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L’INDAGINE NAZIONALE SU POVERTÀ MINORILE E ASPIRAZIONI

Caritas Italiana con Save the Children a IMPOSSIBILE 2024: oggi più di un bambino su sette, nell'età 0-3 anni, vive al di sotto di uno standard minimo considerato dignitoso

I primi mille giorni di vita influiscono in modo molto significativo sullo sviluppo e sulla vita di una persona. Nei primi anni di vita si acquisiscono quelle abilità cognitive, socio-emozionali e fisiche essenziali per la vita futura. Le situazioni di povertà, deprivazione e di esclusione sociale compromettono fortemente tali processi andando a incidere direttamente sulla vita dei bambini e, al contempo, anche su quella dei genitori, riducendo la loro capacità di proteggere, sostenere e promuovere lo sviluppo dei figli.

In Italia sono tanti i nuclei con minori in stato di povertà; di fatto risultano i più svantaggiati. Paradossalmente sono proprio i bambini nella fascia 0-3 a registrare l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,7% della popolazione complessiva). Praticamente oggi più di un bambino su sette, nell’età 0-3 anni, vive al di sotto di uno standard minimo considerato dignitoso. Coinvolti sono ovviamente anche i genitori. Nascere e crescere in una famiglia povera può essere il preludio di un futuro e di una vita connotata da situazioni di deprivazione e povertà.

Allo scopo di comprendere meglio le condizioni di vita e le difficoltà delle famiglie con minori, Caritas Italiana, in collaborazione con Save the Children, ha condotto una indagine nazionale su un campione rappresentativo di famiglie assistite dalla rete Caritas, in condizione di conclamata difficoltà socioeconomica, che hanno al loro interno bambini nella fascia 0-3 anni. L’indagine si è sviluppata lungo due percorsi di ricerca, uno di taglio quantitativo e uno di taglio qualitativo e ha coinvolto attivamente le Caritas di 115 diocesi.

“La collaborazione con Save the Children – spiega don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – è un’occasione propizia per mettere in comune ognuno la sua esperienza nell’ottica della promozione dei diritti dei bambini e del bene delle famiglie. È importante conoscere la realtà in modo appropriato, in modo da poter sviluppare, assieme alle istituzioni e alle comunità di riferimento, azioni volte a sostenere e incoraggiare i genitori di figli piccoli soprattutto, ma non solo, nei primi anni dei bambini, che sono determinanti per la loro vita futura”.

Lo studio si inserisce all’interno di una ricerca più ampia “Domani (Im)possibili. Indagine nazionale su povertà minorile e aspirazioni” (clic qui per scaricare il .pdf) curata da Save the Children, presentata oggi nel corso dell’apertura di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’organizzazione.

Tra le principali difficoltà che pesano sui bilanci delle famiglie in condizioni di grave disagio economico seguite dalla Caritas si annoverano: l’acquisto di prodotti di uso quotidiano, come pannolini (tale difficoltà è percepita dal 58,5% degli assistiti), abiti per bambini (52,3%) o alimenti per neonati come il latte in polvere (40,8%), le visite specialistiche pediatriche private (40,3%), l’acquisto di medicinali o ausili medici per neonati, specie se in presenza di disabilità o disturbi del linguaggio (38,3%). Oltre all’acquisto di giocattoli per i propri figli (37,2%), al pagamento delle rette per gli asili nido o degli spazi baby (38,6% dei nuclei) e anche, in casi di necessità, il compenso di eventuali servizi di baby-sitting (32,4%).

I problemi economici costringono le famiglie anche ad altri tipi di rinunce. Circa due su tre (64,6%) tra gli intervistati dichiarano di essere costretti a rinunciare a opportunità formative e di lavoro, non potendo lasciare il/i figlio/i a nessuno. Una percentuale che sale al 69,5% per le donne (53,3% degli uomini), confermando che il lavoro di cura pesa di più sulle loro spalle. Il 47,1% afferma di non avere tempo per sé, il 38,2% si trova costretto a rinunciare ad attività ricreative per i propri figli, come ad esempio festeggiare il compleanno. Ricorre poi il tema sanitario (33,8%), sentito anch’esso in particolare dalle donne, con il 35,4% che dichiara di dover rinunciare a prendersi cura della propria salute.

