanno intrapreso un cammino di riflessione, attività e  gioco sulla bellezza delle stelle, restando stupiti del fatto che ognuno di noi è una stella unica e irripetibile che brilla di una luce speciale.

Qui alcune delle emozioni scaturite dal percorso comune che ha visto camminare, insieme, educatori e ragazzi:

«Brilla a modo tuo» è la frase tratta dal racconto “POLVERE DI STELLE”, che tanto ci ha colpito. La nostra amica Katia ci ha anche aiutato ad ascoltare noi stessi.
Durante la prima tappa, “CHI SONO IO”, attraverso una meditazione guidata siamo partiti dall’ascolto interiore del proprio sé per arrivare poi all’ascolto dell’ambiente e delle persone attorno a noi formando dei piccoli gruppi.
Dopo, abbiamo visto come ognuno di noi è connesso ed interconnesso come una costellazione attraverso il gioco del filo. L’osservazione silenziosa delle stelle con sottofondo musicale e la lettura di alcune poesie, è stata seguita dalla realizzazione delle stelline che invieremo a Crisci Ranni.

Nelle tappe successive, IN TE MI SPECCHIO E TI CONOSCO e AMICIZIA, ci siamo principalmente orientati sulle dinamiche di gruppo cercando di fare emergere la parte introspettiva ma anche emotiva di ognuno di ciascuno affinché “ognuno possa brillare come una stella” attraverso l’appartenenza all’ambiente e al gruppo.

Quindi con l’attività del “cerchio solare” e del “treno danzante” abbiamo visto come ogni personalità è unica nel suo genere con doni speciali, prendendo consapevolezza anche del rapporto emotivo-relazionale del proprio sé e di chi ci sta accanto. Anche in queste tappe abbiamo gustato la meravigliosa osservazione delle costellazioni che ci ha fatto scoprire di quanta bellezza siamo capaci se ci mettiamo tutti insieme, se ci amiamo.

Se brilliamo insieme, illuminiamo ancora di più il nostro cammino e la nostra crescita. Abbiamo concluso il percorso disegnando le nostre costellazioni e dando ad esse un nome: legandoci l’uno con l’altro possiamo formare dei disegni inediti e speciali, così abbiamo appreso che da soli siamo in grado di brillare, ma con l’altro diventiamo un faro che illumina la notte.

CRISCI RANNI: IL RITO E L’AUGURIO AI BIMBI DI BRILLARE COME STELLE

Il tradizionale "slancio verso l'altro" si rinnoverà il prossimo 15 aprile al cantiere educativo nel parco Padre Basile, a Modica

Lo slancio verso l’alto con cui anche quest’anno celebreremo il rito Crisci Ranni porta con sé un messaggio di fratellanza e di pace.
Per prepararci al rito abbiamo scelto di guardare in alto, riscoprendo le nostre origini in quanto tutti figli delle stelle.

Il percorso proposto alle scuole, alle parrocchie, ai cantieri e alle comunità educative ha mirato a rendere consapevole ogni bambino della propria unicità, del proprio essere una stella che brilla nell’immensità dell’universo in cui tutti siamo connessi gli uni agli altri.
Per crescere c’è bisogno di conoscersi dentro, di esprimere la propria essenza e allo stesso tempo di guardare in alto, di avere cioè occhi aperti sul mondo.

Il rito diventa così l’occasione per ritrovarci come comunità educante sia nel percorso di riflessione che innesca processi di crescita consapevoli sia nella condivisione del momento di festa che il 15 aprile ’23 si celebrerà al cantiere educativo Crisci Ranni presso il parco urbano Padre Basile a Modica, in via Fontana (per raggiungerlo: clic qui).

Il programma del pomeriggio è questo:

– alle ore 16.30 l’accoglienza dei bimbi e dei loro genitori, con i saluti del direttore Caritas Noto, Fabio Sammito e una serie di divertenti  giochi con le stelle;

– a seguire  una breve ma intensa rappresentazione teatrale “Polvere di stelle”, a cura della Compagnia del Piccolo Teatro e il messaggio di Mons. Angelo Giurdanella, vescovo di Mazara del Vallo;

– alle ore 18.00 al suono delle campane festose della Resurrezione, il Rito. Tutti i papà (ma anche nonni e/o mamme) presenti, alzeranno al cielo i propri bimbi, augurando loro: “Crisci Ranni”, ossia: diventa grande, per davvero. Grande nelle tue emozioni, nella tua diversità, nella tua unicità. Diventa grande insieme agli altri…

L’invito è allora per tutti: piccoli e grandi. Non solo. L’invito è a donare ai bambini e ai ragazzi l’augurio pasquale “Crisci ranni”, perché nel momento in cui avviene il “lancio dei bambini” verso l’alto: il cielo sembra proprio sfiorare la terra.

Con l’augurio che ognuno possa sempre brillare come una stella, auguriamo a tutti di “crescere grandi” e vi aspettiamo, a Modica.

IL CAMMINO DELLA FEDE, DALLA STRADA ALLA CASA

Messaggio del Vescovo Salvatore alla Diocesi in occasione della Settimana Santa 2023

Carissimi,
vi raggiungo a pochi giorni dalla Sacra Ordinazione Episcopale e dall’inizio del mio ministero in mezzo a voi come padre, maestro, amico e fratello. Ringrazio il Signore, Padre delle misericordie per gli incontri di questi giorni, intensi e fraterni e per la bella testimonianza di vita cristiana che mi avete offerto con la vostra vicinanza e con le vostre premure.

Siamo ormai alle porte della Settimana Santa, giorni di grazia, tempo di vera preghiera, memoriale della Redenzione, occasione unica in cui possiamo rivolgere l’attenzione al fondamento della nostra fede: il mistero pasquale di Cristo. E vorrei condurvi, mentre si avvicina la Domenica delle Palme, all’ottavo giorno, «il primo della settimana», l’ora in cui Gesù trionfa vittorioso risorgendo dalle tenebre della morte.

«Per crucem ad lucem» affermavano i nostri Padri e di questa Luce, attraversando il buio del Venerdì Santo, vogliamo essere testimoni per una nuova primavera nello Spirito. Due giovani discepoli sulla strada. Pronti a partire e a lasciare la Città. Il cuore è stanco e pieno di amarezza. Il volto, triste. Adesso delusi, fuggono da Gerusalemme: tutte le loro speranze erano riposte in Gesù, il Maestro crocifisso come un malfattore, morto e sepolto. Tutti i sogni che avevano fatto, svaniti nel giorno della passione, dell’umiliazione. E ora… fuggono, col capo chino sulla via di Emmaus, lontano da Gerusalemme, la città della delusione, della sconfitta e della morte del Maestro. È tutto finito!
Quello che accade nella nostra vita quando tocchiamo il fondo, quando è difficile risalire o trovare la via del ritorno, quando non troviamo una mano amica pronta a sostenerci nell’ora della sofferenza e della prova!

Ed ecco la Speranza velata prende vita sulla strada: Gesù! Ma i loro occhi non riuscivano a vederlo, presi com’erano dall’angoscia. Gesù sapeva ciò che albergava nel loro cuore e, per questo, prima li interroga e poi lascia loro la parola, li ascolta e quindi interviene con forza: «Stolti e lenti di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E spiega le Scritture. I discepoli rimangono affascinati. Ed ecco che la loro tristezza va svanendo: hanno trovato un uomo che si interessa della loro vita, che sa condividere i loro passi, sa dare risposte convincenti, riesce a parlare al loro cuore, sa andare oltre le inutili e farisaiche apparenze.
Rialzano il capo. Quel pellegrino ha ridato loro fiducia. Ed ecco a Emmaus, un grido di speranza nell’animo: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». «Si fa sera», dicono. Nella loro notte, uno spiraglio di luce. Cambia la vita. «Egli entrò per rimanere con loro».

Ci siamo anche noi in quella struggente invocazione, ci sono le nostre attese, la paura di perdere tutto, le nostre notti e lotte interiori e le nostre fragilità. Tutto il buio che ci circonda nella speranza di una nuova alba di resurrezione.
Prima, lungo il cammino, ha parlato e spiegato le Scritture, poi, quando fu a tavola con loro, «prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro». Un gesto inconfondibile, il gesto eucaristico: i discepoli, in quel momento, avranno rivissuto la moltiplicazione dei pani quando «Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì» (Gv 6,11).

Il volto di Gesù sfolgorò in tutta la sua luce: lo riconobbero «nello spezzare il pane». I discepoli ritrovano la fede. Gesù li ha nutriti alla duplice mensa della parola e del pane e i loro occhi si aprirono. E, nel momento in cui lo riconobbero, «lui sparì dalla loro vista». Affrettarono i loro passi verso Gerusalemme: la meta non è più la città della delusione e della sconfitta, ma quella della vittoria e del trionfo. Da Gerusalemme erano partiti stanchi e sfiduciati, delusi. Ora è scomparsa la stanchezza, sono pronti a riprendere il cammino perché vogliono trasmettere la grazia ricevuta, devono annunziare che il Signore è davvero risorto. Da pellegrini stanchi divennero testimoni entusiasti e credibili.

Carissimi fratelli e sorelle, la fede è un dono prezioso che viene offerto da Gesù. Per questo cammina con i discepoli, si manifesta agli apostoli e, in mille modi, invita ciascuno di noi a lasciarsi guidare dalla Parola di Dio, ad ascoltarlo nel silenzio e nella preghiera. Parla Gesù! Parola vera.

Emmaus, città della speranza! La speranza di chi ritorna a vedere e a vivere, di chi sa guardare nel proprio cuore e riesce a calzare i sandali del cammino e dell’amore. La speranza di chi annuncia la sconfitta della morte! E tu sogna e cammina! Alleluia! Alleluia!

Buona Settimana Santa a tutti! Pregate per me!