Quasi una famiglia su sette (15,2%) non accede al pediatra di libera scelta: un dato che ricorda la scarsità dei pediatri nel nostro Paese e la necessità di garantire l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a tutti i minori, come previsto dalla legge.
Quanto ai servizi per l’infanzia, il 25,5% dei genitori intervistati dichiara di avere iscritto il proprio figlio o i propri figli al nido. Chi ha deciso di non optare per l’iscrizione lo fa perché spesso se ne occupa la mamma disoccupata o inoccupata (69,4%), oppure a causa della retta troppo alta (27,4%). A chiedere aiuto in presenza di bambini piccoli (0-3 anni) sono soprattutto persone di cittadinanza non italiana (73,2%), mamme (70%), spesso pure single (anche a seguito di una separazione/divorzio), con bassi livelli di istruzione (più del 60% dei genitori ha al massimo la licenza di scuola media inferiore), in condizione di grave precarietà occupazionale (per lo più disoccupati, lavoratori poveri o casalinghe). L’età media è 36 anni.

Secondo la ricerca di Save the Children, condotta su un campione rappresentativo di 15-16enni in Italia, quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) , pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l’anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici. Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Il 43,7% dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni). La condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. Più di un ragazzo su 4 in condizioni di grave deprivazione materiale afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare, a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione.

I risultati della ricerca complessiva, presentati da Christian Morabito, senior researcher di Save the Children, e da Walter Nanni, sociologo del servizio Studi di Caritas Italiana, sono stati discussi in un panel all’interno della prima giornata di IMPOSSIBILE 2024, con il contributo e la moderazione della vicedirettrice della Stampa, Annalisa Cuzzocrea, a cui hanno partecipato tra gli altri: don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana; Tito Boeri, economista; Enrico Giovannini, direttore scientifico ASVIS; Elena Goitini, amministratore delegato di BNL e responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia; Matteo Lepore, sindaco di Bologna; Raffaela Milano, direttrice ricerche di Save the Children; Mery Pagliarini, presidentessa dell’associazione Get UP; Roberto Ricci Presidente INVALSI.

Per ogni approfondimento su IMPOSSIBILE 2024: Impossibile 2024 (savethechildren.it)

UCRAINA. DUE ANNI SENZA PACE

Il 24 febbraio saranno due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina. Due anni di violenze, di crisi economica, di incapacità da parte della comunità internazionale di trovare soluzioni alle controversie che non prevedano l’uso delle armi.

In questa situazione la comunità cristiana si è messa a fianco delle vittime e delle persone che hanno perso tutto o sono state costrette ad abbandonare la loro terra. Il lavoro di animazione e di accompagnamento da parte delle Caritas nazionali ucraine, di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane è stato enorme.

6,4 milioni di persone sono rifugiate all’estero, 14,6 milioni hanno bisogno di assistenza, 3,7 milione gli sfollati all’interno del Paese. Caritas Italiana ha partecipato all’intervento della rete Caritas internazionale a favore di Caritas Ucraina e Caritas-Spes con servizi di accoglienza e di protezione, assistenza medica, kit igienici e alimentari, contributi in denaro.

Dei 24.325.914,15 euro raccolti (al 31 dicembre 2023), tra cui un milione da parte della CEI (fondi 8xmille), due terzi sono già stati spesi (15.690.744,38 euro). Il resto è destinato a progetti da realizzarsi nell’anno in corso e nei prossimi anni. Tra i contributi spesi 4.926.879,91 euro sono andati a progetti di sostegno in Ucraina e Paesi limitrofi e 10.763.864,47 euro a progetti di accoglienza in Italia.

Dallo scoppio del conflitto molte diocesi italiane si sono impegnate per garantire un’accoglienza adeguata alle persone in fuga. Tante le attività organizzate a livello locale: accoglienza, raccolta beni di prima necessità, assistenza sanitaria, accompagnamento psicologico. Le strutture maggiormente utilizzate: appartamenti, parrocchie, famiglie, istituti religiosi, centri di accoglienza. Migliaia le persone accolte dalla rete ecclesiale italiana, attraverso il progetto “Apri Ucraina” promosso da Caritas Italiana. Il progetto ha coinvolto cento diocesi e ha permesso di accogliere oltre seimila persone. Da segnalare anche le vacanze solidali che hanno permesso a quasi 650 bambini ucraini (e ai loro accompagnatori) di trascorrere alcune settimane serene in Italia.

Caritas Italiana dal febbraio 2022 è impegnata nella risposta all’enorme emergenza umanitaria della crisi ucraina, ed è anche parte attiva nei processi di ricostruzione e di coesione sociale, con attenzione specifica in quattro ambiti (più informazioni nel documento allegato): disabilità e salute; minori e educazione; protezione; advocacy e coesione sociale.

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È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale “Europa/emergenza Ucraina”) tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

RAPPORTO CARITAS SICILIA 22: IN ASCOLTO DEI POVERI

Un'importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023

Il 7 novembre ’23, presso la Chiesa Maria Madre della Fiducia Oratorio Francescano Chiara Luce, a Pozzallo, c’è stata la presentazione del Report Caritas Sicilia 2022 sulla povertà. Un’importante e partecipata serata di condivisione, riflessione, comunione, in preparazione della  VII Giornata Mondiale dei poveri di domenica 19 novembre 2023.

Per la quale – ha detto il nostro direttore Fabio Sammito: «è doveroso dire, e dare, il nostro grazie di cuore a tante persone intervenute. E in particolare: al sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna che, nei suoi saluti iniziali, ci ha ricordato l’impegno comune a ribaltare la cultura del profitto, per rimettere al centro l’umanità e la #solidarietà. Nelle scelte politiche, come in quelle di intervento sociale».

«A don Gaetano Asta che, nella riflessione liturgica introduttiva (la si può scaricare in .pdf, in calce all’articolo), ripercorrendo l’esortazione di Papa Francesco sulla Gmp23, ci ha sfidato a considerare le diverse forme di povertà (relazionale, educativa, affettiva) che – come comunità credente, come parrocchie, come Chiesa – spesso incontriamo e a cui spesso non diamo risposta».

E ancora: «A Domenico Leggio, direttore di Caritas diocesana di Ragusa e delegato regionale che, illustrando i dati del Report delle 18 Caritas diocesane di Sicilia, ci ha esortato da un lato a conoscere i numeri (fondamentali) per avere un quadro delle difficoltà in cui versano migliaia di residenti nella nostra Isola (nel 2022, sono state 35.650 le persone aiutate nei Centri di distribuzione di Caritas in Sicilia), ma dall’altro ad andare oltre le cifre, guardando “in faccia” le persone, con le loro storie, i loro volti, senza lasciare che i numeri le nascondano, proprio alla luce del tema voluto dal Papa per il 19 novembre: Non distogliere lo sguardo dal povero».

Infine: «Alle suore francescane della Carità che, nella loro testimonianza conclusiva, riportando alcuni episodi di vicinanza agli emarginati ci hanno regalato la più significativa frase della serata: “Se l’amore è grande, tutto è grande“, invitandoci a usare il cuore nel nostro intervento solidale verso chi ha bisogno. Perché solo con il cuore anche il più piccolo gesto diventa un immenso atto d’amore, di sostegno, cura, aiuto, accompagnamento».

Qui di seguito una gallery con le slide dei numeri e degli interventi di Caritas Sicilia nel 2022:


I POVERI PROTAGONISTI DEL CAMMINO SINODALE. LA RELAZIONE DI SINTESI

"L'esperienza dell'incontro, della condivisione della vita e del servizio ai poveri e agli emarginati". Sono le proposte emerse nella prima sessione del Sinodo dei vescovi che si è tenuto a Roma dal 4 al 29 ottobre

Investire sulla conoscenza della dottrina sociale della Chiesa e rendere presente in “tutti i percorsi formativi offerti dalle comunità cristiane” (“in particolare per i candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata”) “l’esperienza dell’incontro, della condivisione della vita e del servizio ai poveri e agli emarginati“. Sono due delle proposte emerse nella prima sessione del Sinodo dei vescovi che si è tenuto a Roma dal 4 al 29 ottobre e di cui è stata pubblicata la relazione di sintesi.

Il testo è strutturato in tre parti (“Il volto della Chiesa sinodale”, “Tutti discepoli, tutti missionari” e “Tessere legami, costruire comunità”) a loro volta suddivise in capitoli. Il quarto è dedicato ai “Poveri, protagonisti del cammino della Chiesa”.

L’Assemblea, si sottolinea nell’introduzione, “si è svolta mentre nel mondo infuriano vecchie e nuove guerre, con il dramma assurdo di innumerevoli vittime. Il grido dei poveri, di chi è costretto a migrare, di chi subisce violenza o soffre le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici è risuonato tra noi, non solo attraverso i mezzi di comunicazione, ma anche dalla voce di molti, personalmente coinvolti con le loro famiglie e i loro popoli in questi tragici eventi. Abbiamo portato tutti, in ogni momento, nel cuore e nella preghiera, chiedendoci in che modo le nostre Chiese possano favorire cammini di riconciliazione, di speranza, di giustizia e di pace”.