+ Salvatore Rumeo
Vescovo di Noto

LA CRISI DEL LIBANO E LA SPERANZA DELLE BEATITUDINI

Nel Paese dei Cedri la situazione economica e umanitaria è drammatica. Qui opera il centro Maria Regina della Pace: sede di ritiri e di accoglienza per giovani, famiglie e donne in difficoltà

Anche nella diocesi di Noto, la Quaresima ’23 si vive con l’invito alla sinodalità, che quest’anno – attorno alle domande dei “Cantieri di Betania” – ci chiede di discernere e di interrogarci anche sulle voci del villaggio e della strada. L’ascolto, nell’umiltà, diventa la chiave per camminare insieme nella compagnia degli uomini, dando voce e facendoci prossimi degli inascoltati che vivono le più diverse forme di povertà: indigenza, disagio, abbandono, fragilità, disabilità, forme di emarginazione, sfruttamento, esclusione o discriminazione, detenzione.

LA QUARESIMA DI CARITÀ 2023 DIOCESI NOTO

Segno di quest’ascolto, allargato alle sofferenze del mondo, saranno le offerte – che consegneremo nelle mani del Vescovo Rumeo durante la Messa Crismale – frutto della Quaresima di carità. Saranno destinate ai cristiani del Libano, dove si è avviato un Progetto da parte della Comunità delle Beatitudini, seguito da un fratello e presbitero della Comunità del Santuario Madonna della Scala, Padre Josèph Karam.

MA PERCHÉ PROPRIO IN LIBANO?

Negli ultimi tre anni, il Libano sta affrontando quella che la Banca Mondiale certifica come la peggiore crisi economica dell’era moderna ed è attraversato da una crescente tensione sociale e politica. Dal punto di vista economico, la crisi ha quasi spazzato via il valore della valuta locale e costretto oltre l’80% dei cittadini al di sotto della soglia di povertà. Mentre un milione e mezzo di siriani, che oggi rappresentano un quarto della popolazione libanese, per il 99% vivono in condizioni di povertà estrema. Mentre la situazione continua a degenerare, le banche e le autorità libanesi continuano a eludere la responsabilità del loro ruolo. Il mese scorso, per restare all’attualità, sono state prese d’assalto da manifestanti incolleriti, nella capitale Beirut e a Tripoli, nel nord, diverse filiali di banche private, chiuse da giorni di fronte all’ennesimo crollo della lira locale rispetto al dollaro statunitense.

CRISI FINANZIARIA MA ANCHE SOCIO-POLITICA

La crisi umanitaria è conseguenza della profonda instabilità politica, che ha ostacolato gli sforzi che consentano di far uscire il Paese dei Cedri dalla sua peggiore crisi economica-finanziaria di sempre. Una situazione che il 3 gennaio scorso Save the Children ha denunciato: se non verranno prese misure urgenti il numero dei bambini che soffrono la fame aumenterà del 14% all’inizio di quest’anno; quattro bambini libanesi e siriani su 10 stanno affrontando un’insicurezza alimentare acuta elevata. Oggi il Libano è insomma una bomba ad orologeria: una condizione politica incerta e il grave disagio economico rendono profondamente vulnerabile tutta la popolazione e in modo particolare le fasce più fragili. Che lamentano il bisogno di beni primari, come cibo e medicine.

NUOVI FLUSSI MIGRATORI E LA DIPENDENZA DALLE RIMESSE

In una situazione di questo tipo (aggravata e simboleggiata dalla violenta esplosione del 4 agosto 2020, al porto di Beirut, una delle più grandi esplosioni non nucleari della storia: ha ucciso 218 persone, ferite migliaia e distrutto parte della capitale libanese), chi ha la possibilità emigra. Sta crescendo un nuovo flusso migratorio: centinaia di famiglie cercano di intraprendere il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo in cerca di lavoro.  Il Libano è così diventato il Paese al mondo più dipendente dalle rimesse (che costituiscono ormai la metà del prodotto interno lordo del Paese): le famiglie ricorrono a chi li può aiutare direttamente e cioè ai propri figli o parenti all’estero, migranti. Ecco che le migrazioni diventano, come nel caso del Libano, il principale attore del mantenimento di condizioni di vita dignitose nel loro Paese di origine.

IL CENTRO MARIA REGINA DELLA PACE A GHARZOUZ

In Libano, c’è Gharzouz, villaggio ortodosso situato a 400 metri di altitudine. E qui sorge il centro Maria Regina della Pace della Comunità delle Beatitudini (presente in Libano dal 1983 ma solo dal 1996 nel villaggio di Gharzouz): una casa di ritiri e dedita all’accoglienza di ogni genere: gruppi di preghiera, scuole, giovani, famiglie ed anche donne in difficoltà. Una presenza che vuole essere un luogo di cura e di riconciliazione per una regione del mondo dilaniata dai conflitti. Il posto meraviglioso (a picco sul mare e con un panorama mozzafiato) e le attività qutidiane (di preghiera, animazione, dialogo e gioco) attirano anche molti giovani del paese in cerca di un posto per crescere nell’intimità con il Signore.

In questo video, titolato “Perché nulla è impossibile a Dio”, tratto da un versetto del Vangelo di Luca, si racconta, grazie alla voce di alcuni ragazzi, le giornate trascorse all’interno della Comunità e ci aiuta a capire meglio perché la nostra famiglia diocesana ha scelto di inviare qui le offerte, frutto della Quaresima di carità.