Il capitolo 4 va letto per intero: offre alle comunità i criteri per rimodulare il proprio atteggiamento in un’ottica di autentica promozione umana.

Di seguito una sintesi dei punti di convergenza.

A. Alla Chiesa i poveri chiedono amore. Per amore si intende rispetto, accoglienza e riconoscimento, senza i quali fornire cibo, denaro o servizi sociali rappresenta una forma di assistenza certamente importante, ma che non si fa pienamente carico della dignità della persona. Rispetto e riconoscimento sono strumenti potenti di attivazione delle capacità personali, in modo che ciascuno sia soggetto del proprio percorso di crescita e non oggetto dell’azione assistenziale di altri.

B. L’opzione preferenziale per i poveri è implicita nella fede cristologica: Gesù, povero e umile, ha fatto amicizia con i poveri, ha camminato con i poveri, ha condiviso la tavola con i poveri e ha denunciato le cause della povertà. Per la Chiesa l’opzione per i poveri e gli scartati è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica. […]

C. Non c’è un solo genere di povertà. Tra i molti volti dei poveri vi sono quelli di tutti coloro che non hanno il necessario per condurre una vita dignitosa. Vi sono poi quelli di migranti e rifugiati; popoli indigeni, originari e afrodiscendenti; coloro che subiscono violenza e abuso, in particolare donne; persone con dipendenze; minoranze a cui viene sistematicamente negata una voce; anziani abbandonati; vittime del razzismo, dello sfruttamento e della tratta, in particolare minori; lavoratori sfruttati; esclusi economicamente e altri che vivono nelle periferie. I più vulnerabili tra i vulnerabili, a favore dei quali è necessaria una costante azione di advocacy, sono i bimbi nel grembo materno e le loro madri. L’Assemblea è consapevole del grido dei “nuovi poveri”, prodotti dalle guerre e dal terrorismo che martoriano molti Paesi in diversi continenti e condanna i sistemi politici ed economici corrotti che ne sono la causa.

D. A fianco delle molte forme di povertà materiale, il nostro mondo conosce anche quelle della povertà spirituale, intesa come mancanza del senso della vita. Una eccessiva preoccupazione per se stessi può condurre a vedere negli altri una minaccia e a rinchiudersi nell’individualismo. […]

E. Stare al fianco dei poveri significa impegnarsi con loro anche nella cura della nostra casa comune: il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido. […]

F. L’impegno della Chiesa deve arrivare alle cause della povertà e dell’esclusione. Ciò comprende l’azione per tutelare i diritti di poveri ed esclusi, e può richiedere la denuncia pubblica delle ingiustizie, siano esse perpetrate da individui, governi, aziende o strutture della società. Per questo è fondamentale l’ascolto delle loro istanze e del loro punto di vista, in modo da prestare loro la voce, usando le loro parole.

G. I cristiani hanno il dovere di impegnarsi a partecipare attivamente alla costruzione del bene comune e alla difesa della dignità della vita, attingendo ispirazione alla dottrina sociale della Chiesa e operando in diverse forme (impegno nelle organizzazioni della società civile, nei sindacati, nei movimenti popolari, nell’associazionismo di base, nel campo della politica, ecc.). […]

H. Nei poveri la comunità cristiana incontra il volto e la carne di Cristo, che da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà (cfr. 2Cor 8,9). È chiamata non solo a farsi loro prossima, ma a imparare da loro. […] La somiglianza della loro vita con quella del Signore rende i poveri annunciatori di una salvezza ricevuta in dono e testimoni della gioia del Vangelo.

Il documento elenca alcune importanti “questioni da affrontare” che richiedono un ulteriore approfondimento. La prima è imparare a

essere “Chiesa povera, con i poveri e per i poveri”, evitando il rischio di considerare i poveri in termini di “loro” e “noi”, come meri “oggetti” di carità della Chiesa.

Quanto alla denuncia profetica delle situazioni di ingiustizia e all’azione di pressione nei confronti dei decisori politici è necessario ad esempio “vigilare perché l’uso di fondi pubblici o privati da parte delle strutture della Chiesa non condizioni la libertà di parlare in nome delle esigenze del Vangelo”.

Un terzo punto riguarda l’azione nei campi dell’educazione, della sanità e dell’assistenza sociale: non vi devono essere discriminazioni o esclusioni e va evitato “uno stile impersonale di vivere la carità”. La Chiesa è chiamata a dare onestamente la sua testimonianza anche rispettando “le esigenze della giustizia nei confronti di coloro che lavorano nelle istituzioni ad essa collegate”.

Infine è richiesta attenzione a come si attuano lo scambio di doni e la condivisione delle risorse tra Chiese locali di diverse regioni. Si tratta di rapporti che favoriscono l’unità della Chiesa, ma la presenza di presbiteri “che vengono in aiuto alle Chiese povere di clero” non può essere “solo un rimedio funzionale” e gli aiuti economici non devono degenerare in assistenzialismo, ma promuovere un’autentica solidarietà evangelica ed essere “gestiti in modo trasparente e affidabile”.

Ora il frutto del lavoro dei padri e delle madri sinodali torna alle Chiese locali, chiamate alla riflessione, all’approfondimento e alla traduzione in pratica, in uno stile sinodale.

PERCORSO DI FORMAZIONE PER ANIMATORI CARITAS

Quattro incontri: dall'11 ottobre prossimo e fino al 6 maggio del 2024. In presenza, per chi desideri entrare a far parte del cammino della Caritas

Quattro incontri, per quattro mercoledì. A partire dall’11 ottobre prossimo e fino al 6 maggio del 2024. Questa la cadenza del nuovo Percorso di Formazione per Animatori Caritas della Diocesi di Noto.

Gli incontri, in presenza, sono obbligatori per tutti coloro – giovani e adulti – desiderino entrare a far parte del cammino della Caritas e si tengono presso i locali della chiesa Santa Caterina in Rosolini (in via Sipione), sempre alle ore 19.00. Ma possono costituire un’importante e arricchente occasione di approfondimento e di riflessione sul prendersi cura degli ultimi, anche per chi è già attivo nel servizio volontario Caritas, offrendo generosamente il suo impegno (di tempo, di presenza, di creatività) nel servizio e nell’ascolto ma non ha ancora avuto modo di partecipare a momenti formativi e percorsi di crescita individuale e condivisa.

Le date dei quattro incontri programmati sono: 11 ottobre ’23, 24 gennaio ’24, 6 marzo ’24 e 8 maggio ’24.
Il primo appuntamento sarà tenuto da Giuseppe Paruzzo, direttore di Caritas Diocesana Caltanissetta e Delegato regionale, che introdurrà i presenti sulla storia, i valori, lo stile della Caritas e di chi ne fa parte.

A Stefano Elia, di Caritas Siracusa, toccherà invece, nel secondo incontro, il 24 gennaio prossimo, raccontare cosa voglia dire essere animatore Caritas, quale profilo serva e quali sensibilità siano chiamate in gioco per chi vuole mettersi in relazione con i più deboli.

Nel terzo momento, il 6 marzo ’24, grazie agli interventi di Francesco Mudanò (di Caritas Siracusa) e di don Fortunato di Noto (di Meter Onlus), andremo alla scoperta degli attrezzi, degli “strumenti da lavoro” che gli animatori hanno a disposizione per intervenire, nella cura caritatevole, anche in situazioni più delicate, nel rapporto con i minori la cui privacy è costantemente messa in pericolo, e nel gestire la cooperazione con altri enti e con le istituzioni.

A chiudere il percorso, infine, sarà il nostro direttore, Fabio Sammito, che mercoledì 8 maggio ’24 entrerà nel dettaglio dei vari ambiti e delle varie attività presenti sul territorio diocesano, di cui Caritas diocesana Noto è composta: chi e cosa sono le Caritas parrocchiali, come funzionano i centri di ascolto rispetto ai centri di aiuto, quali attività fanno parte delle opere caritative.

Il percorso formativo per volontari Caritas si inserisce nella fase sapienziale del cammino sinodale che tutti ci coinvolge, come comunità diocesana nell’effervescente avvio del nuovo anno pastorale. E anche la Caritas diocesana è chiamata a dare il proprio contributo, propositivo e pedagogico. Tra i suoi compiti, Caritas ha infatti anche quello di promuovere il volontariato e favorire la formazione di chi opera nei centri Caritas parrocchiali e nei servizi ad essa collegati.

Partecipare al corso è semplice: basta iscriversi (è necessario) entro il 6 ottobre inviando una mail a: caritasdiocesanadinoto@gmail.com, indicando nome e cognome del partecipante, nome della parrocchia, servizio svolto, un indirizzo di posta elettronica e numero di telefono. Oppure, basta inviare gli stessi riferimenti, via WhatsApp, al numero: 334.6138705.

Fatevi avanti, sarà bello accogliervi e camminare insieme, tenendoci uniti dalle parole dell’indimenticato e amato Mons. Giovanni Nervo, primo storico presidente di Caritas Italiana:

l’amore che siamo chiamati a esprimere, attraverso la Caritas: ha particolare attenzione per chi ha più bisogno di amore perché è in difficoltà: il figliol prodigo, i pubblicani, la Maddalena; dichiara beati i poveri, coloro che soffrono, gli oppressi; si fa presente nei più deboli e ci assicura che verremo giudicati dal mondo con cui avremo trattato i poveri.

 


CARITAS PRESENTA IL BILANCIO SOCIALE ’22 E IL REPORT STATISTICO SULLE POVERTÀ

Ecco i dati del report "La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas", e il Bilancio sociale 2022

Si è svolta martedì 27 giugno, dalle ore 10.30 alle 12.30 presso la sede di Caritas Italiana (via Aurelia 796 a Roma), la presentazione congiunta del Bilancio Sociale 2022 e del primo Report statistico nazionale sulle povertà dal titolo “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas”.

Il Report statistico segna poi una novità assoluta per Caritas Italiana, che per la prima volta sceglie di presentare già a giugno, invece che nella tradizionale Giornata mondiale di lotta alla povertà del 17 ottobre, i dati riferiti al 2022 raccolti nei Centri di Ascolto e servizi Caritas.

L’analisi (la sintesi, scaricabile, è in calce a quest articolo) che ne emerge fornisce quasi in tempo reale la situazione delle 255.957 persone che nel corso del 2022 si sono rivolte ai Centri d’ascolto diocesani e parrocchiali in rete con la raccolta dati. Emerge un aumento del 12,5% delle persone ascoltate rispetto all’anno prima, anche per effetto, ma non solo, dell’accompagnamento dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.

Un altro aspetto sottolineato è la multidimensionalità della povertà, ossia il fatto che chi si rivolge ai servizi Caritas vive una situazione di povertà a causa di più motivi concomitanti e manifestando due o più ambiti di bisogno. In questo senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia), le difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici) o ai processi migratori. I dati dicono anche di una “cronicizzazione della povertà”, riportandoci ad una situazione pre-pandemia.

Sempre all’interno del Report è riportato l’esito di una articolata analisi statistica multivariata – la prima nel suo genere realizzata su dati di fonte Caritas – che ha consentito di estrapolare cinque profili o cluster di beneficiari (i vulnerabili soli, le famiglie povere, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli), andando oltre la semplice analisi descrittiva delle tante variabili a disposizione nella banca dati Caritas (complessivamente oltre 300).

«I dati sono importanti», ha sottolineato don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana: «ma lo sono ancora di più le persone. Occorre ripartire dai poveri e dalle loro priorità e bisogni, che come abbiamo visto possono essere molteplici e complessi, più che concentrarci sulle sole azioni”.

Alla presentazione sono intervenuti mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (Presidente di Caritas Italiana), padre Vyacheslav Grynevych (Direttore Caritas Spes in Ucraina), Massimo Ciampa (Segretario generale Mediafriends), Roberto Leonardi (tra i vincitori del bando Cre@ttività), Walter Nanni e Federica De Lauso (Ufficio Studi di Caritas Italiana), Monica Mondo (TV2000).

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e YouTube di Caritas Italiana. Eccolo:


INTORNO ALLA CASA DI BETANIA: IL PODCAST DEL RITIRO CARITAS

L'audio delle due lectio della biblista Rosanna Virgili, al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso - Noto

1 e 2 giugno: al Santuario Maria SS. Scala del Paradiso di Noto, due giorni di ritiro spirituale diocesano. Tema delle riflessioni: la Casa di Betania, in sintonia con il #cammino delle Chiese d’Italia.
Qui alcuni spunti che il nostro direttore, Fabio Sammito ci propone:
«Che differenza c’è tra i giovani volontari che spalano fango in Romagna e i volontari Caritas che si incontrano per ascoltare la Parola di Dio? Il fatto che Qualcuno ci ha chiesto di collaborare con Lui. Non si risponde solo a un bisogno dal basso ma a una richiesta di collaborazione da parte di Dio».
«Tutto parte, nella Bibbia, da un grido della terra, dopo che il fratello uccide il fratello. Il grido della terra, che è madre e non sopporta che il grembo diventi sepoltura, è ascoltato da Dio. Che, per questo, scende e chiede a Caino: “Dov’è tuo fratello?”».
«Un altro grido: quello del popolo d’Israele schiavo in Egitto. Dio lo ascolta e interviene, prendendosene cura. E la cura è la terra promessa, bella e spaziosa. Per questo chiama Mosè… Dio va verso i poveri e ci chiama a collaborare con lui, per loro. Con un’opera comune, perché Dio non si presenta come un leader ma come uno che chiede, un questuante».
«Ma Dio non può essere imprigionato nemmeno in un tempio. Ha accompagnato il suo popolo restando in una tenda. A Davide, che vuole fargli una casa, Dio dice di no. Sarà lui stesso a costruire come casa una discendenza».
«Quando Zaccaria nel tempio non trova fede, l’angelo di Dio va in una casa, quella di Maria. Che dice il suo sì, diventa alleata del Signore, e canta nel Magnificat la rivoluzione che Dio opera dalla parte dei poveri».
«La Caritas è proprio questo: andare con Dio verso i poveri e cantare il Magnificat, cantare la rivoluzione di Dio».
«Eccoci alla Casa di Betania, dove Marta vive l’ospitalità. Fede e ospitalità sono generate da un cristianesimo che nasce dal sud, dal Mediterraneo. È questo che rischia di mancare ai nostri figli se, come sta accadendo, si perde Dio, si perde la pietà e l’ospitalità proprie della fede cristiana».

Qui a seguire i podcast delle due lezioni tenute dalla biblista Rosanna Virgili, docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense).👇

Ascolta “1 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

Ascolta “2 Giugno 2023 Ritiro spirituale della Caritas diocesana sul tema: la Casa di Betania, in sintonia con il cammino delle Chiese d’Italia” su Spreaker.

NOI+. SE VALORIZZI TE STESSO PROMUOVI IL VOLONTARIATO

Nell’anno europeo delle competenze 2023, Forum Terzo Settore e Caritas Italiana promuovono un'indagine per far riconoscere le competenze dei volontari e valorizzare tutto il volontariato

Nell’anno europeo delle competenze 2023, Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, in collaborazione con il dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre, portano avanti l’impegno per far riconoscere le competenze dei volontari.

Attraverso l’indagine “NOI+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato“, si punta a coinvolgere 10mila volontari nel nostro Paese per far emergere, attraverso un questionario da compilare su www.noipiu.it, le competenze acquisite durante la loro esperienza e compiere così il primo, imprescindibile passo verso il loro riconoscimento anche all’esterno.

Le attività di volontariato hanno infatti ricadute positive, oltre che sull’acquisizione di consapevolezza di sé e della società, anche sulla formazione, sul lavoro e nell’esercizio della cittadinanza attiva. Ad oggi, però, non esiste un sistema che riconosca formalmente e valorizzi le competenze dei volontari, mentre lo stesso Codice del Terzo Settore punta al raggiungimento di questo obiettivo, disponendo che vengano definiti “i criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato”.

Il traguardo è molto importante per le organizzazioni di volontariato e per tutto il Terzo settore.

Chiunque abbia svolto, almeno una volta nella vita, attività di volontariato, può rispondere a semplici domande su www.noipiu.it: scoprirà competenze che non pensava di avere, contribuirà a far emergere il proprio valore e quello della propria rete e a rafforzare il ruolo del volontariato per una società più inclusiva e partecipata.

Qui i materiali comunicativi da scaricare per diffondere il questionario.

Qui il video promo:

CARITAS ITALIANA: CORRESPONSABILITÀ, PER IL BENE COMUNE

Le proposte della Presidenza di Caritas Italiana su politiche di contrasto alla povertà e fenomeno migratorio

La Presidenza di Caritas Italiana, riunita in questi giorni a Roma, esprime alcune preoccupazioni su due questioni che coinvolgono gli ultimi, sulle quali ognuno è chiamato a fare la propria parte. Lo fa invitando alla corresponsabilità per trovare insieme opportunità di miglioramento, dialogando in spirito costruttivo. In questo senso, la Presidenza della Caritas, all’indomani dell’approvazione del “decreto lavoro”, chiede una riflessione attenta sulle politiche contro la povertà adottate e sulla gestione del fenomeno migratorio, caldeggiando un intervento strutturale.

Di fronte alla previsione governativa che va nella direzione auspicata di sostituire il Reddito di cittadinanza con due misure distinte – lAssegno per l’inclusione (Adi) e lo Strumento di attivazione (Sda) –, Caritas si augura che la proposta possa essere suscettibile di ulteriori revisioni che tengano conto dell’esperienza delle tante realtà che si occupano da anni di povertà a stretto contatto con le persone in difficoltà.

Nel ribadire che qualsiasi misura di contrasto deve assicurare a chiunque cada in povertà il diritto a una vita dignitosa fino a quando persiste la condizione di bisogno, occorre rilevare che l’Adi copre solo alcune categorie specifiche di persone in povertà e lo Sda utilizza il requisito anagrafico che non sempre rappresenta un criterio di maggiore probabilità di trovare un lavoro. Ancora troppo debole e discrezionale risulta poi il riferimento alla sussidiarietà locale, se si considera che l’inclusione delle persone è un processo radicato nei territori che deve essere integrato per riuscire a garantire risposte adeguate. Perché siano efficaci, le politiche di contrasto alla povertà richiedono interventi volti a ridurre la precarietà e il fenomeno del cosiddetto “lavoro povero”. Il decreto invece prevede strategie di detassazione che, seppur lodevoli, non sono configurabili come una politica dei redditi o di contrasto alla povertà. Senza dimenticare che il decreto prefigura un aumento della durata e dell’applicabilità dei contratti a tempo determinato, nonché l’ampliamento dell’utilizzo dei voucher.

Riguardo al fenomeno migratorio, la Presidenza di Caritas Italiana chiede che si esca definitivamente da una logica di emergenza per ragionare in termini strutturali. Servono, con urgenza e senza ulteriori rinvii, azioni congiunte a livello europeo, per mettere in atto tutti quei “canali legali” che consentono a coloro che comunque arriverebbero in Europa di non rischiare la propria vita. Le realtà diocesane sono coinvolte nell’accoglienza e sempre più chiamate a far fronte a situazioni che presentano notevoli criticità. Mentre aumenta il numero degli arrivi, è decisivo privilegiare un sistema diffuso di accoglienza che consideri prioritarie le strutture più piccole, per garantire standard qualitativamente elevati e un’efficace integrazione delle persone nel tessuto sociale.

Grande preoccupazione continua a suscitare infine la questione dei minori non accompagnati: è necessario individuare strumenti chiari che favoriscano il ricongiungimento familiare, attraverso percorsi tutelati e regolamentati per non alimentare reti illegali dedite allo sfruttamento e al traffico degli esseri umani.

BANDO 15 DICEMBRE 2022

SELEZIONI PER SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

Ai sensi del Bando di Servizio Civile Universale del 15/12/2022 del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale,

SONO CONVOCATI

col presente avviso gli aspiranti volontari del Servizio Civile Universale che HANNO PRESENTATO domanda presso l’ente Caritas diocesana di Noto (Caritas Italiana), per i progetti “L’amore qui non passa_Noto” (Piccoli Fratelli Onlus, Modica e Agape Pachino), “Il nome del padre e le benedizioni della madre_Noto” (Casa Don Puglisi, Modica), “Diamo una mano_Noto” (Centro di Ascolto, Pachino).

Le selezioni si terranno SABATO 11 MARZO 2023, dalle ore 09.00 alle ore 19.00.

Sono previsti inizialmente un corso informativo e dinamiche di gruppo e a seguire, nella stessa giornatai colloqui individuali (che ricordiamo sono obbigatori) e le selezioni finali.

Le selezioni si svolgeranno IN PRESENZA presso il Convento Santa Maria di Gesù in via Roma 116, 97014, ad Ispica (RG). Clic qui per raggiungere il Convento Santa Maria di Gesù.

I candidati sono tenuti a presentarsi:

  • soli e senza alcun bagaglio;
  • senza sintomi di sospetto covid19 e senza misure isolamento in corso;
  • con documento di identità valido e codice fiscale.
    L’ente Caritas assicura per tutta la durata delle selezioni il rispetto scrupoloso delle norme anti-contagio covid19.

NB: come indicato all’art. 6 “Procedure selettive” del Bando: “La pubblicazione del presente calendario ha valore di notifica della convocazione. Si ricorda che il candidato che, pur avendo inoltrato la domanda, non si presenta al colloquio nella data stabilita senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura”.

Per maggiori info (anche via whatsapp) > 3332514260